Ci sono luoghi che tutti visitano almeno una volta nella vita ed altri che restano destinati a pochi fortunati. La Ciudad Perdida è uno di questi ultimi ed il motivo è ben presto svelato: per raggiungerla si devono affrontare almeno 4 giorni di cammino nella selva della Sierra Nevada de Santa Marta, in Colombia. Non ci sono treni, bus, auto o altri mezzi su ruota che possano condurvi al suo cospetto, solo le vostre gambe, le vostre forze e la vostra voglia di scoprire questo mistero colombiano. Mistero che sarà pronto a svelarsi in tutta la sua meraviglia a quelli che sapranno e vorranno raggiungerlo. Potevamo forse lasciarci sfuggire una simile occasione?

Vista dal basso dei terrazzamenti della Ciudad Perida (Lost City) in Colombia

Non potete proprio immaginare cosa si nasconda all’interno di tutta questa natura

Che cos’è la Ciudad Perdida, la Machu Picchu Colombiana

Ci piace accomunare la Ciudad Perdida alla molto più celebre Machu Picchu, soltanto per darvi un’idea della bellezza di questo sito archeologico semisconosciuto ai turisti. Non sono certo comparabili in fatto di estetica, ma la loro magia e l’energia sprigionata sono molto simili. La Ciudad Perdida però fu fondata ben 650 anni prima della Montagna Sacra peruviana e circa il 40% dei suoi 3 km² di area resta tutt’oggi ancora inesplorato. Proprio per questi motivi la sua storia è piuttosto vaga e su di lei esistono solamente supposizioni…

Come è facile capire, il nome “Ciudad Perdida” (o “Lost City”, ovvero Città Perduta) è stato inventato dagli studiosi moderni, dato che per le popolazioni indigene non era nient’altro cheTeyuna” (Templio). I primi dati della sua comparsa si aggirano intorno all’anno 800, ma dovranno passare quasi tre secoli in più perché fosse conclusa. La sua storia terminò tuttavia nel 1650, quando i conquistadores spagnoli incominciarono la feroce invasione del Continente americano: gli indigeni abbandonarono Teyuna per paura che venisse scoperta l’antica città, sognando prima o poi di poterci tornare a vivere. Ma nessuno dei due eventi ebbe mai luogo.

Nel 1975, a sorpresa, il Governo rende pubblica l’esistenza della Machu Picchu colombiana, lasciando il mondo intero senza parole. Da quel giorno Teyuna riprende vita grazie alle persone che tutti i giorni la visitano, anche se, potendola raggiungere solamente a piedi, la sua inviolata bellezza rimane ancora pura come un tempo. Ma c’è un’altra cosa che rende la Ciudad Perdida simile a Machu Picchu, ovvero la storia del suo ritrovamento. E noi non possiamo far altro che raccontarvela…

Tipica vista dall'alto delle rovine del sito archeologico di Machu Picchu, in Perù

Quante volte avrete visto questa foto di Machu Picchu? Proprio questo dettaglio rende la visita di Machu Picchu molto meno sorprendente. E quante foto avete mai visto della Ciudad Perdida? Ecco, questo è un altro buon motivo per venirla a scoprire.

La storia del ritrovamento della Ciudad Perdida

All’inizio degli anni ’70 un gruppo di “Guajeros” (i “Saccheggiatori di Tombe”) trovarono una scalinata misteriosa, che portava ai resti di una città abbandonata che chiamarono “L’Inferno verde”. La raggiunsero e scoprirono un nuovo mondo, pieno di costruzioni mai viste e (soprattutto) tesori d’immenso valore. E secondo voi cosa fecero? Lasciarono tutto così com’era e andarono subito a riferire a chi di dovere il loro ritrovamento? No, esattamente l’opposto: la saccheggiarono finché poterono, distruggendo quello che si trovava sulla loro strada, senza mai dire niente della scoperta. Tantissimi di questi pezzi unici vennero venduti sul mercato nero e per fortuna la voce iniziò a spargersi ovunque. Soltanto così il Governo colombiano venne a conoscenza della Ciudad Perdida e, nel 1975, partì una spedizione archeologica che riportò alla luce i resti della città. Era il 200° sito trovato, situato lungo il fiume Buritaca, e così prese il nome di Buritaca-200“. Purtroppo i saccheggiatori avevano in parte distrutto e largamente saccheggiato il sito archeologico, ma non abbastanza da cancellare per sempre l’essenza ed il fascino del centro cerimoniale conosciuto con il nome di Teyuna. Un luogo meraviglioso, oggi alla portata di (quasi) tutti.

Foto storica del 1975, anno in cui fu riscoperta la Ciudad Perdida (Lost City) in Colombia

Nel 1975, durante il ritrovamento ufficiale di Buritaca-200, si ritrovarono davanti a ciò: era tutto completamente coperto dalla vegetazione, ma già si capiva che lì sotto si trovava qualcosa di unico

Ma non sempre è stato così. Difatti la Ciudad Perdida divenne sì di pubblico dominio nel 1975, ma per essere etichettata come zona sicura per il turismo si dovette aspettare il 2005. Prima di allora la zona era così pericolosa da essere off-limits per i turisti. E questa problematica, che in quegli anni affliggeva l’intera Nazione, si poteva riassumere in sole due parole: narcotraffico e guerriglia.

Cartello d'ingresso alla cima della Ciudad Perdida (Lost City), attrazione principale del trekking alla Ciudad Perida in Colombia

In realtà la Ciudad Perdida non era mai stata del tutto dimenticata. Le popolazioni indigene locali, le tribù dei Kogui, degli Arhuaco, dei Wiwa e dei Kankuamo, discendenti degli antichi Tayrona, la conoscevano e la frequentavano, rispettandola, ancor prima che venisse nuovamente portata alla luce. Giustamente mantenevano il silenzio sull’esistenza di quella che loro chiamavano da sempre Teyuna.

La Ciudad Perdida e il narcotraffico

Chiunque conosce a grandi linee la storia del narcotraffico colombiano, soprattutto per opera di Pablo Escobar. Ma in pochi sanno che tutto ha avuto inizio dalla Sierra Nevada de Santa Marta, il massiccio montuoso che ospita la Ciudad Perdida. Siamo alla fine degli anni ’60, e proprio qua i trafficanti di droga iniziano a coltivare le prime piante di marijuana; piantagioni che furono sostituite già a metà degli anni ’70 con intere coltivazioni di piante di coca. Questo perché ai loro miglior clienti, gli statunitensi, oramai interessava la cocaina, e la Colombia si adeguò il prima possibile. Diventando in poco tempo il leader mondiale nella sua produzione. Da qui, poi, sappiamo cosa successe e la Colombia divenne uno dei Paesi più pericolosi sulla Terra. Proprio per questi motivi fino al 2005 era molto rischioso attraversare a piedi la Sierra Nevada, poiché nascondiglio di numerosi narcos e frequentato da paramilitari (organizzazioni terroristiche colombiane) e guerriglie (nuclei armati rivoluzionari).

Purtroppo però questo trekking ha nella sua storia gli stupefacenti anche per un altro motivo. Nel 1978, per sradicare le coltivazioni illegali di marijuana della Sierra Nevada de Santa Marta, il presidente colombiano chiese aiuto agli statunitensi. Gli USA, il cui popolo era il motivo per cui esistevano quei campi, pensò bene di utilizzare per la prima volta in Colombia il glifosato (il potente erbicida con effetti devastanti su uomo e ambiente), spruzzandolo a pioggia dagli aerei. Le piantagioni di coca e di marijuana vennero completamente distrutte…come del resto tutto quello che le circondava. La foresta ne uscì fortemente danneggiata ed il danno all’ecosistema locale fu irreparabile: se perciò vi sembrerà di non vedere abbastanza fiori, piante, alberi o animali lungo il cammino alla Ciudad Perdida, adesso ne conoscete anche il triste motivo…

Paesaggio con bassa vegetazione (per colpa del glifosato), lungo il trekking per la Ciudad Perida (Lost City) in Colombia

Molti si lamentano proprio dei paesaggi da “foresta giocattolo” attraversati durante il trekking; conoscendone la storia, questo succederà sempre meno.

Informazioni utili per organizzare il trekking alla Ciudad Perdida

Prima di spiegarvi nel dettaglio il trekking per la Ciudad Perdida, volevamo scrivere un veloce riassunto dei suoi dettagli più importanti per farvi capire se questo fa al caso vostro o meno. Innanzitutto la distanza totale del cammino è di circa 48 km a/r, con un dislivello che parte da 140 metri s.l.m. e arriva fino al sito archeologico, il punto più alto, a 1.170 metri. Tutto il cammino è possibile farlo in 3, 4 o 5 giorni, dove stranamente quello da meno giorni è anche quello più caro (mentre quello da 4 costa meno di quello da 5). Perciò raggiungere Teyuna è piuttosto impegnativo, con intere giornate di cammino lungo alcune ripide salite. Il tutto, spesso, sotto un sole cocente (vi ricordiamo che non essendoci molte piante scarseggia anche l’ombra), sebbene le piogge possano verificarsi in qualsiasi momento, facendo diventare il terreno fangoso e quindi ancora più tosto. Potrete sì scegliere di metterci più tempo, così da renderlo meno faticoso, ma è ugualmente richiesto un minimo di livello di forma fisica, anche se non stiamo parlando di niente d’impossibile. Inoltre il ritorno viene fatto sullo stesso percorso dell’andata; un dettaglio che puo’ far storcere il naso a molti, ma è già un fatto straordinario la possibilità di arrivarci alla Ciudad Perdida.

Percorso fangoso in un giorno di sole nei 4 giorni di trekking per la Ciudad Perida (Lost City) in Colombia

Abbiamo incontrato molti tratti di percorso in condizioni fangose, sebbene non piovesse da settimane. Immaginatevi cosa possa diventare durante la stagione delle piogge.

Nebbia mistica dopo un temporale durante i 4 giorni di trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) in Colombia

Ma anche la pioggia ha il suo perché: trasforma l’umidità in nebbia, aggiungendo al cammino un fascino quasi mistico.

Foto di repertorio di un turista senza un arto e con due stampelle, che ha raggiunto la Ciudad Perdida in Colombia con il trekking

Se credete ancora di non essere pronti per questo trekking, pensate a questo turista che ha raggiunto la Ciudad Perdida senza un arto e con due stampelle…

È possibile fare il cammino in tutti i mesi dell’anno tranne che in settembre (per motivi di manutenzione e conservazione), sebbene la stagione secca (da dicembre a marzo e da giugno ad agosto) rende il tragitto più piacevole, vista la rara possibilità di rovesci. La pioggia è comunque una costante da queste parti e puo’ capitare, come a noi, che da una splendida giornata di sole marzolina vi colga un temporale pazzesco. Infine chiunque voglia raggiungere la Ciudad Perdida necessita di un permesso che è incluso nel tour che prenoterete. Ora, appena avete letto la parola “tour” la domanda vi sarà venuta subito spontanea…

È possibile organizzare il trekking alla Ciudad Perdida in autonomia?

Anche per noi è stata la prima grande domanda che ci siamo posti, quando abbiamo deciso di voler ammirare Teyuna con i nostri occhi: “Possiamo raggiungere la Ciudad Perdida da soli, senza tour?”. Ma purtroppo la risposta è no, per questioni di sicurezza non è possibile farlo. Per farvi capire meglio il perché (senza volervi spaventare) si deve tornare indietro al 2003, quando otto turisti, impegnati nel trekking, furono sequestrati dai guerriglieri dell’ELN (Esercito di Liberazione Nazionale) e rilasciati soltanto 3 mesi dopo. Il Governo locale ha dunque contingentato gli ingressi al Parco (limitando il numero a 50-60 persone al giorno) e riservato l’accesso solo ai gruppi accompagnati da guide autorizzate, nonché esperte della zona. Proprio grazie a questo nel 2022 è stato scongiurato un altro dramma: 60 turisti sono stati fatti evacuare in tempo dalla Sierra Nevada, mentre la polizia si scontrava con i paramilitari dell’ACSN (Forze di Autodifesa Conquistadora della Sierra). Quindi, a malincuore ma per il vostro bene, vi diciamo che non è possibile organizzare il tutto in autonomia, ma dovrete rivolgervi per forza ad un’agenzia…pagando cifre anche piuttosto alte.

Guida al trekking per la CIUDAD PERDIDA colombiana

Vi presentiamo i guerriglieri dell’ELN: non sembrano esattamente personcine a modo – Immagine presa da internet

Come organizzare il trekking alla Ciudad Perdida

Niente di più facile: non potendo organizzare il trekking da soli dovrete quanto prima trovare un tour operator (a Santa Marta o a Palomino), pagarlo e al resto penseranno tutto loro. Voi dovrete soltanto pensare a prepararvi lo zaino, ma per quello vi aiutiamo noi. L’unico fattore che vi farà perdere del tempo sarà quindi quello di trovare un’agenzia affidabile con il miglior rapporto qualità/prezzo.

Durante il nostro soggiorno a Santa Marta (scopri qui la nostra lista di “Cosa vedere a Santa Marta”), e dopo esserci goduti una giornata al Parco Tayrona, abbiamo infatti dedicato mezza giornata alla scelta della migliore compagnia. A Santa Marta se ne trovano moltissime ed i prezzi sono perlopiù equivalenti (con un minimo margine di trattativa), tuttavia sono soltanto alcune quelle di cui potersi fidare ciecamente.

Tavolini e sedie nel mezzo di strada in Calle 17 di notte, una delle vie principali di Santa Marta. Una cosa da vedere a Santa Marta in Colombia.

Già che volete prendere parte al trekking per la Ciudad Perdida, sarebbe un peccato perdersi i tavoli apparecchiati in strada a Santa Marta…

Cabo San Juan del Guia, la spiaggia più famosa della Colombia, Situata all'interno del Parco Nazionale Naturale Tayrona (Tairona), una cosa da vedere a Santa Marta e dintorni

…o la spiaggia di Cabo San Juan del Guía nel Parco Tayrona.

Tutte le agenzie offrono: il trasporto, con minivan e 4×4 da 8 persone, fino all’ingresso del Parco e da lì fino a El Mamey (aka Machete Pelado), villaggio che sancisce l’inizio del percorso; guida bilingue (spagnolo-inglese) o guida spagnola e traduttore inglese; alloggio in letti o amache (solitamente si puo’ scegliere ogni sera la sistemazione che si preferisce); qualsiasi pasto durante il trekking (3 colazioni, 4 pranzi, 3 cene e frutta fresca durante il cammino); acqua potabile, escluso il primo giorno; assicurazione medica, contributo economico alle comunità locali e biglietto di ingresso al Parco e alla zona archeologica di Teyuna. La differenza perciò la faranno proprio le guide, la loro propensione a raccontarvi curiosità e aneddoti, e gli snack che vi prepareranno (importantissimi). Con i prossimi capitoli saprete sicuramente a chi rivolgervi.

Quanto costa il trekking alla Ciudad Perdida?

Ecco che arriva la nota dolente. Nel 2022 il trekking di 4 giorni alla Ciudad Perdida ci è costato 1.400.000$ a persona, circa 330€; nel 2024, per lo stesso identico tour, il prezzo è lievitato a 398€, sia on-line che in agenzia. Come dicevamo già prima il prezzo per quello da 5 giorni è più alto (475€), e da 3 ancora di più (674€). I tour partono pressoché tutti i giorni (tranne nel mese di settembre per la chiusura del Parco Nazionale), quindi sarà facile trovare posto anche prenotando in loco il giorno prima. Se tuttavia avete il timore di non riuscirci, sappiate che per prenotare on-line, sui siti ufficiali delle varie agenzie, dovrete versare da subito il 10% del totale: somma che non vi sarà rimborsata in nessun caso (in cambio potrete avere un buono, modificare la data o pagare una penale). Per evitare di perdere soldi, vi consigliamo di prenotare il tour attraverso Civitatis, il quale si affida all’agenzia Turcol (una delle 5 migliori), ha il prezzo ufficiale e consente la cancellazione gratuita fino a 3 giorni prima dell’attività. Potrebbe essere un vero e proprio salva-portafoglio.

Qual è la migliore agenzia per il trekking alla Ciudad Perdida?

Vi abbiamo già detto che le agenzie offrono tutte lo stesso servizio, con qualche insignificante modifica sugli alloggi, ma la scelta dell’agenzia non va sottovalutata. Le agenzie più affidabili, oltre ad essere autorizzate dal Governo, avranno a disposizione le migliori guide e saranno quest’ultime a fare la differenza lungo il percorso, non solo per i racconti e le spiegazioni che vi forniranno. Dipenderà da loro anche la scelta dei posti migliori una volta raggiunti gli accampamenti dove si dorme, dei tavoli migliori dove mangiare e saranno loro ad assicurarsi che il cibo per il vostro gruppo sia sufficiente (se non abbondante), soprattutto nei fondamentali spuntini durante il percorso (pura energia per ritrovare le forze).

Sosta spuntino con cocomero e cane da compagnia, durante i 4 giorni di trekking per la Ciudad Perida (Lost City) in Colombia

Nel momento delle soste snack chiunque sarà appagato

Noi abbiamo prenotato con Magic Tours, una delle cinque compagnie autorizzate per la Ciudad Perdida, con cui ci siamo trovati splendidamente. E questo grazie a “El Mono”, il nostro cicerone sempre con la voglia di raccontarci storie e di rispondere alle nostre domande, al traduttore Jesus sempre sorridente, pronto a scherzare e a rappare freestyle e, cosa da non sottovalutare, grazie al nostro gruppo Los Monos de Jesus” (nome inventato da noi che è meglio non tradurre) affiatato e stupendo come non mai. Per le prime due basterà scegliere il tour operator giusto, la terza purtroppo (o per fortuna) è nelle mani del fato.

Le nostre guide "El Mono" e Jesus nei 4 giorni di trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) in Colombia

Se doveste trovarvi in un gruppo con queste due persone…state tranquilli che sarà un successo!

La nostra scelta è ricaduta su Magic Tour anche perché sono stati gli unici a farci un minimo di sconto, avendo però prenotato con loro un altro tour di 3 giorni alla Penisola della Guajira. Nel caso in cui non dovesse convincervi questa agenzia, vi facciamo un veloce elenco delle altre quattro, con link ai loro siti, con cui potrete prenotare a occhi chiusi (e portafogli ben aperto): Teyuna Tours, Expotur, Turcol e Wiwa Tour.

Logo dell'agenzia "Magic Tour" sul bagagliaio del fuoristrada che ci ha portato a El Mamey, l'inizio del trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) in Colombia

Cosa portare per il trekking alla Ciudad Perdida

Che siate escursionisti esperti o meno, non avrete certo problemi a mettere a punto tutto il necessario per il trekking alla Ciudad Perdida. Vuoi perché alle cose più difficili da preparare ci penserà il tour operator (pasti, acqua, alloggi, ecc…), vuoi perché quando prenoterete l’attività vi verrà rilasciata una dépliant con una lista (consultabile anche sui loro siti) di tutto quello che dovrete avere con voi. Se state viaggiando con uno zaino grande o con delle valigie non avrete bisogno di portarvi dietro tutto quel bendidio: vi basterà un comodo zaino da massimo 40 litri. Ricordatevi di chiedere all’agenzia se potete lasciare presso i loro uffici il resto; saranno lieti di farlo. Noi comunque vogliamo aiutarvi ancora di più, facendovi una lista di tutto ciò che realmente ci è servito durante il cammino:

  • Zaino da 40 litri, con copri-zaino in caso di pioggia
  • Scarpe da trekking: con caviglia alta sarebbe meglio, dato che alcuni tratti potrebbero essere scivolosi
  • Almeno tre paia di calzini da trekking
  • Due pantaloni da trekking, di cui un paio lungo ed uno, se possibile, modulabile
  • Almeno tre maglie a maniche corte, dato che suderete abbastanza
  • Due maglie leggere a maniche lunghe
  • Una maglia a maniche lunghe più massiccia, tipo una felpa con cerniera (per le giornate e serate più fresche)
  • K-way, sempre in caso di pioggia
  • Bastoncini Nordic Walking (questi, per esempio), perfetti per le ripide salite e discese del percorso. Noi non li avevamo portati dall’Italia per il poco spazio nello zaino, ma solitamente li utilizziamo sempre.
  • Pigiama lungo ma leggero, per dormire freschi e puliti
  • Ciabatte o infradito, utili per fare la doccia e far respirare i piedi a fine giornata
  • Telo doccia, magari in microfibra: occupa poco spazio e asciuga velocemente
  • Costume da bagno, poiché lungo il percorso ci sarà occasione anche per quello
  • Beauty con spazzolino da denti, dentifricio, deodorante e saponi vari per lavare corpo e vestiti
  • Una borraccia da minimo 1,5 litri, da tenere sempre piena in caso di bisogno (l’acqua viene data ad ogni sosta)
  • Un rotolo di carta igienica a persona; questa non è compresa nel tour
  • Repellente per le zanzare e crema solare, per combattere insetti e insolazioni
  • Torcia frontale (tipo questa), per muoversi anche con il buio (ad una cert’ora negli alloggi staccano l’elettricità)
  • Busta impermeabile (come questa) per tenere i vestiti bagnati separati da quelli asciutti, fondamentale!
  • Un kit di medicine (soprattutto antibiotici e antidiarroici)
  • Macchina fotografica, cellulare, eReader, Power Bank, o quello che avete di elettronico
  • Batterie e caricabatterie vari, dato che potrete ricaricarli fino a che non tolgono la luce
  • Un sacco lenzuolo, se non vi fidate a dormire soltanto con le coperte che vi verranno date dagli alloggi (anche se non c’è niente di cui preoccuparsi)
  • IMPORTANTISSIMO il passaporto personale, altrimenti non potrete raggiungere la Ciudad Perdida

N.B.: ogni sera, in ciascun alloggio, potrete lavarvi i vestiti a mano e stenderli sui fili ad asciugare (sperando non piova o faccia troppo freddo). Questo vi aiuterà a portare con voi molta meno roba, così da rimanere più leggeri per tutto il cammino.

Quanti giorni servono per il trekking alla Ciudad Perdida?

Ormai è una domanda alla quale abbiamo risposto più volte, ma forse è meglio ripeterlo: il trekking alla Ciudad Perdida puo’ durare 3, 4 o 5 giorni, a seconda del vostro livello fisico. Il tour più prenotato è sicuramente quello da 4 giorni, perfetto per godersi il cammino e tenersi allenati allo stesso tempo; quello da 5 è per chi vuole camminare meno di 7 ore giornaliere; quello da 3 è per chi vuole raggiungere Teyuna quasi a corsa, tralasciando tutto quello che sta nel mezzo. Per le prime due l’agenzia vi troverà un gruppo quanto prima, mentre per quella da 3 giorni sarà più dura (e per questo più costosa), essendo un itinerario per pochi. È bene ricordarvi che il percorso completo ha una lunghezza di 48 km, con un dislivello piuttosto notevole: si passa dai 140 metri s.l.m. del punto di partenza ai 1.170 metri della Ciudad Perdida. Adesso sta a voi scegliere.

Tipica salita del trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) in Colombia

Allenatevi sulle salite, poiché questa è una delle numerosissime ascese che farete durante il trekking per la Ciudad Perida

Itinerario del trekking di 4 giorni alla Ciudad Perdida

Anche noi, come la maggior parte degli escursionisti, abbiamo optato per il trekking di 4 giorni. E secondo noi la scelta è stata perfetta. 48 km a/r divisi in camminate da 4-7 ore giornaliere, trascorse però in un attimo grazie al gruppo, alle soste spuntino e ai paesaggi della Sierra Nevada de Santa Marta. Questa che segue è quindi la nostra personale spedizione verso il magico mondo della Ciudad Perdida.

Mappa altimetrica del tour operator "Magic Tour" del percorso di trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) in Colombia

Per farvi subito un’idea, questa è l’altimetria del percorso. Il ritorno non sarà altro che quest’ultima specchiata. – Clicca qua o sull’immagine per scaricare la mappa

1° Giorno: Santa Marta → Mamey → Casa Alfredo
Minivan + 4×4 – 63 km (2h)
A piedi – 8,3 km (3h)

Ore 7:30 del 9 marzo: ci passano a prendere dal nostro ostello di Santa Marta per portarci all’ufficio di Magic Tour. Qui lasciamo gli zaini e le altre cose che non ci serviranno in questi giorni e iniziamo a conoscere gli altri partecipanti davanti una colazione offerta. Ore 9:00: l’avventura ha inizio! Un transfer carica il gruppo di 12 persone e tutti gli zaini per farci scendere un’ora dopo a La Aguacatera, un insieme di case sulla strada che da Santa Marta conduce in Venezuela e alla Penisola della Guajira. Un tempo il cammino partiva da qua, adesso è solo il luogo in cui si indossano i braccialetti d’identificazione e si sale su di una 4×4. Un’altra ora di terreno sconnesso e siamo finalmente a El Mamey, la prima (che sarà anche l’ultima) tappa del nostro trekking alla Ciudad Perdida. Proprio in questo piccolo villaggio sperduto, ma pieno di vita (grazie ai tour), consumiamo il primo pranzo, vicini di tavolo a chi in quel momento finiva l’esperienza. Noi freschi come una rosa, loro sudati, sporchi e con le facce stanche…ma con tanta voglia di rispondere alle nostre decine di domande!

Metà gruppo insieme sul fuoristrada per raggiungere El Mamey, inizio del trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) in Colombia

El Mamey, stiamo arrivando!

Edifici e giardino pubblico del piccolo villaggio El Mamey, inizio del trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) in Colombia

Oggi El Mamey è un tranquillissimo villaggio colombiano. È difficile credere che in passato venisse chiamato “Machete Pelado” per la gran quantità di persone che in questa zona venivano decapitate con questa arma…

Classico pasto che avrete durante il trekking per la Ciudad Perdida in Colombia

Il primo pranzo del trekking per la Ciudad Perdida sarà molto simile ai piatti di tutto il percorso

A stomaco pieno, e dopo una veloce spiegazione delle guide, salutiamo Mamey (140 m s.l.m.) per la nostra méta del giorno: Casa Alfredo (550 m), circa 9 km più in là. Nella prima parte si attraversano strade sterrate, ma abitate, su cui passano numerose moto: di lì a breve verranno sostituite da strade impervie che consentono il solo passaggio dei muli. Oggi è un continuo saliscendi (si raggiunge un’altitudine massima di 620 metri) e l’ombra è poca. Per fortuna che a lato della strada non mancano i banchetti dei locali pronti a vendere bibite fresche ed i loro prodotti per rendere la salita più piacevole. Acquistiamo volentieri qualcosa da loro, che non hanno molte altre fonti di sostentamento se non il passaggio giornaliero di noi turisti. Se però non volete spendere altri soldi, in cima alla salita più dura vi aspetta una bellissima sorpresa: le guide con vassoi pieni di frutta fresca e bevande.

Partenza del gruppo dal villaggio El Mamey (Machete Pelado) per i 4 giorni di trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) in Colombia

El Mamey, ci vediamo al ritorno!

Cartello artigianale, con scritta e bandiera della Colombia, in un punto panoramico lungo il trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) in Colombia

Tipica bancarella di bevande, snack e souvenir che si trova lungo il trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) in Colombia

Le bancarelle saranno una scusa per riposare, acquistare prodotti, fare uno spuntino e soprattutto per conoscere ancora meglio le persone del luogo ed i nostri compagni di viaggio

Cammina cammina, vediamo in lontananza un edificio molto particolare in mezzo alla natura. Questo è il “Campamento Adán”, primo alloggio per molti ma non per il nostro gruppo. Noi infatti attraversiamo il ponte sospeso sul fiume Adán e continuiamo per altri 750 metri, fino ad arrivare a “Casa Alfredo”. Animali da cortile, una bella vista sulla vallata ed un enorme “guacamayo” (= Pappagallo ara) ci tengono compagnia mentre aspettiamo la cena. Dopo esserci fatti la doccia e aver mangiato è l’ora di andare a nanna (la sveglia suonerà sempre molto presto): potremmo dormire in uno dei tanti letti a castello disponibili, tuttavia preferiamo l’amaca e ci facciamo cullare nei sogni di una Ciudad Perdida.

Attraversamento del ponte sospeso prima del "Campamento Adàn" durante il trekking per la Ciudad Perdida colombiana

La prima parte della giornata è piuttosto monotona (paesaggisticamente parlando). Tuttavia l’ultimo pezzo vi farà cambiare idea grazie a luoghi particolari…

Il fiume Adàn immerso nel bosco del trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) colombiana

…e boschi con fiume (Adán) che sembrano fatati.

Pappagallo ara (o Guacamayo), la mascotte del campeggio "Casa Alfredo", nostro primo alloggio dei 4 giorni di trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) colombiana

Per concludere in bellezza a “Casa Alfredo” ci sarà lui ad aspettarvi, pronto a strapparvi un sorriso

Fiammetta che dorme nell'amaca di "Casa Alfredo", il nostro primo alloggio dei 4 giorni di trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) colombiana

Chi dice che le amache sono scomode per dormire, vuol dire che non le ha mai provate veramente

2° Giorno: Casa Alfredo → Mutanzi → Campamento Mumake → Paraìso Teyuna
A piedi – 17,0 km (7h)

Il secondo giorno siamo svegli alle 5:00, colazione alle 5:30 e partenza alle 6:00. Oggi c’è la parte di cammino più dura, ovvero 17 km e 1.200 metri di dislivello positivo (e 1.000 di negativo); per fortuna la giornata sarà piena di attività stimolanti. La prima interessantissima sosta la facciamo, dopo quasi 2 ore, al villaggio indigeno di Mutanzi. Qui un locale (della tribù Wiwa) ci spiega usi e costumi del luogo, mostrandoci soprattutto il famoso Poporo“, loro strumento simbolo. Non vogliamo rovinarvi la sorpresa, ma in poche parole si tratta di una zucca al cui interno viene conservata polvere di conchiglia che loro usano, assieme alle foglie di coca, per “meditare”. Viene regalato ai ragazzi della tribù dal “Mamo”, il capo spirituale, quando raggiungono l’età adulta (mentre alle donne viene regalato un attrezzo per cucire), e da lì diventa un prolungamento del loro corpo. Un attrezzo così importante che lo sciamano, per risolvere dispute fra membri della comunità, studia il “Poporo”…e da questo riesce a leggere la verità. Un autentico spaccato di vita locale, che è riuscito a stupirci e a ricaricarci le energie per il cammino.

Autentiche capanne della tribù Wiwa del villaggio Mutanzi. Interessante sosta durante il trekking per la Ciudad Perdida colombiana

Le capanne del villaggio di Mutanzi non sono né una riproduzione né costruiti apposta per i turisti: in queste strutture ci vive quotidianamente la tribù Wiwa.

Esperienza e spiegazione della vita locale di un indigeno della tribù Wiwa nel villaggio Mutanzi. Interessante sosta durante il trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) colombiana.

Un appartenente alla tribù Wiwa ci spiega la sua routine, mentre una guida traduce il tutto. E sì, entrambi hanno in mano il “Poporo”.

Disegno dei vari Poporo, elemento simbolo delle tribù indigene che vivono nella Sierra Nevada de Santa Marta in Colombia

Più il tempo passa, più il “Poporo” cresce. Più il “Poporo” è cresciuto e più il possessore è saggio.

Primo piano di una ragazzina indigena della tribù Kogui, conosciuta durante il trekking alla Ciudad Perdida (Lost City) Teyuna nella Sierra Nevada in Colombia

Felici come non mai proseguiamo per altre 2 ore fino ad arrivare al “Campamento Mumake”. Qua dormiremo domani, mentre oggi sarà la nostra sosta per il pranzo. Ma una bella sorpresa arriva proprio dopo mangiato: al di sotto del “Campamento Mumake” si trova il Rio Buritaca, e le sue acque sono perfette per un bagno rinfrescante e qualche tuffo. Uno spettacolo per la mente e per il corpo!

"Campamento Mumake", uno degli alloggi incontrati durante i 4 giorni di trekking per la Ciudad Perdida in Colombia

Eccoci al “Campamento Mumake”. La struttura è basica ma quello che a noi importa è un’altra cosa…

Bagno nelle acque del fiume Buritaca, al di sotto del Campamento Mumake. Sosta rigenerante durante i 4 giorni di trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) colombiana

…«Chi arriva ultimo al Rio Buritaca paga da bere!».

Adesso però basta rilassarci: nel pomeriggio ci aspettano 3 ore di dura salita, che ci porterà a superare gli 800 metri. Come se non bastasse, da una torrida giornata di sole, improvvisamente inizia una forte pioggia battente che ci accompagnerà per gli ultimi chilometri. Per fortuna che al “Campamento Paraíso” ci aspettano cioccolata bollente e pop-corn, una cena calda e la nostra guida “El Mono”, il quale ci intrattiene raccontandoci la storia di Teyuna, di chi ha provato a raggiungerla e chi invece a distruggerla. Con un gruppo così, anche stanotte, possiamo dormire sonni tranquilli.

Nuvole nere durante il secondo giorno su 4 del trekking per la Ciudad Perdida (Lost City) in Colombia

Dal sole alle nuvole nere in meno di due ore. Già da qua avevamo capito cosa ci avrebbe aspettato nei prossimi chilometri.

Giorno di forti piogge durante i 4 giorni di trekking per la Ciudad Perdida Colombiana

Anche se, una volta arrivati all’alloggio, perfino la pioggia battente diventa uno spettacolo meraviglioso

Foto storica del primo biglietto venduto ad un turista, nel 1992, per fare il trekking per la Ciudad Perdida in Colombia

E poi a viziarci ancora di più ci sono la nostra guida “El Mono” ed i suoi racconti. Come quello del primo biglietto in assoluto per raggiungere la Ciudad Perida, che nel 1992 ancora non era così caro (in quegli anni 70.000$ = 35,8792)

3° Giorno: Campamento Paraíso → Ciudad Perdida → Mumake
Arrivo alla Ciudad Perdida – 3,0 km (1h 30′)
Ritorno – 4,4 km (1h 30′)

Il grande giorno è arrivato. Ieri, prima di andare a dormire, ci eravamo messi d’accordo con il gruppo per svegliarci prima di tutti gli altri. Incredibilmente ce la facciamo: siamo il primo gruppo a partire. Vogliamo raggiungere la Ciudad Perdida e godercela in totale intimità. Ci dividono dalla méta un’ora e mezzo e…più di 1.200 scalini. Salire per tutto quel tempo, con la voglia di arrivare, ci toglie il fiato e le gambe iniziano a farsi sentire; ma stiamo facendo gli stessi gradini che rivelarono nuovamente al mondo l’esistenza di Teyuna, e questo pensiero, da solo, è sufficiente a darci ancora più energia. Arrivati sulla cima, a 1.700 metri, un ultimo ostacolo ci divide dalla meraviglia: un signore all’interno di un chiosco (che sale e scende quotidianamente) controlla che siamo tutti in regola (passaporto e braccialetto). Ma adesso è fatta, gli ultimi gradini e la Ciudad Perdida è davanti ai nostri occhi

Carrucola zip-line con cestello, per guadare il fiume Rio Buritaca durante il trekking per la Ciudad Perdida colombiana

Prima di raggiungerla c’è un’ultima cosa (molto divertente) da fare: attraversare il Rio Buritaca sospesi su di un cavo d’acciaio. Proprio questo fiume diede il primo nome alla Ciudad Perdida, ovvero Buritaca-200.

Ripida salita di 1.200 scalini, ultimo ostacolo prima di raggiungere la Ciudad Perdida (Lost City) in Colombia

La scalata verso la Ciudad Perdida è tosta, tuttavia arriverete in cima senza nemmeno accorgervene…

Baracchina per il controllo dei biglietti, subito prima di entrare nella Ciudad Perdida (Lost City) colombiana

Ci siamo! Abbiamo già fatto il controllo, e non mancano altro che un paio di scalini.

Siamo solo noi, regna il silenzio, interrotto solo dal canto degli uccellini. Un raro tucano dal becco verde vola sopra le nostre teste: un segno di buon auspicio che porteremo a lungo nel cuore. Ci godiamo la bellezza di Teyuna, prima che anche gli altri gruppi inizino ad arrivare, e guardandola percepiamo quanto sia speciale. Ma i momenti magici non sono finiti: ci attendono ancora una lenta e incantevole visita del gigantesco sito archeologico, il tocco della pietra del Sapo per chiedere prosperità, un incontro ravvicinato con il capo spirituale della tribù (il “Mamo”) e un rituale con la pianta di “Una”. Passeremo al suo interno più di 4, indimenticabili, ore.

Foto ricordo (con bacio) sulla terrazza panoramica più famosa della Ciudad Perdida (Lost City), una delle cose più belle della Colombia

Da quassù è tanta l’energia che si percepisce, ed è tanto amore tra noi

Tocco della pietra del Sapo, sinonimo di fertilità, dentro il sito archeologico della Ciudad Perdida (Lost City) colombiana

Fiammetta e la pietra del Sapo, la roccia della fertilità. Qualsiasi donna la tocchi, partorirà 7 figli. Per fortuna ancora non è successo…

Paesaggio, terrazzamenti e scaloni all'interno del sito archeologico della Ciudad Perdida (Lost City) colombiana

Scalinate e terrazzamenti in pietra, circondati da foresta pluviale tropicale. Siamo ancora il solo gruppo a godere di tutto ciò, ed è tutto incredibile.

Vari terrazzamenti immersi nella natura all'interno del sito archeologico della Ciudad Perdida (Lost City), in Colombia

Nell’esplorazione vi ritroverete a passare anche da due altri, immensi, settori: “Piedras” e, questo in foto, “Mahecha”. Entrambi erano adibiti ad aree residenziali, ospitando ben 2.000 persone.

Capanna del Mamo, il capo spirituale, della tribù indigena Kogui (o Kogi) all'interno del sito archeologico della Ciudad Perdida (Lost City) colombiana

Arriverete così a “La Gallera”, il settore più antico della Ciudad Perdida, dove il Mamo della tribù Kogi abita. Questa è la sua capanna, e si capisce dai due “corni” alla sommità alla copertura (le normali abitazioni ne hanno uno).

Braccialetto con significato dato dal Mamo, il capo spirituale della tribù indigena Kogui (o Kogi) all'interno del sito archeologico della Ciudad Perdida (Lost City) colombiana

Vi presentiamo il Mamo dei Kogi in persona, il quale vi donerà (dietro pagamento) un bracciale con bellissimi significati

Conoscenza con il Mamo, la più alta carica spirituale della tribù indigena Kogi (o Kogui), durante il trekking alla Ciudad Perdida (Lost City) Teyuna in Colombia

Il Mamo dei Kogi è un personaggio così importante per la Colombia da trovarsi su di un lato della banconota da 50.000$. In poche parole è come se in Italia avessimo conosciuto il Papa.

Foto di gruppo con le mani viola dopo aver toccato la pianta "Una". Foto fatta nel sito archeologico della Ciudad Perdida (Lost City) colombiana

Bella gente, mani viola da pianta di “Una” e tanta allegria

Vista con il drone, dall'alto, della Ciudad Perdida (Lost City) Teyuna, una cosa da vedere in Colombia.

Finiamo in bellezza con un’immagine della Ciudad Perdida dal drone. WOW! – Per la foto dobbiamo ringraziare Lucas, il ragazzo francese del nostro gruppo che gentilmente ce l’ha concessa

A parole 4 ore sembrano tante, eppure all’interno della Ciudad Perdida scorreranno rapidamente; così tanto che alla fine vorreste rimanerci ancora e ancora di più. Fatto sta che non possiamo e così dobbiamo ridiscendere verso il “Campamento Paraíso”, in cui ieri abbiamo dormito e dove oggi pranzeremo. 3 km camminati quasi per inerzia, ancora esterrefatti da ciò che abbiamo appena visto a circa 1.200 metri di altitudine. Anche a pranzo è quasi il nostro unico argomento. Rifocillati si riparte per altre 3 ore per raggiungere nuovamente il “Campamento Mumake”, l’ultima nostra notte sul cammino. Ci godiamo questi ultimi momenti sulle sponde del Rio Buritaca accompagnati dal suono del fiume e dal canto delle rane e delle cicale, ritrovandoci così in una melodia surreale. La magia della Ciudad Perdida è sempre viva. Anche questa avventura sta per giungere al termine, ma porteremo sempre con noi il ricordo di questo posto speciale e dei nostri compagni di viaggio.

Foto di gruppo sulla terrazza principale del sito archeologico della Ciudad Perdida (Lost City) colombiana

Con un gruppo così non poteva che diventare un’avventura indimenticabile

4° Giorno: Campamento Mumake → Mamey → Santa Marta
A piedi – 15,5 km (7h)
4×4 + Minivan – 63 km (2h)

Nemmeno l’ultimo giorno è fatto per dormire, e la sveglia suona come sempre alle 5:00. Colazione e si parte. Ma stamattina è diverso, ci mettiamo in viaggio con un passo diverso: abbiamo un po’ perso la motivazione che ci spingeva a camminare nei giorni precedenti. Più ci avviciniamo alla fine e più il passo si fa stanco. Dopo 3 ore siamo al “Campamento Adán” (per lo spuntino) e dopo altre 3 ore si riiniziano a vedere case e abitanti. Siamo tornati a El Mamey giusti per l’ora di desinare, dove i nuovi gruppi si preparano per l’ascesa alla Ciudad Perdida. Durante il pranzo, tra un brindisi e una risata tra di noi, li osserviamo con un misto di orgoglio e invidia, mentre loro cercano di scrutare nei nostri volti le risposte alle loro mille domande.

Verdi paesaggi e dolci colline durante l'ultimo giorno di trekking di ritorno dalla Ciudad Perdida (Lost City) in Colombia

Purtroppo l’ultimo giorno non avevamo nemmeno molta voglia di fare le foto. Questa, comunque, è per farvi capire che anche il trekking per la Ciudad Perdida ha i suoi bellissimi paesaggi.

Il fuoristrada è lì che ci aspetta e il viaggio dell’andata si ripete al contrario. Con la sola differenza che siamo partiti estranei e siamo tornati amici. Tornati di fronte all’agenzia di Santa Marta è dura salutarci; purtroppo anche le cose belle finiscono. Anzi no, «Perché non venite con noi a Taganga, a rilassarvi un paio di giorni?». E così siamo ripartiti in 6. Insomma, le cose belle finiscono quando uno non fa niente per farle continuare. Proprio per questo dopo Taganga siamo pronti per una nuova avventura, sempre nella Selva della Sierra de Santa Marta. Ma questa volta in totale autonomia: Minca ed il Cerro Kennedy sono là ad aspettarci…

Amaca con vista della spiaggia nella baia Playa Taganga e Mar dei Caraibi, una cosa da vedere a Santa Marta in Colombia

Prima però un po’ di riposo a Taganga

Il trekking per la Ciudad Perdida ne vale davvero la pena?

Nel 2007 la Ciudad Perdida ottenne il 5° posto nella votazione delle “Sette meraviglie della Colombia”. Sinceramente non riusciamo a capire come al 1° posto possa essere arrivata la Cattedrale di Sale di Zipaquira (una delle attrazioni che forse meno ci ha colpito nel Paese) e non questo trekking unico al mondo. Perciò la domanda nasce spontanea: «Il trekking per la Ciudad Perdida ne vale davvero la pena?». Peccato però che esistano infinite risposte esatte, dipendono da quello che cercate. Noi quindi non potremmo darvi una risposta certa, ma vogliamo aiutarvi a far sì che questa decisione riusciate a prenderla da soli.

Anche noi prima di partire per questo trekking ci siamo chiesti più volte se ne valesse davvero la pena. Dopo averlo percorso possiamo dirvi che gli elementi a suo favore sono parecchi, così come le cose che non ci sono piaciute. I primi li abbiamo descritti nell’intero articolo, i secondi invece ve li diciamo qua.

  • Innanzitutto, inutile girarci intorno, il prezzo che si paga è decisamente alto rispetto al costo della vita in Colombia (con 82,50€ al giorno, qua fai il signore). Ragione per la quale probabilmente sono in pochi i colombiani a poterselo permettere (oltre al fatto che in generale non amano molto camminare) ed i tour diventano automaticamente pieni di europei. Ci vuole quindi tanta immaginazione per sentirsi in Colombia.
  • Essere costretti a prenotare un tour e a camminare in gruppo potrebbe essere un fattore negativo per molti. Noi abbiamo avuto la fortuna di trovarci molto bene con “Los Monos de Jesus”, rendendo l’esperienza ancora più speciale, ma il senso d’avventura logicamente si fa molto più leggero. D’altra parte però, visti i problemi legati al narcotraffico, partire in gruppo e con il sostegno di chi conosce la zona e la situazione geopolitica locale ci sembra una scelta saggia.
  • Se poi si pensa che dovrete soltanto portarvi uno zaino piccolo in spalla e camminare, poiché al resto ci penseranno gli altri, è veramente difficile sentirsi all’avventura. Per qualcuno, comunque, dormire nelle amache, camminare giornate intere anche sotto la pioggia e conoscere tribù indigene potrebbe essere un’esperienza mai provata prima.
  • Le attrazioni ed i paesaggi lungo il percorso non sono certo memorabili (ed il perché ve lo abbiamo già spiegato), ma arrivare alla Ciudad Perdida, con le proprie gambe, rimarrà un ricordo così bello che nella vostra memoria l’intero trekking diventerà indimenticabile. Anche perché quando vi ricapita di conoscere un Mamo?
  • I tour che partono ogni giorno per il trekking per la Ciudad Perdida sono tanti, perciò vi ritroverete a camminare e a condividere soste e alloggi con un gran numero di persone. Fattore che puo’ far storcere il naso a molti, nonostante i turisti siano ancora relativamente pochi. Perciò se state pensando di raggiungere Teyuna, fatelo adesso, prima che diventi un luogo invivibile come Machu Picchu.

Detto questo, vi diamo anche la nostra personale risposta alla domanda «Il trekking per la Ciudad Perdida ne vale davvero la pena?»: «Sì, a noi è piaciuto veramente tanto!». È un trekking che non rifaremo mai più in vita nostra, anche perché è bastata la prima volta per farcela entrare nel cuore. E ci vorrà diverso tempo per farla uscire. I soldi vanno e vengono, esperienze di vita così piene capitano sempre più raramente.

Abbraccio di coppia una volta raggiunta la Ciudad Perdida, lungo 4 giorni di trekking in Colombia

Ce l’abbiamo fatta anche stavolta!