C’è una città in Colombia incastonata fra il mar dei Caraibi e le montagne della Sierra Nevada che nasconde un’infinità di luoghi di una bellezza inimmaginabile. Stiamo parlando di Santa Marta, il più antico insediamento spagnolo del Paese, nonché la più antica città colombiana tutt’oggi visitabile. Qui si respira la storia e si ammirano paesaggi maestosi. Solo per farvi un esempio: proprio a Santa Marta perse la vita il celeberrimo “El Libertador” Simón Bolívar (il cui ruolo per la liberazione delle emergenti repubbliche sudamericane fu fondamentale), e dal quale prende il nome la seconda più alta cima colombiana (Pico Bolívar, 5.774 metri s.l.m.) che svetta imponente alle spalle della città.
Camminando fra gli edifici coloniali e le strette vie del centro, gremite di persone e colori, respirerete la vera Colombia, anche se potreste semplicemente fare tappa in città per esplorare alcune delle attrazioni più importanti del Paese, che si trovano nelle sue vicinanze. Che vogliate raggiungere il Parco Tayrona, addentrarvi nella Selva fino a raggiungere la Ciudad Perdida, spingervi in alto fino a Minca o esplorare il deserto di La Guajira al confine con il Venezuela, Santa Marta sarà il punto di partenza ideale. Ma da questa lista buttata lì è improbabile che capiate qualcosa, perciò eccoci pronti a chiarivi le idee e spiegarvi nel dettaglio cosa vedere a Santa Marta e nei suoi dintorni. Ma soprattutto per farvi capire del perché sia definita la “La Perla d’America“.
Santa Marta, la più antica città della Colombia
Sappiamo bene che in Europa accostando l’aggettivo “antico” ad una città potremmo far risalire la sua fondazione a molti secoli fa, se non millenni. Ma in America, dove le città sono appannaggio moderno, sappiamo bene che ciò non è possibile. E così Santa Marta, eretta da Rodrigo de Bastidas il 28 luglio 1525 (nel giorno di Santa Marta, appunto), è riconosciuta come la più antica città, ancora esistente, della Colombia. Nata come principale porto del Paese e perfetta come punto d’appoggio per l’esplorazione dell’interno e della costa, negli anni è stata superata dalla splendida vicina: Cartagena de Indias. Oggi Santa Marta è tornata ad essere una delle mete turistiche più gettonate, nonché importantissimo punto nevralgico per l’esportazione dei suoi prodotti, banane in primis.
Ma cosa la rende così speciale? Per certo il primo impatto con il centro di Santa Marta non sarà dei migliori; non sembrerà esserci niente che possa attirare l’attenzione o far innamorare a prima vista. Ed è proprio qua il suo segreto: Santa Marta riesce a sorprendere nell’insieme. Prendete il suo vivace centro, la sua autenticità, i suoi monumenti, le sue spiagge caraibiche, le maestose cime che la circondano, la storia delle sue vie e dei suoi edifici e le persone sempre pronte a regalare sorrisi; mescolate il tutto e ne uscirà una combinazione irresistibile. Grazie a ciò Santa Marta è stata etichettata come “La Perla de América”, poiché, come dice il suo slogan turistico più famoso, questa città ha “La magia de tenerlo todo” (= L’incanto di avere tutto). E noi, che abbiamo visitato ed esplorato il più possibile, questo tutto non vediamo l’ora di farvelo scoprire…
Come raggiungere Santa Marta
Anche se Santa Marta un tempo era famosa specialmente per il suo porto, ad oggi è facilmente raggiungibile anche in volo o via terra. A 16 km dal centro cittadino è infatti situato l’aeroporto Internazionale Simón Bolívar (SMR) da cui partono e atterrano voli interni da Bogotá, Medellín, Cali, Bucaramanga e Pereira (e da Panama, per questo è Internazionale…). Per spostarsi dall’aeroporto di Santa Marta al centro (o viceversa) vi basterà fare affidamento sugli economici autobus locali (la Linea 3 di STU dall’aeroporto a Bonda viene meno di 2€ e passa ogni 10 minuti) o sui taxi che applicano il prezzo più che onesto di circa 7€, anche se con le App Tappsi, Easy Taxi e Uber potrete trovare anche a meno. Tuttavia, facendo una veloce somma tra le varie spese, viaggiare in aereo rimane piuttosto caro se rapportato al costo della vita colombiana. Perciò se avete tempo a disposizione, e volete risparmiare qualcosa in più, la scelta migliore è quella del tanto lento quanto panoramico bus.
Con il bus, la scelta migliore
Questa è l’opzione che abbiamo scelto anche noi, godendoci un lungo viaggio notturno da San Gil, la capitale colombiana degli sport estremi, per circa 20€ a persona. I bus in Colombia sono il mezzo principale per gli spostamenti e rendono facile qualsiasi spostamento da e per città e/o paesini; basterà guardare il sito RedBus per farsi un’idea degli orari e dei prezzi. Il “Terminal Buses Santa Marta” si trova in “periferia”, a circa 7 km dalle vie principali, dunque appena arrivati potrete sempre contare sui soliti bus cittadini, che con appena 2.300$ (circa 0,50€) vi porteranno in centro (Linea 3, 3F e 30 di STU), o ad uno dei tanti taxi che attendono all’uscita della stazione (20.000$, ovvero 3,50€). In poche parole in Colombia un modo per arrivare c’è sempre, bisogna solo trovarlo.
Cosa vedere a Santa Marta
Dobbiamo essere sinceri: fino a adesso Santa Marta ve l’abbiamo venduta bene, ma anche a noi da principio questa città non attirava per niente. L’abbiamo perciò raggiunta con il solo scopo di sfruttarla come punto d’appoggio per organizzare il trekking alla Ciudad Perdida e visitare il Parco Tayrona, due celebri meraviglie colombiane. Ma una volta arrivati nel centro cittadino ci siamo lasciati coinvolgere dalla sua bellezza spontanea e ne siamo rimasti affascinati, dedicandole tutto il tempo che meritava e fermandoci a farle un saluto tutte le volte che il nostro viaggio incrociava le sue strade. Possiamo quindi dire di conoscere le sue vie bene quasi quanto un Samario (così si chiamano gli abitanti) e perciò troverete da poche altre parti una lista di cosa vedere a Santa Marta tanto dettagliata quanto questa.
Il centro storico, tra colori e Mar dei Caraibi
Come non iniziare una visita di Santa Marta se non dalla sua zona più famosa, viva e colorata. Ed il centro storico è proprio questo, un intricato groviglio di vie che si estendono dal lungomare di Bahía fino all’interno del Mercado Público. Visitandolo potrete godervi una passeggiata lungo il Paseo de Bastidas (comunemente chiamato Malecón) con vista spiaggia, mare (dei Caraibi) e porto, e fare un bagno a Playa del Centro, anche se esistono lidi migliori nei dintorni. Oppure avete la possibilità di addentrarvi in città per raggiungere il vivace Parque de los Novios, il Parque Bolívar nella zona culturale (con il miglior museo cittadino e la biblioteca), l’iconica Cattedrale e le colorate vie (in particolare Calle 16, Calle 17 e Carrera 3), piene di murales, che si diramano dall’edificio religioso. Fate questo percorso di giorno e poi ripetetelo dopo il tramonto; vi sembrerà di essere in un posto totalmente diverso.
All’estremo opposto, nei punti più lontani dalla costa, troverete la “Casa de las catorce ventanas” (oggi diventata un College), il vicino Cementerio San Miguel ed il Mercado Público. Se le prime due valgono appena una veloce sosta (il cimitero anche se particolare è tenuto veramente male), il mercato giornaliero all’aperto (non quello al chiuso), oltre ad essere un punto di partenza e arrivo per tutti gli autobus locali, è una vera e propria immersione nella vita colombiana di tutti i giorni. Gli odori, i colori, il vocio delle persone, i carretti stracolmi che vengono spinti, i sapori dei prodotti e della frutta mai assaggiata prima e lo sporco a terra attiveranno tutti i vostri sensi, rendendovi vivi più che mai. Sono questi i luoghi che da sempre ci affascinano durante un viaggio, ed il mercato di Santa Marta è sicuramente una delle attrazioni più vere che potrete trovare in tutta la Colombia.
Gli edifici culturali più importanti
Come già detto poco fa, nel centro storico di Santa Marta potrete dedicarvi anche al suo patrimonio storico e intellettuale. Attorno al Parque Bolívar troverete infatti due edifici culturali: la Biblioteca Gabriel García Márquez e la Casa de la Aduana. Entrambi meritano una visita (anche perché completamente gratuiti), ma è all’interno del secondo che si nasconde un vero tesoro, ossia il “Museo del Oro Tayrona“. Uno dei più bei musei di tutto il Paese.
Il superbo “Museo dell’Oro Tairona”
Quando ripensiamo ai musei visti in Colombia, sicuramente il Museo dell’Oro Tairona di Santa Marta è tra i primi a venirci in mente. Anche se impossibile confrontarlo con l’invincibile Museo dell’Oro di Bogotá, questa “piccola” collezione di materiali preziosi è curata nei minimi dettagli e visitarla non lascerà per niente delusi. Anzi. Già dall’esterno, quando arriverete dinanzi l’edificio che la ospita (la Casa de la Aduana), sarete ammaliati dalle sue particolari facciate e dai suoi scenografici balconi in legno, che non vi faranno vedere l’ora di entrare all’interno. Nessuno ha mai saputo resistere al suo fascino e per questo la Casa de la Aduana fu nominata Monumento Nazionale già nel 1974.
Adesso che vi siete decisi ad entrare non dovrete far altro che rispettare l’orario di apertura (da martedì a sabato 9:00-17:00, la domenica 10:00-15:00 e lunedì chiuso) e godere appieno della visita. Al resto ci pensa il museo. Difatti non solo l’ingresso è libero, ma in alcuni giorni e orari stabiliti qua si svolgono anche visite guidate gratuite. Da non crederci. Per non parlare poi delle sale e dei cimeli, suddivisi su due piani e per diverse epoche: inizierete a fare la conoscenza delle civiltà pre-ispaniche, che abitavano l’esteso massiccio montuoso della Sierra Nevada (dal 200 al 1.600 d.C.), e delle loro “offerte dorate”, per poi lasciarvi trasportare in un viaggio del tempo che vi condurrà da esse fino ai tempi moderni, passando da Simón Bolívar alla storia della Casa de la Aduana. Certamente una cosa assolutamente da vedere a Santa Marta, magari anche prima di esplorare il resto della città ed i suoi dintorni…
Infatti, se come noi state pensando di avventurarvi fino alla magnifica Ciudad Perdida o al Parco Tayrona, questo è il posto perfetto per avere un primo contatto con la storia e le tradizioni delle tribù indigene (soprattutto Nahuange e Tayrona) e delle etnie da loro discendenti. Ma anche chi volesse conoscere meglio la vita di “El Libertador” dovrà iniziare da qua prima di dirigersi verso la Quinta de San Pedro Alejandrino, luogo storico importantissimo che vi faremo conoscere a breve.
La “Biblioteca Banco de la Republica” dedicata a Gabriel García Márquez
Questo edificio, prima conosciuto come “Biblioteca Banco de la Republica” e poi dal 2018 con il nome dell’indimenticato ed indimenticabile Gabriel García Márquez, dall’esterno potrebbe sembrare un ecomostro con una semplice raccolta di libri all’interno. Eppure, una volta raggiunto il secondo piano della struttura (aperto lun-ven 8:30-18:00, sab 9:00-13:00; chiuso domenica), potrete ammirare una mostra di arte e cultura temporanea (gratuita) in continuo cambiamento, dove l’unica cosa che resta inalterata è l’essenza di ciascuna esposizione: portare all’attenzione di più persone possibili storie e quadri con tanto, a volte troppo, da raccontare.
Le numerose spiagge caraibiche
Sappiamo per certo che se state visitando la Colombia lo avete fatto anche per tuffarvi in mare il più spesso possibile. Santa Marta è perfetta anche per questo: si affaccia nel mar dei Caraibi, dunque non è per niente difficile trovare una splendida spiaggia in cui rinfrescarsi. Purtroppo però nel centro città il colore della sabbia e dell’acqua non è come potreste immaginare e dovrete allontanarvi abbastanza dal centro (molto spesso con una barca) per trovare quel Paradiso tanto voluto. Ma andiamo con ordine.
- Partendo dal centro storico di Santa Marta dovrete semplicemente dirigervi verso la costa per ritrovarvi sulla Playa del Centro, il luogo ideale per una veloce pausa al sole o per un bagno. Anche se la vista del vicino porto ed il colore dell’acqua, all’inizio potrebbero scoraggiare.
- Se volete qualcosa di più caraibico basterà allontanarsi di 6 km verso ovest e raggiungere la spiaggia più celebre di Santa Marta: Playa El Rodadero, situata nell’omonimo quartiere. Qua l’acqua ha un colore cristallino e guardando verso il mare, soprattutto al tramonto, sembrerà quasi di essere su di un’isola. Sensazione che svanirà via in circa 1 secondo, dato che la sabbia è circondata da grattacieli e la zona è sempre affollata e presa d’assalto a tutte le ore del giorno. Tuttavia a 3 km a nord da qua si trova Playa Blanca, una spiaggia tanto particolare quanto facile da raggiungere.
- A 5 km dal Malecón di Santa Marta, fuori città in direzione est, potreste anche raggiungere il piccolo porticciolo di Taganga, un ex-villaggio di pescatori dove si respira un’atmosfera tranquilla e festaiola. La spiaggia principale del paesino (Playa de Taganga, che ve lo diciamo a fare) è sempre molto turistica, eppure seguendo il bagnasciuga fino alla parte opposta potrete seguire un sentiero che vi farà conoscere Playa Genemaka e, a 1,2 km di distanza, Playa Grande. Spiagge sempre più belle ma a cui manca sempre qualcosa per essere definite caraibiche. Intanto godetevi la vista sulla particolarissima baia di Taganga ed il suo paesaggio.
- Anche se Taganga non vi è piaciuta, sappiate che è un ottimo luogo per visitare le più belle spiagge di Santa Marta. Questo perché dietro il promontorio che ospita Playa Grande si trovano così tanti arenili con sabbia dorata e acqua trasparente che vi sarà molto difficile sceglierne soltanto una. Quest’ultime sono raggiungibili soprattutto tramite barca e dunque dovrete prendere parte ad un tour o noleggiarne una. Le escursioni partono anche da Santa Marta (questo e questo ne sono un esempio) ma essendo Taganga più vicina i prezzi saranno notevolmente più bassi. Basterà cercare quello giusto direttamente in loco. Ma quali sono queste fantomatiche spiagge? Anche se non abbiamo fatto nessuno di questi tour (il mare ci rilassa troppo) sappiamo per certo che si trovano tutte all’interno del celebre Parco Tayrona e per raggiungerle dovrete quindi pagare l’ingresso (vedi i prezzi a seconda della stagione), con assicurazione obbligatoria inclusa. Tuttavia per sapere quale consigliarvi abbiamo dovuto fare più di una ricerca e, secondo il nostro umile parere, meritano una visita Playa Cristal, dove il nome è già un programma (possibile raggiungerla anche dall’ingresso Palangana del Parco Tayrona guidando per un’ora su strada molto dissestata), Playa Cinto, tranquilla e la migliore per fare snorkeling e Playa Chengue, l’originale spiaggia caraibica deserta.
Infine vogliamo darvi un altro consiglio. A meno che non siate grandi amanti del mare o vogliate completare l’album dei lidi colombiani, visitando a piedi il Parco Tayrona ed arrivando fino alla sua famosissima Cabo San Juan, riuscirete ugualmente a vedere i bellissimi colori e la bellissima natura caraibica, esattamente come ve la immaginavate. Senza dover ammattire troppo. Ma, fortunatamente, ognuno è libero di fare come vuole.
Cosa vedere a Santa Marta di notte
Per adesso abbiamo parlato solamente di cosa vedere a Santa Marta durante il giorno, con solo un piccolo accenno al suo “vestito da sera”. Ma questa città merita senz’altro un capitolo sulla sua vita notturna. Come logico la parte assolutamente da visitare è il centro storico di Santa Marta, nello specifico Calle 16 e Calle 17 (partendo dalla Cattedrale) per poi prendere Carrera 3 fino ad arrivare a Parque de los Novios, luogo in cui si concentra la “rumba”. Percorrendo queste strade passerete davanti ai vari locali che tutte le sere, con la bella stagione, apparecchiano fuori, riempiendo le strade di tavoli e sedie tutte diverse ma eleganti e bellissime da vedere, per poi entrare in strade sempre più strette e sempre più affollate, con persone che si godono la serata tra murales e locali uno più particolare dell’altro. Infine, arrivati alla tappa finale, vi ritroverete circondati da musica e colori che riusciranno a coinvolgere anche la persona più introversa. Il tutto rende Santa Marta una città ancora più giovane e bella. Non mancano poi le discoteche, che tuttavia abbiamo evitato. Chi invece cerca soltanto queste ultime, o molta più vita notturna, allora dovrebbe raggiungere le vie centrali di El Rodadero, una simil-Riccione con edifici e strade un po’ più decadenti. Ma non esagerate con i festeggiamenti, perché domani vi portiamo a scoprire i dintorni di Santa Marta…
Cosa vedere nei dintorni di Santa Marta
Abbiamo scritto molto su cosa vedere a Santa Marta, ma se si riesce ad incastrare tutto alla perfezione basterebbero soltanto due giorni ed una notte per visitarla come si deve. Ma c’è un dettaglio notevole: il centro cittadino rappresenta solo una piccolissima percentuale delle meraviglie che popolano il territorio. E per visitarle servirà solamente del tempo a disposizione e qualche trasporto pubblico per arrivarci. È giunto il momento di scoprire del perché vi abbiamo portato in questo angolo di Colombia e, alla fine dell’articolo, non potrete far altro che ringraziarci per avervelo fatto conoscere.
La scenografica baia di Taganga
Iniziamo dalla méta più vicina e di cui avete già letto in questo articolo: Taganga. A 6 km e nemmeno 20 minuti di distanza dal centro di Santa Marta, qualsiasi taxi sarà pronto a portarvi qui per al massimo 4€. Durante il viaggio cercate di dimenticarvi la descrizione che si trova ovunque su Taganga, il piccolo e tranquillo villaggio di pescatori e di hippie, perché altrimenti rimarrete molto delusi. Ad oggi il sobborgo si è trasformato in uno stabilimento balneare e le sue vie brulicano di ristoranti e negozi per turisti. Bisogna quindi ingegnarsi per trovare i luoghi giusti per apprezzarla. E non c’è modo migliore per iniziare a farlo prenotando l’economico “Tamarindo Beach Hostel”, il quale vi regalerà relax e viste spettacolari sulla baia di Taganga.
Una volta arrivati nel centro abitato fatevi una tranquilla passeggiata sulla Carrera 1 e fermatevi non ai ristoranti, ma alle bancarelle che troverete sparse lungomare con ottimi frullati di frutta fresca e pietanze tipiche (tra cui anche buon pesce a ottimo prezzo). Poi armatevi di tutto il necessario e incamminatevi verso Playa Grande, la spiaggia raggiungibile in circa 30 minuti a piedi che, se visitata presto la mattina o tardi la sera (durante il giorno è pieno di imbarcazioni che scaricano di continuo turisti pigri), potrà diventare il vostro posto del cuore. Una bella sabbia, un bel mare e piccoli ristoranti dove mangiare il pescato del giorno. Tutto questo non sarà di certo le Maldive, ma la forma della baia di Taganga che abbraccia il verde della natura, soprattutto al tramonto, noi ce la saremmo guardata e riguardata all’infinito.
La “Quinta de San Pedro Alejandrino”, ultima dimora di Bolívar
Un luogo che non molti conoscono e che anche noi abbiamo scoperto per casualità leggendo le brochure in giro per Santa Marta. Stiamo parlando della “Quinta de San Pedro Alejandrino”, un enorme e ben strutturato parco entrato di diritto nella storia della Colombia e di gran parte dell’America Latina. Aperto tutti i giorni della settimana al prezzo di 23.000$ (± 5,50€), con orario variabile a seconda della stagione (meglio guardare sul sito ufficiale), e raggiungibile rapidamente con un taxi (circa 4€) o con la Linea 3G o 3C dei bus in partenza dal Malecón cittadino (2.000$, circa 0,50€) vi porterà alla scoperta di vari luoghi, uno più affascinante dell’altro.
Visitando la Quinta troverete: un’antica fattoria del 1608 dove potrete entrare per esplorare i vari locali (ormai in disuso) adibiti alla lavorazione di rum, panela (alimento ottenuto dalla canna da zucchero) e miele; un interessante museo di arte contemporanea (“Museo Bolivariano de Arte Contemporáneo”); un anfiteatro moderno usato sporadicamente come teatro (“Teatro Joaquin de Mier y Benitez”); 22 ettari del Giardino Botanico Roberto Castañeda con alberi centenari, piante in via d’estinzione e altre 150 specie vegetali autoctone; l’imponente e maestoso Altare della Patria dedicato a Simón Bolívar al centenario della sua morte; la “Plaza de Banderas” costruita a 150 anni dalla sua scomparsa; e, per concludere in bellezza, la “Casa Principal”, l’ultima abitazione di “El Libertador” dove oltre a numerosissimi cimeli, mobili e scritture, si trova anche la stanza dove esalò il suo ultimo respiro ed una statua in marmo, di dimensioni reali, che ne ritrae il corpo esanime. Se ancora non l’avete capito in questo luogo stiamo camminando letteralmente dentro, sopra, e tutto intorno alla storia.
La storia di Simón Bolívar in breve
In molti leggendo questo paragrafo si saranno fatti una domanda, ovvero: «Ma chi era questo “El Libertador” Simón Bolívar?». Ok, proviamo a spiegarvelo molto velocemente, per tutto il resto c’è Wikipedia. Anche se in Colombia il suo nome è super inflazionato, Simón Bolívar nacque a Caracas, in Venezuela, nel XVIII secolo e la sua storia passa dall’Europa e da Roma. Con il vero nome di Simón José Antonio de la Santísima Trinidad Bolívar y Palacios de Aguirre, Ponte-Andrade y Blanco (ha fatto bene poi ad accorciarlo) da fine ‘700 visse infatti in Spagna, in Francia ed in Italia dove si fece spazio negli alti ranghi della borghesia. Nel 1805, proprio nella capitale italiana, si ripromise di liberare il suo Venezuela e qui disse una delle frasi più solenni della storia: «Giuro sul mio onore e giuro sulla mia Patria che non darò riposo al mio braccio, né pace alla mia anima, fino a quando non avrò spezzato le catene che ci opprimono per volontà del potere spagnolo.» Si susseguirono numerose battaglie sanguinolente fino a quando il movimento da lui ideato finì per prevalere, donando l’indipendenza al Venezuela, all’Ecuador e, nel 1819, alla Colombia. Ma fu nel 1825 che Bolívar diede il meglio di sé: grazie al suo strategico intervento militare, una parte del Perù fu liberata e lo Stato appena nato, in segno di riconoscimento verso il suo liberatore, prese il nome di República de Bolívar, poi divenuta Bolivia. Nel 1830, dopo aver scoperto di essere un malato terminale di tubercolosi, si trasferì dal centro di Bogotà alla Quinta, scomparendo poco tempo dopo. Nell’immediato uscì un comunicato ufficiale della sua scomparsa, che da solo fa capire cosa lui sia stato per questo Paese: «All’una e tre minuti del pomeriggio morì il sole della Colombia». Applausi per “El Libertador”, grazie.
Il Parco Nazionale Naturale (PNN) Tayrona e Cabo San Juan
Cercando “Cosa vedere a Santa Marta Colombia” nelle immagini di Google noterete che una su tutte si ripete all’infinito: una splendida lingua di sabbia aurea, contornata da un mare cristallino e da scogli dalle dolci forme, che si infrange su un piccolo promontorio roccioso pieno di vegetazione. Sulla cima di quest’ultimo si trova una capanna che fa sembrare il tutto un quadro naturale. Ecco, questa è Cabo San Juan del GuÍa ed è la spiaggia più famosa, fotografata e, sfortunatamente, affollata del Parco Nazionale Naturale Tayrona (o Tairona). E sarebbe un peccato ripartire da Santa Marta senza averla vista con i propri occhi.
Situato a circa 40 km dal centro di Santa Marta, ma raggiungibile molto facilmente anche con i mezzi pubblici, il PNN Tayrona (questa la pagina ufficiale) non è altro che un percorso a piedi lungo foreste abitate da simpatiche scimmie, spiagge caraibiche e popolazioni indigene. Detto così potrebbe sembrare niente di che, ma una volta arrivati all’ingresso di El Zaino ed entrati all’interno del Parco, vi sarà chiaro del perché questo posto è così famoso e visitato. Seguendo il sentiero ben segnalato di 2 ore (solo andata) vi troverete al cospetto di lidi del calibro di Castilletes, Cañaveral, Arrecifes, Arenilla (purtroppo tutte e quattro non balneabili) e La Piscina, per poi concludere in bellezza con la splendida Cabo San Juan del GuÍa.
Il PNN Tayrona offre anche l‘opportunità di dormire al suo interno, nei vari alloggi sparsi lungo il percorso, così da poter godere con più calma della sua costa o per esplorare i suoi luoghi più remoti. Oltre ai luoghi già citati del classico percorso turistico, il Parco nasconde infatti luoghi come Boca del Saco (l’unica spiaggia per nudisti di tutta la Colombia), l’antico insediamento indigeno Pueblito (Chairama) e la solitaria e deserta Playa Brava. Insomma, Tayrona è certamente un territorio oramai troppo turistico per fruirne come meriterebbe, anche se resta un sogno per gli occhi e sarà bellissimo guardarsi attorno tra un tuffo nel Mar dei Caraibi e una pioggia di sole dorato.
Leggi il nostro articolo per organizzare la visita perfetta al Parco Tayrona!
Minca ed i suoi paesaggi naturali
Vi avevamo promesso mari e monti su cosa vedere a Santa Marta…e noi manteniamo sempre le promesse. È giunto il momento di lasciare gli splendidi lidi caraibici e cominciare a salire di altitudine per andare a conoscere Minca e la sua natura. Che andiate con mezzo proprio, con la compagnia Cootransminca o con un veloce taxi, vi accorgerete che più la strada andrà verso l’alto e più il paesaggio cambierà radicalmente; dal blu del mare al verde della foresta, dove si nasconde il piccolo centro abitato di Minca.
Siete appena arrivati in una delle principali porte di ingresso per andare alla scoperta della Sierra Nevada di Santa Marta, catena montuosa dove sorgono le cime più alte della Colombia: il Pico Cristóbal Colón (5.575 m s.l.m.) ed il (guarda-chi-si-rivede) Pico Bolívar, di appena un metro più basso. Anche se queste due cime sono piuttosto difficili da conquistare, partendo dai 650 metri s.l.m. di Minca potrete “facilmente” raggiungere (a piedi o con le tipiche moto-taxi) i 3.100 metri del vicino Cerro Kennedy, dal quale godervi una vista mozzafiato sulle montagne sopra citate e su tutta la costa, arrivando con lo sguardo fino alla lingua di terra che collega Ciénaga a Barranquilla. Un percorso poco conosciuto, ma ottimamente segnalato, che ci ha saputo regalare forti emozioni.
Da Minca partono anche altre numerose strade all’interno della foresta, le quali vi porteranno alla scoperta di luoghi incredibili. Come non consigliarvi di raggiungere le meravigliose cascate di Marinka, in cui è possibile fare il bagno e osservarle da lontano sulle tanto singolari quanto fantastiche amache giganti, oppure spingersi fino al celebre Pozo Azul, dove sarà un vero e proprio piacere mettersi a mollo nelle sue acque. Ma questo piccolo gioiello incastonato nelle montagne ha ancora tanto da offrire; basti pensare che Minca è uno dei paradisi colombiani del birdwatching, qualora nelle sue vicinanze è possibile avvistare circa 300 differenti specie di volatili, tra cui i
Ma questo piccolo gioiello incastonato nelle montagne ha ancora tanto da offrire; basti pensare che Minca è uno dei paradisi colombiani del birdwatching, qualora nelle sue vicinanze è possibile avvistare circa 300 differenti specie di volatili, tra cui i nostri preferiti: i tucani ed i coloratissimi colibrì.
La Ciudad Perdida (Teyuna) ed il trekking per raggiungerla
Nei dintorni della Perla d’America potrete esplorare e camminare quanto vorrete, ma c’è solo un luogo nella lista di cosa vedere a Santa Marta che solo in pochi potranno vivere: la “Ciudad Perdida” (= Città Perduta), uno dei principali siti archeologici del Paese. Un posto così “perduto” che è stato riscoperto negli anni ’70, quando i cercatori d’oro illegale (i “guaqueros”) ci arrivarono quasi per caso ed iniziarono a vendere i tesori trafugati sul mercato nero. Da quel momento flotte di archeologi vollero conoscere e studiare la Ciudad Perdida, scoprendo tra le altre cose che le tribù della Sierra conoscevano da sempre quel mondo che fu abitato dai loro antenati Tayrona (e c’era un valido motivo se non avevamo mai detto niente, visti i trascorsi). Per loro questa terra si era da sempre chiamato Teyuna e, fortunatamente, ancora oggi è sotto la protezione del governo colombiano, che riconosce quest’ultima come riserva sia naturale sia indigena.
Fondata 650 anni prima della più celebre Machu Picchu, non ha ugualmente niente da invidiargli. Dopo essere stata inaccessibile fino a pochi anni fa per la presenza della “guerrilla colombiana” (in un celebre caso sequestrò anche dei turisti che stavano cercando di raggiungerla), ad oggi è finalmente visitabile e sicura, sennonché soltanto assieme ad agenzie autorizzate che possono condurre fino ad un massimo di 50 persone al giorno (a caro prezzo). L’unica via per raggiungerla è quella di lasciarsi guidare lungo un trekking di almeno 4 giorni nel cuore della Sierra, a stretto contatto con le tribù che la abitano da secoli. Un viaggio che saprà far emozionare chiunque si senta pronto ad intraprenderlo; non tanto per la natura (danneggiata gravemente dai passati raid contro le piantagioni di coca e cannabis), ma per l’esperienza unica che andrete a fare. Parlare con gli indigeni Wiwas e Koguis, conoscere il Mamo di questi ultimi (la più alta carica spirituale) e la bellezza di raggiungere l’indescrivibile Teyuna all’alba, con poche persone intorno, è un ricordo che rimarrà sicuramente indelebile nel cuore di chiunque. Un pezzo del nostro è rimasto lassù, “perdido”.
Il deserto di La Guajira, un uragano di emozioni contrastanti
Leggendo il titolo ve lo sarete senz’altro domandato e la risposta è sì, in Colombia c’è anche il deserto. E una delle migliori città per raggiungerlo, indovinate un po’, è proprio Santa Marta, dato che anche da qua partono numerosi tour per il deserto di La Guajira (seppure Riohacha resti il punto di partenza più vicino e quindi migliore). Ma non stiamo parlando di un deserto qualunque, ma di uno dei più bei paesaggi che potrete trovare in questo Paese. Purtroppo questo non sarà soltanto un viaggio di piacere, ed infatti ci teniamo a ricordarvi che è altamente sconsigliato visitare la zona in autonomia; nell’Alta Guajira vi incontrerete persone che soffrono in maniera tremenda la fame…e povertà è spesso sinonimo di criminalità.
Proprio per questo motivo il deserto colombiano non è per tutti ed anche noi ci siamo interrogati a lungo prima di decidere se visitarla o meno. Vista da internet, la penisola di La Guajira sembra semplicemente un incredibile lembo di terra dalle mille sfumature che porta al punto più estremo della Colombia, al confine con il Venezuela e a soli 200 km da Aruba. Invece no, dal vivo sembra un posto tra il Paradiso e l’Inferno, terra di nessuno. Oltre alle meraviglie naturali e ai colori mozzafiato, a La Guajira incontrerete persone che vivono in condizioni estreme: i bambini passano le loro giornate a fermare le macchine dei tour chiedendo acqua e cibo, vivono in condizioni di degrado (che noi non possiamo nemmeno immaginare) e non possono né istruirsi né lasciare questa terra. E a noi, anche dopo il tour, un pensiero continua ad affollarci la mente: il turismo per loro costituisce sicuramente una risorsa per sopravvivere, ma è questa l’unica soluzione? Se siete preparati e consapevoli di quello che vi aspetterà, vi consigliamo dunque di considerare un viaggio di almeno tre giorni in questo territorio così fragile. Un viaggio che vi farà conoscere Uribia (la capitale indigena della Colombia), le saline di Manaure, le spiagge di Cabo de la Vela e le spettacolari sfumature di Punta Gallinas, ovvero il punto più a nord del Sud America. Godetevi il tutto il più che potete, senza però dimenticare di quanto siamo fortunati a non essere nati qua, nella parte di mondo sbagliata.
La Perla d’America
Quando si parla di città colombiane sembrano esistere solamente Bogotá, Medellín e Cartagena de Indias, dimenticandosi del tutto Santa Marta. Stiamo infatti parlando della città più antica della Colombia che, come avete potuto capire da questo articolo, saprà regalarvi grandi ricordi e meravigliosi paesaggi. Il suo centro storico non sarà un granché, ma è la sua genuinità caraibica a sorprendere; per non parlare poi dei suoi dintorni, i quali spaziano da spiagge paradisiache, foreste incontaminate, deserti a picco sull’oceano, cascate di acqua turchese e animali unici al mondo (eccetera, eccetera…). È difficile spiegare il tutto a parole e solo visitando questo territorio potrete davvero capire di cosa stiamo parlando…e, soprattutto, che Santa Marta ha davvero “La magia de tenerlo todo“!