Safari, il sogno di una vita. In swahili, la lingua ufficiale parlata in Tanzania, Kenya, Uganda e Ruanda, questa bellissima parola, “Safari”, significa “Viaggio” e rappresenta una delle esperienze più desiderate e sognate da tantissimi viaggiatori di tutto il mondo. E la Tanzania viene considerata come uno dei migliori Paesi per buttarsi in questa avventura, alla scoperta dei “Big Five” della savana e degli altri numerosissimi animali endemici. Va detto però che a volte i sogni si scontrano con la realtà, principalmente quella riflessa dal portafoglio; non è possibile prendere parte ad un safari pensando di spendere poco o nulla. Ma se questo articolo lo abbiamo intitolato “Come organizzare un SAFARI ECONOMICO in Tanzania” un motivo ci sarà.
Cercheremo dunque di schiarirvi le idee su come individuare il periodo migliore, i Parchi più belli da vedere e l’itinerario secondo noi più adatto, nonché la scelta delle agenzie a cui affidarvi (se non intendete avventurarvi in autonomia). I fattori da prendere in considerazione sono davvero tanti, ma noi vi aiuteremo a vivere il vostro sogno di una vita nel miglior modo spendendo il meno possibile. Senza rinunciare alla qualità. Adesso chiudete gli occhi: li sentite i barriti degli elefanti, le zebre che ruminano e il rumore degli gnu che corrono? Perfetto, perché stiamo per entrare nella savana tanzaniana. E sarà un viaggio lunghissimo…
Perché scegliere la Tanzania per un safari
Quando si pensa all’Africa probabilmente una delle prime esperienze che viene in mente è proprio il safari. Da sempre amiamo avvistare animali in totale libertà, fatto che ci ha fatto amare alla follia l’Australia e odiare da sempre gli zoo. E dove, se non nel Continente nero, potevamo vivere una simile esperienza, elevata all’ennesima potenza? I Paesi africani dove è possibile godersi ciò sono numerosi (oltre alla Tanzania ci sono Uganda, Kenya, Namibia, Sudafrica, Botswana, Zambia e Zimbabwe), quindi perché abbiamo scelto proprio lei? Per la ricchezza e la varietà dei suoi paesaggi, per la sua biodiversità, per la facilità nell’avvistare un gran numero di animali, fra i quali tutti i “Big Five”, per la presenza di alcuni dei Parchi più belli e protetti al mondo (come il Serengeti National Park, dichiarato Patrimonio dell’umanità UNESCO o lo Ngorongoro Crater, meraviglia africana). E se proprio dobbiamo essere sinceri, abbiamo preferito la Tanzania poiché l’unico Paese africano dove potevamo realizzare un altro nostro sogno: arrivare sulla cima del Kilimanjaro, la montagna più alta del Continente. Oltre a questi validi motivi, qui troverete anche un mare cristallino, una varietà di paesaggi mozzafiato e persone così accoglienti da farvi sentire subito a casa. Non a caso la Tanzania è definita come “La Perla d’Africa“. Cosa volete di più?
Qual è il periodo migliore per un safari economico in Tanzania?
Se anche voi avete deciso di intraprendere un viaggio in questa terra dei safari, la scelta del periodo migliore è di fondamentale importanza per organizzare l’esperienza perfetta. Solitamente si consiglia di evitare il periodo delle piogge, che va da marzo ad aprile, perché il clima è troppo instabile e non vi farebbe godere appieno l’esperienza. Inoltre in questi mesi molte agenzie tanzaniane nemmeno permettono la prenotazione dei vari tour. Discorso diverso per la piccola stagione delle piogge (da novembre a febbraio) quando l’entità dei rovesci temporaleschi è sempre presente ma in quantità molto minore; il paesaggio si colora quindi di verde, e la possibilità di avvistare le specie migratorie aumenta, facendone il periodo prediletto dagli appassionati di birdwatching. L’ultima stagione, ma non per importanza, è quella secca (da maggio ad ottobre), dove tutto ingiallisce e gli specchi d’acqua quasi scompaiono. Ma proprio per questo è un periodo straconsigliato per chi vuole godersi temperature piacevoli e, specialmente, avere la possibilità di ammirare più predatori possibili, radunati attorno alle pozze e ai pochi corsi di acqua rimasti. In poche parole in Tanzania esistono due stagioni (e non quattro come da noi) e senza pensarci troppo vi diciamo che il periodo migliore per un safari in Tanzania è sicuramente durante la stagione secca.
Il paragrafo potrebbe semplicemente già finire. Tuttavia noi volevamo darvi dei consigli per risparmiare il più possibile, perciò dobbiamo fare una doverosa aggiunta. Anche se luglio, agosto, dicembre e gennaio sono mesi perfetti per visitare i vari Parchi del Paese, non possiamo consigliarvelo del tutto, poiché questi mesi portano tantissimi turisti ed i prezzi salgono vertiginosamente. Giugno potrebbe essere un ottimo compromesso, sebbene le pioggie siano finite da poco, l’acqua è ancora molto presente e sarà più difficile avvistare gli animali. Quindi chi rimane? Settembre e ottobre, dove i prezzi scendono, i turisti scompaiono ma i safari regalano ugualmente tantissime emozioni. Soltanto che a fine ottobre le pioggie si rifanno presenti e potrebbe esserci il rischio di rovinarvi l’eperienza. Perciò, se dovessimo rispondere alla domanda “Qual è il periodo migliore per un safari economico in Tanzania?” noi risponderemmo sicuramente “Da inizio settembre a metà ottobre! Che non l’hai letto il nostro articolo?”.
La Grande Migrazione
Anche se questa è una scelta per niente economica, molti visitano i Parchi tanzaniani basandosi su eventi particolari, come la stagione delle nascite (da dicembre a marzo, con maggiore successo a gennaio e febbraio) o l’ancora più celebre “Grande Migrazione”. Se la prima è avvistabile “facilmente” nelle aree del Serengeti National Park e della Ngorongoro Conservation Area, per la seconda il discorso è differente. E proprio per questo vogliamo approfondirne il discorso. Immaginatevi milioni di gnu, accompagnati da zebre e gazzelle, formare colonne lunghe oltre 40 chilometri e macinare dagli 800 ai 1.000 km in un circuito ben delineato che si snoda fra la Tanzania ed il Kenya. Solo a scriverlo ci sembra una roba impensabile. E invece tutto ciò succede ogni anno, per la loro necessità di trovare nuovi pascoli e fonti d’acqua, seguendo il ciclo delle piogge e la crescita della vegetazione. Questa meraviglia naturale unica viene conosciuta con il nome di “Wildebeest Migration”, letteralmente la “Migrazione degli Gnu”, che noi italiani preferiamo chiamare la “Grande Migrazione”.
Per gli gnu non è soltanto una semplice migrazione, ma una vera e propria lotta per la vita, dettata dalle feroci leggi della natura. Sul loro percorso dovranno resistere innanzitutto alla fatica, ai grandi predatori (leoni, leopardi e ghepardi per esempio) e alle acque del fiume Mara. Ma non ci sono altre alternative, e l’unica cosa che questi erbivori possono fare è quella di percorrere quegli infiniti chilometri accompagnati da altri milioni di loro; in questo modo molti periranno, ma molti altri proseguiranno. Il momento topico, il più richiesto dai viaggiatori, si ha proprio quando gli gnu raggiungono il fiume Mara, al confine con il Kenya, e si ritrovano a doverlo attraversare. Questo corso d’acqua è infestato dai coccodrilli ed in alcuni punti le sue acque sono così profonde e impetuose che i rettili sono il problema minore. Un’esperienza, a detta di chi l’ha vista con i propri occhi, semplicemente eterna. Noi volevamo essere due di queste persone, ma sfotunatamente le tempistiche degli gnu variano da anno in anno (dipendendo ovviamente dalle condizioni climatiche e dalla disponibilità di cibo) e ci siamo persi questa meraviglia per poche settimane. Perciò, se non volete fare la nostra stessa fine, leggetevi bene il prosssimo capitolo.
Mappa della Grande Migrazione
Come già anticipato la “Grande Migrazione” avviene annualmente, tuttavia non si puo’ mai essere certi di dove questa sia in un determinato momento. Dalla mappa qua sotto potete notare come le mandrie si spostano prevalentemente all’interno del Serengeti NP, sconfinando in Kenya solamente per poco tempo ed in una zona limitata, andando così a percorrere un anello. Potete anche notare i vari mesi in cui generalmente si incontra la migrazione: l’attraversamento del fiume Mara viene dato tra agosto e ottobre, anche se quest’anno (2024) ad inizio settembre lo spettacolo della vita si era già concluso. È vero che vi stiamo aiutando ad organizzare una safari economico, tuttavia vi consigliamo di verificare le ultime notizie sulla migrazione prima della partenza se doveste trovarvi qua nel periodo. Fossimo in voi ci informeremmo prima di partire (contattando le varie agenzie) e investiremmo qualche soldo in questa avventura di una vita.
Come organizzare un safari economico in Tanzania?
Adesso, dopo aver sognato ad occhi aperti, torniamo a noi e al nostro articolo “al risparmio”. Qualunque sia il periodo da voi scelto, sappiate che per entrare e muoversi in Tanzania ci sono alcune formalità da sbrigare. In poche parole dovrete trovare un volo che vi porti a destinazione, richiedere un visto, stipulare un’assicurazione di viaggio, pensare se mettervi in regola con le vaccinazioni, fare le valigie, scegliere il safari adatto a voi ed infine, cosa importantissima, godervi a fondo questa indimenticabile esperienza in Tanzania. Invece per dirlo in più parole, vi facciamo un elenco dettagliato qua sotto.
Trovare un volo economico per la Tanzania
Per quanto riguarda il trovare voli economici la Tanzania non fa eccezione rispetto ad altri Paesi. Per risparmiare qualcosa, come già sottolineato, è molto meglio evitare l’alta stagione (luglio-agosto e dicembre-gennaio) e cercare in quella intermedia: i mesi con il miglior rapporto attrazioni/costo sono sicuramente giugno, settembre e ottobre, mentre quello più economico è molto spesso maggio. Parlando degli aeroporti di partenza, la scelta è ampia, ma quasi tutti i voli dall’Italia per la Tanzania prevedono almeno uno scalo; i più economici rimangono comunque Milano Malpensa e Roma Fiumicino, con qualche eccezione. Per fare un esempio, noi a settembre abbiamo trovato il miglior prezzo sul Galilei di Pisa, un bel colpo di fortuna per due fiorentini. Purtroppo esistono poche scelte relative all’aeroporto di destinazione, dato che in limitatissimi periodi troverete voli con arrivo sulla terraferma tanzaniana (Dar es Salaam in primis) in breve tempo o con soltanto uno scalo; la soluzione migliore è quindi quella di atterrare a Zanzibar, il celebre arcipelago del Paese e poi prendere un volo interno con le altre numerose compagnie locali. Spenderete sicuramente meno e perderete anche molto meno tempo.
Quindi, come per qualsiasi volo aereo, non esiste una scienza esatta. Possiamo in ogni caso consigliarvi il metodo più gettonato, ovvero quello di cercare le varie combinazioni di viaggio sui siti come Skyscanner (per cercare da qualsiasi aeroporto italiano a qualsiasi tanzaniano in un dato mese) e Momondo (per vedere i vari prezzi giorno per giorno), ma anche con gli ottimi Google Flights e Kayak. Grazie a quest’ultimi sarà molto più semplice vedere con i proprio occhi dove e quando avrete il risparmio maggiore. Facile, veloce, ma purtroppo non sempre low-cost.
Documenti necessari per un safari in Tanzania
Iniziamo questo argomento con le ovvietà: per fare un safari, e quindi entrare, in Tanzania avrete bisogno di un passaporto, valido per almeno 6 mesi dalla data prevista di rientro. L’altro documento obbligatorio da avere con voi è il visto d’ingresso, richiedibile online sul sito ufficiale del Governo tanzaniano (a 50€), con il Consolato della Tanzania in Italia (a 79€) oppure direttamente nell’aeroporto del Paese. Detta così sembra una procedura all’avanguardia, ma la verità è un’altra. Difatti il sito del governo a noi non permetteva di effettuare il pagamento (e adesso che scriviamo, la pagina non è nemmeno raggiungibile…), mentre l’ultima opzione potrebbe farvi incorrere in tempi di attesa mooolto lunghi, in cui perdereste tempo prezioso per il vostro viaggio. Per questo vi consigliamo di rivolgervi al Consolato, anche se con sovrapprezzo: la procedura da seguire la trovate sulla loro pagina, ricordandovi che, tramite loro, il visto andrà richiesto almeno 10 giorni prima della partenza e che sarà sufficiente una fototessera digitale fatta con il cellulare (senza dover andare da un fotografo). Se poi non avete nessuna fretta o se un’anima buona riparerà il sito tanzaniano, le altre due alternative sono sicuramente perfette per risparmiare qualche soldo. Ma non finisce qui. Infatti, anche se non obbligatoria, vi consigliamo fortemente di stipulare un’assicurazione di viaggio che copra spese mediche, rimpatrio ed eventuali annullamenti di viaggio. Noi da diverso tempo ci troviamo molto bene con l’intermediario assicurativo Heymondo, il quale trova compagnie con massimali e prezzi perfetti per avventure del genere (con il nostro link avete inoltre il 10% di sconto sulla polizza). Anche se, per quanto riguarda l’assicurazione di viaggio abbiamo una “brutta” notizia…
Assicurazione sanitaria obbligatoria per Zanzibar
Dal 1º ottobre 2024 le Autorità di Zanzibar hanno annunciato l’introduzione di un’assicurazione di viaggio obbligatoria per chiunque si rechi sull’isola. Il suo acquisto è necessario, anche per i viaggiatori che già ne possiedono una privata, e ha un prezzo di 44 dollari americani (da qua in poi $), valida per 92 giorni. Il tutto viene fatto direttamente alle varie dogane (aeroporto e porto), allungando ancora di più le già precedenti interminabili file per l’ottenimento del visto. La notizia buona è che tale assicurazione viene applicata esclusivamente all’arcipelago di Zanzibar e non è richiesta, né valida, per i viaggiatori diretti nella Tanzania continentale, comprendendo anche quelli che sull’arcipelago faranno soltanto scalo. Se però dopo il safari vorrete godervi le spiagge di Zanzibar, ricordatevi di avere un altro documento in più da fare.
Documentazione aggiuntiva
Altri documenti consigliati, ma facoltativi, per il vostro ingresso in Tanzania sono il biglietto aereo di ritorno (dato che a volte viene richiesto all’arrivo), una buona quantità di contanti in dollari USA più recenti del 2007 (è molto difficile pagare con la carta e i dollari sono accettati da chiunque, anche se con cambi spesso svantaggiosissimi) ed il certificato di vaccinazione internazionale (per cui vi consigliamo il vaccino contro l’Epatite A). In merito ai vaccini, quello contro la febbre gialla diventa indispensabile per la Tanzania se provenienti da un Paese a rischio (ecco la lista), anche con scali nel suo aeroporto per più di 12 ore. Questo safari ce lo vogliono far sudare a tutti i costi.
Cosa portare e come vestirsi per un safari in Tanzania
L’aereo è preso, i documenti sono stati fatti, e ora rimane da preparare la valigia. Prima della partenza anche noi ci eravamo domandati quale fosse l’abbigliamento più consono per un safari. Purtroppo le indicazioni che avevamo trovato non erano state proprio così precise: quasi ovunque viene detto di indossare maglie e pantaloni lunghi, così da tenere lontane le zanzare. In realtà questo vale solamente con la presenza di piogge, mentre in quella estremamente secca (luglio-ottobre), di insetti ne vedrete realmente pochi, a discapito del sole africano che si farà sentire eccome. Per questo è giusto fare una distinzione tra i due periodi, sebbene alcuni indumenti saranno giusti per entrambi. Difatti l’idea migliore è quella di vestirsi a cipolla, prevedendo un abbigliamento sia leggero (con maglia a maniche corte) che più pesante (camicie di cotone e felpe), da utilizzare contro le zanzare quando presenti o in entrambe le stagioni nelle ore più fresche. A Ngorongoro, situato a 2.200 metri di altitudine, le temperature saranno molto meno piacevoli che nel resto dei Parchi , quindi una giacca antivento da mettere sopra la felpa renderà il vostro viaggio molto più confortevole. Ma forse facciamo prima a farvi una lista degli indumenti e degli oggetti fondamentali per il vostro safari:
- Maglie a maniche corte: per la stagione delle piogge ne basta anche una (è molto meglio proteggersi dalle zanzare con quelle lunghe) ma nella stagione secca è meglio averne una per ogni due giorni di safari;
- Maglie a maniche lunghe e pantaloni lunghi, di materiale leggero: per i pantaloni meglio optare sempre per quelli lunghi, poiché proteggono anche dal sole e dalla polvere, mentre per le maglie è l’inverso di prima: una ogni due giorni di safari per la stagione delle piogge e anche soltanto una per la stagione secca. Il miglior materiale per le calde giornate è sicuramente il cotone, o qualcosa di simile: molto coprente ma allo stesso tempo non troppo pesante;
- Calze media lunghezza ma leggere: vi consigliamo questo indumento anche durante le giornate più calde, per proteggervi proprio dal sole e dalle punture degli insetti. Un paio di calze ogni due giorni di safari puo’ bastare, tanto non camminerete quasi mai se non nel campeggio;
- Colori: sembra una scemenza, invece la colorazione degli indumenti è molto importante. Cercate di vestirvi in maniera neutra o mimetica, dove i migliori colori sono il kaki, il beige, il verde oliva o il marrone. Assolutamente da evitare sono il bianco e i colori troppo vivaci, disturbanti per la fauna locale e molto vistosi per le temute zanzare;
- Giacca impermeabile e felpa: un capo di entrambi è indispensabile in un safari, dato che potrete usarli sia per affrontare le piogge improvvise, sia per le nottate più fresche e le sveglie all’alba (ancora più fresche);
- Scarpe comode: avrete da stare molto tempo sul fuoristrada e quindi più sono comode e più starete meglio. Poi nulla vieta di togliervele all’interno dell’auto e stare a piedi scalzi;
- Sandali o infradito in gomma: utili per i momenti di relax nel campo ma principalmente per quando vi farete la doccia;
- Cappello a tesa larga e una bandana o un foulard: all’interno dell’auto non si è per niente riparati da polvere, vento e sole, dunque un indumento per proteggere la testa ed i capelli (ma anche la bocca ed il naso) da tutto ciò vi tornerà utile;
- Occhiale da sole: stessa cosa di sopra, per proteggere gli occhi;
- Accappatoio o asciugamano grande: se pensate di farvi almeno una doccia durante il safari, uno di questi dovrete portarlo;
- Accessori: portate con voi meno valigie possibili (se in troppe persone la meglio è quella di uno zaino di massimo 35 litri, dato che il fuoristrada non ha molto spazio per i bagagli) troppo grandi e riempitelo con tutto il vestiario appena detto, più gli accessori di cui non potrete fare a meno. Stiamo parlando di una macchina fotografica con un buono zoom, un binocolo, una torcia frontale (per la notte), un power-bank per il telefono e una busta antipolvere (tipo questa) per riparare l’attrezzatura elettronica;
- Beauty: ultimo dettaglio non meno importante è il beauty, dove riporrete i prodotti per la vostra igiene personale (ricordatevi le salviette umidificate, magari biodegradabili) oltre all’importantissima crema solare e, se nella stagione, un repellente per gli insetti. Preso tutto il necessario, preparatevi ad entrare nel vivo del safari. Siamo prontissimi!
Le opzioni per organizzare un safari in Tanzania
Per farla molto breve, esistono tendenzialmente DUE possibilità per prendere parte ad un safari in Tanzania. Potrete prenotare tramite un’agenzia che si occuperà di tutto oppure organizzare tutto da soli, noleggiando un fuoristrada e una guida locale (self-drive). Ma perché non li vediamo entrambi nel dettaglio?
Con un’agenzia che organizzi tutto il safari
Se siete alla vostra prima esperienza di safari in molti vi consiglieranno di affidarvi ad un’agenzia locale, la quale penserà ad organizzare per voi il safari e le varie attività. Perché con safari si intende il viaggio in senso assoluto: da quando vi verranno a prendere in hotel il primo giorno, al momento in cui vi ci riporteranno l’ultimo. Ma tra questi passaggi, capirete bene, avrete molte attività tra cui scegliere. I più desiderati sono i Game Drive, ovvero tutti quei momenti in cui si monta sulla jeep per andare alla ricerca degli animali e avvistarne quanti più possibile; esistono anche escursioni a piedi, su imbaracazioni, di notte e addirittura con la mongolfiera. Le agenzie metteranno a disposizione il proprio mezzo, una guida (e le sue preziosissime conoscenze) ed uno chef che vi preparerà colazione, pranzo e cena. L’agenzia si preoccuperà anche di prenotare gli alloggi (in base al tipo di safari che sceglierete avrete lodge, glamping o semplicissimi campeggi), cosicché dovrete pensare solamente a godervi ques’avventura unica.
In tantissimi scelgono il safari tradizionale con la speranza di scorgere i “Big Five”, e non solo, grazie ai Game Drive all’interno dei Parchi . La guida sarà in costante comunicazione con i colleghi per ricevere informazioni sulla presenza di animali da avvistare; potrete usufruire dei suoi occhi attenti ed allenati per scorgere animali ben mimetizzati nell’ambiente circostante e, ogni tanto, potrete concedervi un breve riposo durante i tragitti molto lunghi (alcuni anche di 6 ore tra un Parco e l’altro). Insomma, anche noi alla fine abbiamo scelto proprio questa opzione. Ma, tanto per farvelo sapere, c’è anche chi puo’ prendere parte ad un safari spostandosi da una città a un Parco, o da un Parco a un altro, grazie a dei voli charter, messi in moto per pochi intimi dalle compagnie “Grumeti Air” e “Coastal Air”. Facendo così i tempi si accorceranno notevolmente, in proporzione però all’aumentare del prezzo.
Safari in autonomia (self-drive)
Noleggiare un mezzo e fare tutto in autonomia potrebbe sembrare il modo più economico di esplorare la savana tanzaniana, ma facendo due considerazioni si scopre velocemente che non è del tutto così. Sicuramente è quello che garantisce maggiore libertà e il massimo dell’avventura, ma, specialmente se siete alla prima esperienza di safari, forse non riuscirete a godervelo come pensereste. Servirà una buona pianificazione e preparazione per economizzare. Questo perché un fuoristrada da safari a noleggio ha in media un prezzo di 140,00$ al giorno (per quanto riguarda “4×4 Tanzania”, una delle agenzie di noleggio più famose), ma quello che inciderà di più sul budget saranno sicuramente gli alloggi e gli ingressi ai Parchi. Basterà spulciare i documenti sul sito ufficiale del “Tanzania National Parks” e quello delle autorità della Ngorongoro CA per rendersene conto: nel 2024 il minimo che potrete spendere, ogni giorno a testa, è di 45,00$ per entrare nei Parchi e di 50,00$ per dormire al loro interno, senza tralasciare la tassa per l’ingresso dei veicoli che spesso è di 30,00$. E questi sono i prezzi più bassi.
Ma non è tutto. Guidare all’interno dei Parchi non è per niente semplice: non ci sono strade asfaltate e nemmeno cartelli segnaletici, ma percorsi che è possibile affrontare solo con 4×4 dove perdersi è estremamente facile, dato che stiamo parlando di superfici infinite. Proprio per questi motivi dovrete guidare per molto tempo e, senza l’aiuto di un’accompagnatore esperto, avvistare gli animali sarà estremamente difficile e snervante. Se quindi pensate di “affittare” una persona che vi faccia da guida del veicolo e per il safari, dovrete aggiungere al totale altri circa 40,00$ per gruppo, ogni giorno. Senza contare che dovrete comprarvi tutte le provviste ed il carburante necessario (dentro i Parchi non se ne trova, tranne un distributore a Serengeti) e, nelle Aree Protette, dormire necessariamente nei campeggi (iOverlander è perfetto per organizzarvi). In definitiva anche noi avevamo iniziato ad informarci per un self-drive sebbene alla fine dei conti, per due persone, non ci è sembrata tutta questa convenienza. Quindi non possiamo aiutarvi più di così, ma voi fate i vostri calcoli e decidete di conseguenza. Male che vada adorerete l’esperienza del safari soltanto un po’ meno.
Che tipo di alloggio scegliere per un safari economico in Tanzania?
Proprio perché gli alloggi toglieranno una bella fetta al vostro portafogli, vogliamo farvi conoscere le TRE possibilità che avrete per dormire dentro o fuori ai Parchi (logicamente la scelta di dormire esternamente sarà molto più economica). Anche in questo caso i prezzi variano tantissimo, anche per la medesima struttura; questo dipende sempre dal periodo, ma anche dalla posizione e dai servizi offerti. La scelta più costosa resta decisamente il lodge, con i prezzi più bassi che superano facilmente i 150€ a notte (arrivando anche a 500€ per il vero lusso). Questi sono solitamente strutture composte da diversi edifici bassi e accoglienti, costruiti in pietra, legno e paglia, per integrarsi armoniosamente con l’ambiente circostante. Troverete servizi di un grand hotel e grandi finestre e portici che si affacciano sulla savana (in quelli interni ai Parchi), offrendo l’occasione di avvistare da vicino gli animali selvatici.
Come seconda scelta vi è il campo tendato (da 100€ a oltre 400€ a notte), ossia un’elegante camera con tutto il necessario, posta all’interno di una grande tenda di ottimi materiali. A parte la struttura, il comfort e le attività sono molto simili a quelle dei lodge. Insomma, quello che noi chiamiamo “Glamping”.
Dunque il campo tendato non è da confondere con il più basico campeggio, ovvero la scelta più economica che avrete (dai 35€ ai 100€ a notte). Dormirete in una tenda da campeggio basica, con spazi e servizi igienici comuni, e nient’altro (spesso non è presente nemmeno l’acqua calda): non da tutti, ma secondo noi l’esperienza più autentica per un safari in Tanzania (nonché l’unica per risparmiare davvero). Senza parlare della possibilità di ritrovarsi gli animali a due passi dalla tenda (se all’interno dei Parchi). In breve, è il campeggio l’opzione che noi vi consigliamo, magari provando a dormire qualche notte anche nella savana, scelta più costosa ma senza dubbio più indimenticabile.
Quanto costa un safari in Tanzania?
Questa è una domanda che in molti, compresi noi, si fanno prima di prendere in considerazione un viaggio in Tanzania. E purtroppo non c’è una risposta precisa, dato che le varianti sono troppe (giorni del safari, alloggi, quante persone, periodo, mese, Parchi scelti, ecc…) ed i prezzi cambiano anche di molto tra loro. Una cosa però è sicura: è impossibile fare un safari (da soli o con agenzia) e spendere poche centinaia di euro. Basta pensare che un turista straniero spenderà in media 100€ al giorno soltanto di tasse governative; dovendo poi pagare il resto (fuoristrada, carburante, alloggi, cibo e bevande, ecc…) è impensabile spendere meno di 150€ a persona al dì. Già che ci siamo vogliamo darvi un’idea dei prezzi MINIMI che dovrete affrontare sia in un self-drive che partecipando ad un safari organizzato…
Costi minimi di un safari in self-drive
Vi abbiamo già mostrato durante l’articolo quanto noleggiare un fuoristrada e cercare di visitare i Parchi in autonomia (self-drive) non vi faccia risparmiare così tanto (anzi, a volte puo’ risultare più caro). Oltre a influire negativamente sull’esperienza, specialmente se si è al primo safari della vita. Le spese indispensabili saranno un 4×4 a noleggio (massimo da 4 persone), dagli 80$ a oltre 150$ al giorno (a seconda del modello e se lo volete con rooftop-tent ed altri accessori), i permessi d’ingresso ai Parchi per le persone (35$-118$ a persona giornalmente), e i permessi per i veicoli (30$), il carburante (circa 10-15$ al dì) ed il cibo (circa 30$ se si mangia nei Parchi, nettamente inferiore se si compra in città). Aggiungendo anche gli “optional” guida turistica durante il safari, assicurazione auto e campeggi interni, dovrete sommare al totale giornaliero rispettivamente 40$-100$, minimo 20$ e 15$-35$ quelli pubblici e il doppio per quelli privati. A stare bassissimi, in un safari self-drive fatto in 4 persone, spenderete perciò 200€ a testa ogni giorno. Senza contare gli imprevisti ed il dover guidare tutto il tempo.
Costi minimi di un safari con un tour
Oltre ai costi sopracitati, prendendo parte ad un tour, dovrete aggiungere al costo del safari anche gli stipendi dell’autista/guida e del cuoco, oltre alle commissioni dell’agenzia e alle famigerate mance tanzaniane (che vi spieghiamo dopo). Ma affidandovi ad un tour potrete dividere queste spese fino ad un massimo di 6 persone, riducendo notevolmente il prezzo per individuo. Se non doveste sentirvi a vostro agio a condividere quest’esperienza con altre persone potrete fare anche un tour privato, preparandovi dunque a spendere quasi il 50% in più. Per darvi qualche numero: il safari in 6 persone più basico possibile puo’ venire a costare almeno 180€ al giorno, quello in privato (da 2 persone) minimo 260€. Quindi non fidatevi dei prezzi irrisori fatti da alcune compagnie. O è una fregatura o l’agenzia sta risparmiando su tutto. Non vorrete per caso fare un safari con un mezzo con poca manutenzione, guide inesperte, cibo immangiabile ed essere complici dello sfruttamento dei lavoratori africani? Non crediamo proprio.
Meglio un tour safari privato o di gruppo?
L’ennesima domanda a cui è molto difficile dare una risposta oggettiva; ognuno ha le sue esigenze, ed è molto difficile consigliare un tour safari privato piuttosto che uno di gruppo. Come spesso succede in questi casi, possiamo tuttavia aiutarvi a scegliere il tour che fa più al caso vostro, elencandovi i vantaggi e gli svantaggi di entrambe le opzioni.
Innanzitutto il safari privato è un’esperienza su misura, pensata per voi o per il vostro gruppo, in cui vi godrete l’intimità della savana africana con un itinerario personalizzato e un’attenzione dedicata. Scegliendo questa opzione avrete dalla vostra totale flessibilità, potendo personalizzare completamente le destinazioni, i vari orari (sveglia, inizio e fine safari, ecc…), i tempi e le attività, oltre a vivere un’esperienza più intima e ad avere più spazio per muovervi all’interno del veicolo. Come contro, a meno che non siate un gruppo privato di 6 persone, c’è sicuramente il maggior costo e l’obbligo a restare sempre e solo tra di voi, senza poter avere a che fare con nessun altro.
Un safari di gruppo è invece un’esperienza totalmente condivisa, lungo un itinerario prestabilito alla scoperta delle meraviglie della Tanzania. Il safari di gruppo ha quindi il vantaggio di farvi spendere molto meno, di farvi conoscere persone da tutto il mondo, e spesso molto interessanti; potrete così godervi ancora di più gli avvistamenti della fauna selvatica, gli incontri culturali e l’avventura in generale. Con un gruppo può quindi aumentare l’emozione e il divertimento di un safari. Di svantaggio ha la poca flessibilità (le scelte devono andar bene a tutto il gruppo) e a bordo del fuoristrada avrete una mobilità minore. Voi cosa preferite?
La nostra esperienza personale
Capite dunque che ci è impossibile dirvi quale scegliere tra le due, anche se possiamo raccontarvi brevemente la nostra esperienza personale: era il nostro primo safari e la differenza di prezzo era troppa, così abbiamo optato per 6 giorni di tour in gruppo. Stiamo molto bene soltanto noi due, ma per un piccolo lasso di tempo adoriamo condividere spazi, esperienze e racconti con persone sconosciute. E su questo siamo stati molto fortunati: un ragazzo messicano che vive in Spagna, un informatico ucraino che vive in Germania, un dottore tedesco e un giramondo statunitense. Grandi compagni di avventura. Non ci sono mai stati problemi di organizzazione, mai nessun ritardo, sempre d’accordo su tutto, tantissime chiacchere e nel fuoristrada ci scambiavamo di continuo di posto per avere tutti la visuale migliore. Forse non sarà per tutti così, ma noi abbiamo vissuto il safari proprio come ce l’eravamo immaginati; se l’avessimo fatto in privato forse non sarebbe stato così piacevole. Ma come diciamo sempre, voi scegliete quello che meglio credete, e non avrete nessun rimpianto.
La regola delle mance in Tanzania
Un altro fattore da prendere in considerazione sono le mance tanzaniane, dato che aumenteranno ancora di più la spesa per il vostro safari. Sebbene non siano obbligatorie, sono molto apprezzate e la guida e lo chef se le aspetteranno (anche se non ve la chiederanno mai). In Tanzania le mance sono un riconoscimento per il loro lavoro, e molti di questi dipendenti possono vivere una vita in modo un po’ meno difficoltosa grazie a queste. Sono davvero l’unico modo per poter lasciare un impatto positivo sulla popolazione locale (il più delle volte i costi dei safari non si riflettono negli stipendi guadagnati dai suoi dipendenti). La linea guida delle mance per un safari è di minimo 20$ al giorno per ogni dipendente (es.: se avete una guida e un cuoco saranno 20$x2), da dividere con il resto del gruppo. In un safari privato di 2 individui, la mancia sarà molto più alta per il singolo turista, mentre in un safari di gruppo da 6 peserà molto meno nelle vostre tasche. Alla fine saranno un piccolo sacrificio per voi, ma un grande aiuto per loro e le loro famiglie.
N.B.: ok, è vero, i prezzi che vi stiamo fornendo sono molto alti anche per un europeo. Abbiamo sempre parlato di “Come organizzare un safari ECONOMICO in Tanzania”, anche se nessun safari tanzaniano si possa definire un viaggio economico. Magari il titolo è un po’ accattivante ma non dovete prendervela, poiché questo articolo vi sarà utilissimo ugualmente. Chiamandolo in un altro modo forse non l’avreste mai trovato su internet. Quindi, detta più sinceramente, vi stiamo aiutando ad organizzare il safari con il miglior rapporto qualità/prezzo, e dai prossimi capitoli tutto vi sarà ancora più chiaro.
L’opzione migliore per un safari in Tanzania
Eccoci arrivati al dunque. Vi abbiamo già sciorinato tutte le scelte più gettonate per un safari in Tanzania, eppure vogliamo aiutarvi ancora un po’. Vogliamo darvi l’opzione (secondo noi) migliore per immergervi completamente in questo viaggio. Senza svuotarvi il portafoglio. Ricapitolando i precedenti capitoli, dovreste avere capito alcune cose, del tipo:
- Il miglior periodo per rispsrmiare sono i mesi di settembre e ottobre, quando i prezzi sono più contenuti, le folle meno numerose ma lo spettacolo della natura è ancora alla massima potenza.
- È meglio affidarvi ad un’agenzia di viaggi locale, così da non avere costi imprevisti, sapere meglio dove scovare gli animali e non dover pensare a guidare o a organizzare il resto. Inoltre il più delle volte è anche una scelta più economica rispetto al safari datto in autonomia.
- Scegliendo un tour potrete risparmiare ancora molti soldi prendendo parte ad un safari di gruppo, grazie alla quale spenderete molto meno, conoscerete nuove persone e condividendo l’avventura questa vi rimarrà ancora più impressa negli occhi e nel cuore.
- Decidendo di fare un safari di più giorni, preferite i campeggi piuttosto che i lodge o i campi tendati; potrete vivere un’esperienza più autentica, più avventurosa ma soprattutto più conveniente.
Tra questi ci sono altre due varianti che ancora non vi abbiamo spiegato, sebbene siano molto importanti da prendere in considerazione se si vuole serbare ancora qualche dollaro. Logicamente una piccola ma grande differenza la fa la scelta dell’agenzia, senza contare la distinzione di prezzi che c’è a seconda dei Parchi che vogliamo visitare, dato che più importanti sono e più costeranno. Che ne dite, guardiamo queste ultime due cose insieme?
Quale agenzia scegliere per organizzare un safari in Tanzania
Se vi abbiamo convinto a vivere il vostro safari in Tanzania con un tour, adesso non resta altro che scegliere l’agenzia giusta. E noi possiamo indirizzarvi su quelle più economiche, ma ugualmente di ottima qualità. Per iniziare dovrete per forza affidarvi ad un tour operator locale, senza nemmeno perdere tempo sulle più celebri piattaforme di prenotazione, come per esempio GetYourGuide o Civitatis; sebbene ne vada a discapito della nostra commissione con loro, questi siti forniscono i safari a prezzi molto più alti che in loco, senza però offrire niente in più (spesso non includono nemmeno gli ingressi ai Parchi). Il secondo passaggio è quello di visitare il sito della “TATO” (Tanzania Association of Tour Operator), in cui troverete tutte le agenzie che collaborano con le autorità competenti per definire e far rispettare le norme e gli standard qualitativi nel settore turistico: in sintesi hanno tutte le carte in regola per lavorare, e pagano dignitosamente i loro dipendenti. Perciò, appena decise le date del vostro viaggio in Tanzania, è buona norma incominciare a inviare e-mail da casa ai vari tour operator “TATO” del territorio, facendovi mandare preventivi e itinerari. La maggior parte di queste vi risponderà in pochissimo tempo, così da avere fin da subito una visione generale dei prezzi, trovando anche il più vantaggioso. Ricordatevi di farvi inviare (e logicamente guardare nel dettaglio) gli itinerari, dato che molte compagnie offrono tour di più giorni, quando in realtà il primo e l’ultimo sono spesso ambientati nelle città di partenza, facendo diventare il “viaggio” vero e proprio di meno giorni. Per farvi un esempio: noi che avevamo scelto di fare un safari da 6 giorni abbiamo ricevuto molti preventivi con due notti passate ad Arusha e soltanto quattro nei vari Parchi. E questo non piacerà a molti.
Un sito molto comodo per iniziare a verificare gli itinerari ed i prezzi è quello di Safari Bookings; attenzione però, molte delle agenzie presenti offrono prezzi bassi, ma spesso non fanno parte della “TATO”, e dunque non ci sentiamo di consigliarvele. “Safari Bookings” è in poche parole un mezzo per capire quanto più o meno spenderete per il safari da voi scelto. Ricordatevi di non scegliere quelli con prezzi troppo bassi e irreali, ma pensate anche che un safari economico non significa per forza un safari di bassa qualità. Purtroppo la garanzia di avere una macchina in buone condizioni e comoda, guide esperte e magari multilingue e servizi degni di questo nome hanno purtroppo un costo più alto del minimo, ma avrete sicuramente la possibilità di incontrare ottimi prezzi. Basterà scegliere operatori turistici affidabili e rispettosi dell’ambiente, che investono nella conservazione della fauna e delle comunità locali. In questo modo, il vostro viaggio contribuirà non solo alla vostra felicità, ma anche alla salvaguardia di questo straordinario ecosistema.
Una delle migliori agenzie per un safari economico in Tanzania
L’organizzazione del nostro safari ha necessitato un’attenta ricerca (durata più di un mese) nei minimi dettagli, durante la quale abbiamo cercato l’agenzia che potesse fare più al caso nostro: abbiamo inviato e-mail per richiedere preventivi e ricevuto itinerari da studiare, perfezionare o da scartare. Alla fine l’agenzia che ci sembrava rispettare meglio i requisiti da noi richiesti (agenzia etica e appartenente alla “TATO”, che offrisse un safari completo ed economico quanto più possibile) è stata la “Kilele Climb Tours and Safari”, alla quale ci siamo affidati sia per l’organizzazione del nostro safari che per la scalata del Kilimanjaro. Con loro ci siamo trovati benissimo, a partire dal mezzo di trasporto, che abbiamo trovato comodo e spazioso, sia per quanto riguarda la nostra guida, super esperta e preparata, ed il nostro chef personale, sempre pronto a soddisfare tutte le nostre esigenze. Noi abbiamo preso parte al tour “6 Days Best Tanzania Safari – Northern Circuit – Budget Camping” con altre 4 persone, tuttavia nel sito di Kilele Climb troverete tantissime altre idee e spunti per indimenticabili safari tanzaniani. Se non volete perdere tempo inutile a cercare in lungo e in largo, provate subito a richiedere un preventivo a loro, siamo sicuri che riusciranno a soddisfarvi!
Quali Parchi visitare durante un safari in Tanzania
L’ultimo grande dilemma rimasto è proprio quali Parchi visitare e quali no, tenendo bene a mente che la Tanzania ha più di 22 Aree Protette (in continuo aumento) dove poter fare un safari. Ed alcune di esse sono così estese da rendere impossibile un’esplorazione approfondita in poco tempo. Capite dunque che non riuscirete mai, in un solo viaggio, a vederle tutte e dovrete quindi fare una dolorosa cernita delle migliori. Potrebbe sembrare un’ardua impresa eppure basta pensare che in tantissimi, per la prima esperienza di safari, scelgono semplicemente i Parchi del nord della Tanzania; facili da raggiungere e frequentati da quasi tutti gli animali autoctoni del Continente. Al nord si trovano infatti le Aree Protette più celebri e visitate, come il Serengeti National Park e la Ngorongoro Conservation Area.
Supponendo che vogliate esplorare aree fuori dalle rotte turistiche, la Tanzania puo’ accontentare tutti: potrete dedicare al safari giusto un giorno o due prediligendo il Nyerere National Park (il più esteso Parco dell’Africa Orientale), conosciuto anche come Selous Game Reserve, o il Mikumi NP, entrambi “facilmente” raggiungibili da Dar Es Salaam. O perché no, i poco frequentati Gombe Stream NP (famoso per ospitare gli scimpanzè e per essere stato luogo degli importantissimi studi di Jane Goodall) e lo Mkomazi NP, in cui potrete vedere il raro rinoceronte nero da vicinissimo. Eccettera, eccetera, eccetera. Insomma, avrete letteralmente l’imbarazzo della scelta.
Ma noi vogliamo fare di più elencandovi le Aree Protette più da safari, spiegandovi le caratteristiche principali e aiutandovi a delineare l’itinerario che più vi si addice. Per comodità li abbiamo suddivisi fra quelli facilmente raggiungibili da nord, da sud e quelli più remoti. Per i prezzi di ciascuno, che sono troppi, vi rimandiamo invece alla pagina molto ben fatta di “Tanzania Emotion Safaris”. Dopo aver letto tutto il nostro articolo vi sembrerà quasi di aver già preso parte ad un safari in Tanzania.
Parchi del nord per un safari in Tanzania
Come già detto, nel nord della Tanzania si trovano i Parchi più famosi e dunque quelli tra i più visitati e costosi. Difficile però sconsigliarvi un safari al loro interno, dal momento che sono veramente un mondo naturale a parte e del tutto strabiliante. Oltre ad essere facilmente raggiungibili dalle città di Moshi e Arusha, e quindi dall’aeroporto internazionale del Kilimanjaro e da quello più piccolo di Arusha. Almeno un Parco del nord andrebbe sicuramente inserito nel vostro itinerario.
L’Arusha National Park
Il piccolo Parco Nazionale di Arusha, come si capisce dal nome, è il più vicino alla città di Arusha, a nemmeno 30 km di distanza. Qui potrete avere un primo approccio con i safari, visitando questo Parco in un solo giorno; potrete anche optare per vivere un tour a piedi o in canoa (nel Lake Momella), attività presente solo in altri poche aree protette della Tanzania. Sarà piuttosto difficile avvistare grandi predatori, ma in cambio potrete ammirare una vasta popolazione di scimmie blu e colobi, bufali, facoceri e numerosi fenicotteri, oltre a poter scorgere la maestosità del Mount Meru e del Mount Kilimanjaro in più momenti. Il prezzo d’ingresso di 59$ al giorno a persona è comunque troppo per quello che ha da offrire.
Il Tarangire National Park
Il Tarangire NP si trova lungo la strada per Dodoma, capitale della Tanzania, ha un’estensione che supera i 2.500 km² ed un’incredibile ricchezza di flora e fauna. Il tutto allo stesso prezzo d’ingresso dell’Arusha NP (59$). I suoi paesaggi sono semplicemente spettacolari, questo dovuto anche alla presenza del fiume omonimo che lo attraversa. Nella stagione delle piogge il fiume disegna paesaggi verdi e selvaggi; nella stagione secca, da maggio ad ottobre, gli animali si concentrano lungo le sue sponde (che non vanno mai completamente in secca) ed il Parco rimane molto più verde e rigoglioso rispetto ad altri Parchi.
Varcate le porte del Tarangire sembrerà di entrare, nel senso buono, in uno zoo: pochi metri prima dell’ingresso non vedrete niente, ma pochi metri dopo gli animali spunteranno come funghi. Zebre, giraffe, gnu, facoceri, scimmie, antilopi ma soprattutto elefanti. Tantissimi elefanti. Il Parco è difatti famoso per la presenza di un gran numero di giganteschi alberi di baobab frequentati da simpatici pachidermi, i quali rendono il paesaggio un quadro a cielo aperto da ammirare in tutta la sua bellezza. Per i più fortunati non mancheranno nemmeno i leoni ed i leopardi. Per noi il Tarangire è stata la prima Area Protetta africana ed il suo ricordo resterà per sempre indelebile nei nostri cuori. Ci sentiamo comunque di consigliarlo anche a chi ha già visitato Parchi più celebri, perché il Tarangire è differente: siamo certi che non vi deluderà.
Il Lake Manyara National Park
Il Parco Nazionale del Lago Manyara si trova poco ad ovest di Arusha, vicino alla caratteristica cittadina di Mto wa Mbu, e la sua estensione è molto più ridotta rispetto al precedente. In questo caso parliamo di circa 330 km², di cui gran parte occupata dal lago. Qui potrete facilmente fare la conoscenza di elefanti, bufali, facoceri, una grande varietà di uccelli e numerosissimi babbuini. Rispetto al classico safari nella savana, dove lo sguardo si perde negli spazi sconfinati, qui vi addentrerete nel fitto della vegetazione, rendendo gli avvistamenti degli animali totalmente differenti.
Ma le sue particolarità sono altre. Il Lake Manyara (che dà il nome all’Area), insieme alla fitta foresta che lo circonda e la ricchezza di sorgenti termali al suo interno, fanno del National Park uno dei luoghi più importanti per la biodiversità tanzaniana. Inoltre si dice che questo sia l’unica Area Protetta, oltre al Parco Nazionale della Regina Elisabetta in Uganda, dove sia possibile avvistare i leoni “arboricoli“. Ovvero leoni che hanno sviluppato una particolare caratteristica comportamentale e amano arrampicarsi sugli alberi, come di solito fanno i leopardi. Ma questo avviene sempre più raramente, e sarà difficilissimo esserne testimoni. Detto questo vi suggeriamo di pensarci due volte prima di visitare questo Parco (59$ al giorno) e investire i vostri soldi in uno migliore. Tipo il prossimo.
Il Serengeti National Park
Sua maestà Serengeti, il Parco Nazionale per eccellenza. Oltre 30.000 km² di estensione, casa di decine e decine di specie diverse di animali, che convivono basando la propria esistenza su un fragile equilibrio. Scenario di alcuni degli eventi più importanti del cerchio della vita, dal periodo delle nascite, quando migliaia di cuccioli vengono partoriti ogni giorno, alle più cruenti battaglie di caccia, passando per la celeberrima Grande Migrazione. Serengeti è il Parco che tutti vogliono e devono visitare almeno una volta nella vita. Nella stagione secca lo troverete arido, vi darà quasi l’impressione di un luogo inospitale, dove regnano la polvere ed il vento. In realtà esplorandolo con una guida esperta scoprirete come sia uno dei luoghi dove è più facile fare avvistamenti, soprattutto dei grandi felini: leoni, leopardi e ghepardi. È infatti uno dei pochissimi Parchi al mondo dove è possibile incontrare tutti i “Big Five“ in una volta sola, anche se per il rinoceronte bisogna spostarsi fuori dalle rotte turistiche.
In poche parole il Serengeti è uno stupefacente melting-pot di vita. Oltre a ospitare le più grandi migrazioni di ungulati, con circa 1,3 milioni di gnu, 200.000 zebre e 500.000 gazzelle, ha anche la più alta concentrazione di predatori al mondo. Le stime indicano la presenza di 7.500 iene, 4.000 leoni e 500 ghepardi, che rendono questo ecosistema uno dei più dinamici e affascinanti del pianeta. Nel Serengeti NP potrete avventurarvi in spazi sconfinati di giorno (89,60$ a testa giornalmente, uno dei più cari) e ammirare il suo cielo infinito di notte, quando si riempie del “Tutto”, mostrandovi a occhio nudo la bellezza di stelle e costellazioni. L’UNESCO non poteva che inserirlo nella sua lista dei Patrimoni dell’Umanità. C’è così tanto da dire e da scoprire del Serengeti che un solo articolo ed un solo viaggio non potranno mai bastare!
La Ngorongoro Conservation Area
C’è un’altra zona safari scelta dall’UNESCO e questa è proprio la Ngorongoro Conservation Area. Non abbiamo detto “Parco Nazionale” ma “Area di Conservazione“, che sono due cose diverse: in entrambi vengono protetti il territorio e la natura, tuttavia la differenza sostanziale è che nella seconda viene riconosciuto il diritto di insediamento delle comunità Maasai. All’interno di Ngorongoro possono vivere e far pascolare il proprio bestiame, in un National Park possono esistere soltanto la flora e la fauna.
Fortunatamente non è soltanto questo a rendere Ngorongoro un luogo unico e speciale nel mondo. Questa Conservation Area è di fatto la più grande caldera intatta sulla faccia della Terra, derivata da una vasta depressione causata dal collasso di un vulcano dopo una grande eruzione, circa 2,5 milioni di anni fa. Ecco perché i suoi 8.300 km² di superficie sono suddivisi in due zone ben distinte, ovvero l’altipiano con la savana (il bordo della caldera) e lo spettacolare cratere ricoperto da laghi, boschi, paludi e pianure erbacee, in cui avrete uno dei migliori safari della vita. Riuscendo a sorprendere anche i visitatori più esperti.
Raggiungendo il bordo del cratere a quota 2.300 metri di altitudine potrete godere di viste spettacolari sul paesaggio al suo interno, 600 metri più in basso. Anche se il magico viaggio inizierà soltanto una volta che sarete entrati all’interno dello Ngorongoro Crater; un vero e proprio Universo da scoprire, con il paesaggio in continuo cambiamento e una concentrazione di animali altissima. Fra quelli che è possibile avvistare spicca il rinoceronte nero (uno dei mammiferi a più alto rischio di estinzione). Se poi questo non dovesse succedere non dovrete preoccuparvi poiché Ngorongoro è emozione pura…e da solo vale un viaggio in Tanzania.
L’unica cosa negativa della Ngorongoro CA? Il prezzo fuori di testa da pagare ogni giorno per visitarla: 82,60$ a persona e 30,00$ a veicolo per l’ingresso al bordo della caldera, da versare anche se soltanto di passaggio (per andare al Serengeti da Arusha dovrete attraversarla, e quindi pagare), 70,80$ per pernottare al suo interno (possibile soltanto sul bordo) e 295,00$ per auto per discendere nel cratere. È uno dei Parchi più costosi d’Africa, di quelli che farà impennare il prezzo di un safari; visitandolo però capirete subito di aver investito ogni centesimo nel miglior modo possibile.
Il Lake Natron
Alcuni safari includono la possibilità di visitare il Lake Natron, oasi naturale all’interno della Ngorongoro CA (ma non raggiungibile direttamente dalla caldera), cosicché vogliamo parlarvene. Questo luogo è differente dagli altri, poiché le sue attrazioni principali, e la sua fauna, vengono scoperte camminando. E anche il lago è particolare di per sé: si tratta infatti di uno specchio d’acqua salino altamente alcalino ed estremamente caustico per la pelle. Cose che i fenicotteri ed i pellicani fanno finta di non sapere, passando le giornate sulla sua superficie. Le praterie intorno sono poi bazzicate da gnu, zebre e giraffe e sarà possibile avvicinarsi a loro (a piedi) più di quanto pensiate. Il tutto condito dall’unico vulcano attivo della Tanzania (Ol Doinyo Lengai) che svetta sullo sfondo. Lo scenario è da pelle d’oca.
Questa zona, non facilmente raggiungibile, si sviluppa attorno al minuscolo villaggio di Engare Sero, che oltre al Lake Natron offre tanti altri luoghi d’interesse pronti a stupirvi: l’ascesa in un giorno al vulcano, le bellissime cascate lungo il fiume Engare Sero e le impronte preistoriche attorno al lago.Potrete inoltre esplorare la zona grazie ad una guida Maasai, che qua vive in piante stabile. Potrete quindi includere il Lago Natron nel vostro safari, ciò nonostante vi consigliamo di dedicarvi ad altri Parchi e poi esplorare questa zona in autonomia, grazie all’aiuto della tribù indigena.
Lo Mkomazi National Park
Il Parco Nazionale Mkomazi è sconosciuto ai più, anche se è visitabile in un giorno sia da Arusha (a ovest) che da Tanga (a est, più costoso). Al suo interno (35,40$ a persona al giorno) pochi fortunati riescono ad avvistare tutti i “Big Five”, ma chi raggiunge Mkomazi lo fa principalmente per poter ammirare da vicino il rinoceronte nero; questo perché nel 1991 è stato istituito al suo interno un santuario che si dedica alla protezione dall’estinzione del mammifero. Gli esemplari si trovano all’interno di un’area protetta e altamente sorvegliata del Parco, diventando il miglior luogo in Tanzania per incontrarli. Se quindi volevate per forza vedere il rinoceronte nero, e Ngorongoro non vi ha accontentati, adesso sapete dove dirigervi.
Parchi del sud per un safari in Tanzania
Anche se meno conosciuti e frequentati di quelli del nord, anche i Parchi del sud sanno come sorprendere. Purtroppo non abbiamo fatto nessuno di questi anche se, avendoli studiati minuziosamente prima di partire, siamo in grado di farvi un veloce elenco, soffermandoci sul più famoso, il Nyerere National Park.
Ruaha National Park
Raggiungibile da Dodoma, Morogoro e Dar es Salaam, dal 1964 (anno della sua istituzione) fino a poco tempo fa è stato un luogo semi-sconosciuto al turismo, senza infrastrutture e accessibile a pochi fortunati. Ragion per cui il Ruaha National Park risulta oggi uno dei Parchi più inalterati della Tanzania, che spesso potrete avere tutto per voi. Nella sua vasta area (22.000 km²) si nascondono elefanti, ghepardi, bufali, gazzelle, struzzi, oltre a più di 550 diverse specie di uccelli. Il Ruha (35,40$ per adulto) diventa così un Parco perfetto per scattare foto di splendidi volatili variopinti.
Mikumi National Park
L’altro che vogliamo consigliarvi è il Parco Nazionale Mikumi (35,40$), il cui paesaggio è spesso paragonato a quello del Serengeti, ma i due luoghi non sono certo paragonabili in quanto a quantità di fauna presente. Il Mikumi presenta al suo interno i caratteristici alberi da savana ed i suoi animali più endemici (escluso i predatori), senza però strafare. Quello che realmente lo distingue dagli altri Parchi sono la semplicità di visita (a sole 2 ore da Dar es Salaam e con all’interno strade asfaltate) e le formazioni rocciose che lo circondano, le Udzungwa Mountains, le Uluguru Mountains e le Malundwe Hills. Ciò fa del Mikumi un luogo accessibile e comodo per tutti, con la garanzia di vedere la principale fauna africana ed un paesaggio unico nel suo genere.
Il Nyerere National Park (contenente la Selous Game Reserve)
Parchi remoti per un safari in Tanzania
Oltre ai più celebri e turistici Parchi del nord e del sud, in Tanzania esistono luoghi ugualmente magnifici ma così remoti che in pochi decidono di raggiungere. Preparatevi dunque a lunghe ore di viaggio ripagate da natura e fauna unica e selvaggia. Per farvi capire a che luoghi ci stiamo riferendo, basterà farvi gli esempi del Gombe Stream National Park (118,00$) o del Mahale Mountains National Park (94,40$). Due Parchi sulle rive del lago Tanganica (confine naturale con il Congo e il Burundi), unici luoghi del Paese dove poter conoscere da vicino, e nel loro habitat, i nostri più prossimi parenti genetici: gli scimpanzé.
Stessa identica cosa per quelli del sud, noi non abbiamo avuto il tempo necessario per raggiungere nessuno di questi Parchi, situati negli angoli più disparati della Tanzania. Se doveste avere il tempo necessario per farne anche uno solo di questi, noi non ci penseremmo due volte. Mandateci una foto degli scimpanzè, mi raccomando!
Gombe Stream National Park
Il Gombe è conosciuto anzitutto grazie a Jane Goodall che negli anni ’60 ha studiato, e reso noto a tutto il mondo, il Parco e i comportamenti di questi primati, così simili a noi umani. Si puo’ raggiungere con charter, treno, strada sterrata o autobus (senza alcuna fretta, eh) per poi fare il tratto finale obbligatoriamente su di un’imbarcazione. Nel Mahale, dove entrare è ancora più difficile (solo in aereo o barca), sopravvive la più popolosa colonia di scimpanzè del Continente, oltre a permettervi di fare snorkeling e immersioni, facendo la conoscenza dei colorati pesci di uno dei più antichi e profondi laghi al mondo.
Rubondo National Park e Saanane National Park
Parlando sempre di laghi, queste ultime due Aree Protette sono accomunate dal fatto di essere vere e proprie isole nelle acque del Lake Victoria (il più grande lago d’Africa e secondo nel mondo). Anche se in entrambe potrete avvistare numerosa fauna africana (compresi i coccodrilli…per cui niente bagno), il Rubondo è riconosciuto per essere un paradiso degli amanti del birdwatching, con l’80% di suolo ricoperto da foresta pluviale, mentre il Saanane (di soli 2 km²) lo è per gli appassionati di rettili e unico luogo in Tanzania ad ospitare il cercopiteco di Brazzà.
L’itinerario perfetto per un safari economico in Tanzania
Come avete avuto modo di leggere le Aree Protette e le zone da visitare sono veramente tantissime. Organizzare un safari che vi porti alla scoperta di tutti questi luoghi in maniera approfondita è quasi impensabile a meno che non abbiate risorse economiche e tempo illimitati. Avrete sicuramente capito che il costo dei Safari non è per niente basso, quindi il nostro consiglio è quello di scegliere la vostra zona preferita (nord, sud o remoti) e poi scegliere i Parchi più vicini, prediligendo quelli che vi permetteranno di vedere il maggior numero di animali e paesaggi. Senza per forza dover svuotare del tutto il vostro portafogli.
Adesso però è il momento della risposta che stavate sicuramente aspettando da inizio articolo: «Quale Parchi consigliate?». Senza girarci troppo intorno, secondo noi la migliore scelta per un primo safari in Tanzania è quella di partire da Arusha e dedicarsi al Serengeti NP, Ngorongoro CA e Tarangire NP. Luoghi molto turistici, ma che comunque sanno regalare emozioni incomparabili e sempre differenti. Ma vogliamo osare ancora di più: per noi la scelta migliore per risparmiare il più possibile, senza fare a meno della qualità e dei ricordi, è senza dubbio il safari di gruppo da cinque giorni “5 Days Best of Tanzania Wildlife Safari – Northern Circuit – Budget Camping”, con cui esplorerete un giorno Tarangire, due giorni e mezzo Serengeti ed un giorno Ngorongoro. Soltanto facendolo potrete capire la meraviglia di questi tre mondi così uguali ma allo stesso tempo così differenti. Noi intanto incrociamo le dita per voi, perché vediate tutti i “Big Five“! Ma come…non avete mai sentito parlare di loro?
Cosa e quali sono i “Big Five”
Tutti prendono parte ad un safari africano sperando di poter avvistare i “Big Five”, due parole che oramai sono entrate nel lessico collettivo e fanno sognare milioni di persone ogni anno. Ma cosa e quali sono questi “Big Five”? Sono i cinque animali più iconici e ricercati della savana africana, erroneamente scambiati per quelli più grandi (visto il nome in inglese); la storia dei “Grandi Cinque” ha inizio nel XX secolo, quando i cacciatori europei consideravano queste bestie le più difficili da abbattere, date le loro dimensioni, la loro forza e le loro abitudini elusive. Insomma, questa denominazione ha un passato così oscuro che secondo noi sarebbe giusto non usarlo più. Però con il passare del tempo la parola “Big Five” ha preso sempre più campo, indirizzando per fortuna l’interesse delle persone soltanto sulla loro osservazione all’interno dell’habitat naturale. Un tempo temuti e cacciati, sono ora (quasi ovunque) ammirati e protetti, rappresentando un simbolo di conservazione e un’esperienza di viaggio unica.
Siamo perciò onorati di presentarvi i “Big Five“ ed il loro nome in swahili: il leone (simba), il leopardo (chui), l’elefante (tembo), il rinoceronte (faru) ed il bufalo (nyati). Alcuni di questi sono molto facili da incontrare (elefante, bufalo), altri rappresentano una vera sfida (rinoceronte, leopardo) e soltanto scegliendo le giuste Aree potrete dire di averli visti tutti e cinque. Fortunatamente la Tanzania è una delle destinazioni più famose per farlo.
Un sogno che si avvera
Siamo arrivati al termine di questo lungo, lunghissimo, primo articolo sulla Tanzania. Concludiamo con la voglia di dire ancora tanto, così come siamo tornati a casa dopo questo viaggio con la voglia di vedere ancora tanto. Avevamo sempre sognato, come penso quasi chiunque, di prendere parte ad un safari, ma mai avremmo creduto di farlo così di getto; abbiamo deciso di andare in Tanzania pochi mesi prima della partenza e il nostro desiderio si è così inaspettatamente avverato…
In questo meraviglioso viaggio in Tanzania oltre al safari abbiamo scalato la montagna più alta d’Africa, il Kilimanjaro, ed il vulcano più attivo del paese, l’Ol Doinyo Lengai; abbiamo raggiunto villaggi remoti abitati solo da Maasai e, sporadicamente, da qualche viaggiatore curioso; esplorato montagne verdissime con camaleonti che non è possibile ammirare da altre parti al mondo e nuotato nelle acque cristalline di Zanzibar che, contrariamente a quello che tanti dicono, è molto di più di una semplice isola dove fare solo mare. Insomma, la Tanzania, e soprattutto il safari, si sono ricavati un grande angolino nel nostro cuore. Per noi è stata la prima volta in Africa, e da subito ci siamo innamorati follemente delle sue persone, della sua natura e dei suoi colori (un po’ meno del cibo). Troppo presto per dire se il “Mal d’Africa“ ha colpito anche noi, anche se molto probabilmente siamo affetti da una forma ancora più grave di questa malattia…l’inestinguibile voglia di viaggiare. Non sappiamo se esiste una cura…noi speriamo proprio di no!