Come organizzare un viaggio da Sydney a Brisbane
Anche se l’Australia ci ha abituato a itinerari molto più lunghi e complessi, per percorrere questo “breve” percorso da Sydney a Brisbane valgono sempre tutti i consigli su come preparare un On the Road in Australia, da seguire alla lettera specialmente se state viaggiando con un mezzo vostro. Per farvela breve ecco un veloce riassunto:
- In questo tratto di strada NON sarà indispensabile avere una 4×4, dato che la costa orientale ha una rete stradale molto più sviluppata di quella occidentale ed è molto meno selvaggia, ma se siete amanti del fuori strada potrete trovare ugualmente pane per i vostri denti;
- Ricordatevi che uscendo da Sydney e entrando a Brisbane (o viceversa) troverete indicazioni per strade denominate “Toll“. Cercate di evitarle, poiché strade a pagamento (piuttosto costose) sprovviste di casello che dovranno essere pagate sul sito www.linkt.com.au. Se non avete fretta non ha alcun senso prenderle;
- NON si guida mai dall’alba al tramonto, gli animali selvatici potrebbero arrecare gravi danni a voi, al vostro mezzo e a loro stessi;
- Infine per risparmiare il più possibile vi basterà attrezzarvi di un mezzo con letto (o di una tenda da campeggio) e scaricare sul vostro telefono la Bibbia del viaggiatore low-cost, l’app “WikiCamps” (7.99AU$). Indispensabile per scoprire cosa vedere ma anche e soprattutto per trovare campeggi gratuiti e bagni pubblici con tanto di docce (molto numerose su questa tratta). Se poi volete risparmiare ancora di più lasciate stare il telefono e seguiteci alla lettera.
Itinerario da Sydney a Brisbane (con mappa)
Come qualsiasi spostamento da un punto “A” ad un punto “B” le opzioni per il tragitto sono numerose, perciò nemmeno l’itinerario da Sydney a Brisbane fa eccezione. Potrete scegliere se passare vicino all’oceano, immergervi nel bush (così viene definita la parte più selvaggia del territorio australiano, fra enormi distese di campi e foreste) o attraversare gli sperduti paesi dell’Outback. Quello che vi consiglieremo tra poco è il risultato di un viaggio di almeno 4 giorni, sviluppato perlopiù lungo la cosiddetta “Pacific Coast Touring Rout“, ma dove non mancheranno piacevoli deviazioni verso l’interno. La distanza totale sarà poco più di 1.000 km pertanto non correte troppo e godetevi le fermate che abbiamo pensato per voi più che potete, proprio come amano fare da queste parti.
Giorni BONUS – Blue Mountains e Wollemi National Park
Nemmeno il tempo di partire che già vogliamo proporvi una scelta in più per il vostro viaggio. E stiamo parlando di due siti Patrimonio UNESCO dal 2000. Per chi è arrivato a Sydney senza vedere niente nei dintorni è impensabile partire senza aver prima fatto una sosta alle Blue Mountains o al Wollemi National Park. O ad entrambi, perché no. Se decidete di seguire questo itinerario Bonus vi consigliamo di alloggiare dapprima a Katoomba (102 km e circa 1h 30′ ad Ovest Sydney) per esplorare da lì tutti i punti panoramici e le bellezze del “Blue Mountains National Park“, per poi decidere se tornare verso Sydney e seguire passo passo il nostro articolo, o guidare altri 180 km (in quasi 3 ore) e raggiungere il Wollemi National Park ed il suo Wollemi Wilderness. Da qui potrete poi ricollegarvi al nostro itinerario dalla cittadina di Newcastle in “soli” 312 km e 4 ore di guida.
Esplorare il Blue Mountains National Park
Se questo Parco Nazionale è tra i luoghi più visitati d’Australia un motivo ci sarà. Noi abbiamo visitato le Blue Mountains mentre raggiungevamo Sydney da Melbourne e, anche se le sue cime non superano i 1.000 metri, è un luogo di montagna che difficilmente troverete da altre parti in Australia. Le celebri Three Sisters vi daranno un caloroso benvenuto ed i numerosi, quanto incredibili, punti panoramici sparsi per il Parco vi accompagneranno per tutta la vostra permanenza. Per non parlare poi dei bellissimi trekking immersi nella natura, con le loro fiabesche cascate (come il Wentworth Falls Track ed il South Lawson Waterfall Circuit), dell’interessantissimo Botanic Garden e di tantissime altre attrazioni turistiche, gratuite o a pagamento. Qualora vogliate ancora più dettagli ed un itinerario completo del Blue Mountains National Park noi, guarda caso, abbiamo scritto un articolo a riguardo.
Cosa vedere nel Wollemi National Park
Il Wollemi National Park non ha niente da invidiare al Parco Nazionale delle Blue Mountains dato che non mancheranno paesaggi, trekking e luoghi naturali incredibili. Proprio in una profonda gola di questo Parco, nel 1994, sono stati trovati alcuni esemplari di Pino di Wollemi, una conifera che si pensava estinta da ben 90 milioni di anni. Ecco da cosa deriva il nome del luogo. Ma il Wollemi National Park (ingresso gratuito) è famoso per tante altre cose e per scoprirle (quasi) tutte la miglior opzione è quella di alloggiare al Newnes Campground, punto d’appoggio perfetto per l’esplorazione. Visitate il più possibile, senza dimenticarvi i fiori all’occhiello del Parco: le rovine immerse nella natura del “Newes Industrial Ruins Walk” e il sensazionale “Glow Worm Tunnel Track” dove lombrichi luminescenti vi guideranno lungo il percorso. Per altre informazioni o idee per la vostra visita al Parco vi consigliamo di andare sul sito ufficiale e scaricare la mappa.
Giorno 1 – Da Sydney a Port Stephens via Newcastle (220 km)
Che vi siate spinti fino al Wollemi National Park o che abbiate preferito esplorare più approfonditamente la stroboscopica città di Sydney è giunta l’ora di rimettersi in cammino, direzione Brisbane. Nel caso partiate da uno dei due Parchi Nazionali potrete semplicemente raggiungere Newcastle dalle strade interne, ma è da Sydney che noi ci siamo messi in viaggio pertanto ecco come abbiamo fatto.
Crack Neck Lookout, il primo punto panoramico del viaggio
Uscite dalla metropoli australiana (attenzione alle “Toll”!) tramite la M1 e proseguite su questa fino all’intersezione con la A49 per Bateau Bay. Proprio quest’ultimo è il luogo della nostra prima sosta. La strada si avvicina sempre più alla costa fino ad arrivare al “Crackneck Lookout“: un’area pic-nic che si affacciata direttamente sulla cittadina di Bateau Bay e sull’Oceano e dalla quale, nel periodo giusto (tra maggio ed agosto), è possibile ammirare le balene mentre compiono la migrazione verso Nord. Questo punto panoramico è particolarmente frequentato dagli appassionati di parapendio e potrete vederli mentre si lasciano cullare dal vento lungo la costa.
Caves Beach e le sue grotte con vista oceano
Dal bel punto panoramico l’opzione migliore è quella di attraversare la sottile striscia di terra che separa l’Oceano dai numerosi laghi che si susseguono fino alla cittadina di Newcastle. Riprendete l’A43, tenendo sulla sinistra l’enorme Lake Macquarie, e sulla destra l’Oceano, fino ad arrivare a Caves Beach ed alle sue particolarissime grotte che si affacciano sulla spiaggia. Quella che per noi rappresenta un’ottima scusa per sgranchire le gambe, per i locali è il luogo dove trascorrere la giornata in compagnia della famiglia, scelto spesso anche come location di matrimoni e cerimonie. Una passeggiata sulla spiaggia e un’occhiata alle sue grotte sono dunque d’obbligo. Da qua poi basteranno altri 29 km senza deviazioni per arrivare alla cittadina di Newcastle.
Cosa vedere a Newcastle
L’abbiamo definita cittadina ma in realtà, nello Stato del New South Wales, Newcastle è seconda solo a Sydney quanto ad abitanti (ma ci sono ben 5 milioni di differenza fra le due). Perciò le attrazioni turistiche certo non mancano e sappiate che la maggior parte di esse è gratuita. In città potrete scegliere se dedicarvi alla cultura visitando la Newcastle Art Gallery (aperta dalle 10:00 alle 17:00 con ingresso libero; chiusa il lunedì) o il bellissimo Newcastle Museum (aperto dal martedì alla domenica 10:00-17:00: ingresso libero) o se gironzolare per il centro cittadino che si dirama dal Newcastle City Hall, ma che non offre niente di troppo bello.
Potrete anche godervi una mezza giornata in una delle sue spiagge (Merewether Beach la migliore) o nei caratteristici quanto sicuri Ocean Baths, delle piscine naturali che si affacciano sull’Oceano e da questo prendono l’acqua (da non perdere il Bogey Hole). Non dimenticatevi poi una passeggiata al Newcastle Memorial Walk, perfetto per godervi l’Oceano e la città ed ottimo per ricordare i caduti in guerra di Newcastle.
Cosa vedere nella penisola di Port Stephens
La vera particolarità di Newcastle non si trova nel suo centro cittadino, ma circa 50 km più a Nord. Stiamo parlando del Worimi National Park, un Parco situato su di una penisola e costituito da una profonda e lunghissima striscia di sabbia che ospita interessanti attrazioni. Raggiungete la parte opposta della penisola e fate una veloce sosta a Port Stephens, Nelson Bay e Shoal Bay (da cui partono anche gite in barca per avvistare i delfini) e se avete tempo raggiungete i punti panoramici “Gan Gan Lookout” (5 minuti a piedi) e “Fort Tomaree Head Lookout” (20 minuti di ripida salita a piedi) per rendervi conto in che razza di posto vi trovate. E pensare che il meglio deve ancora arrivare…
Giorno 2 – Da Port Stephens a Bellingen via Port Macquarie (350 km)
Con il primo giorno di viaggio vi abbiamo fatto sgranchire le gambe nelle varie soste, oggi cercheremo di scaldarvi il cuore. Per il secondo giorno del nostro itinerario da Sydney a Brisbane preparatevi quindi ad emozionarvi. Partiamo dunque di prima mattina per godere il più possibile delle bellezze della giornata. Vedremo deserti di sabbia, cammelli, acque turchesi e koala dolcissimi. Questa in poche parole sarà una giornata che non dimenticherete facilmente.
Le dune di Stockton Beach nel Wollemi National Park
Ci svegliamo prestissimo dal campeggio dove abbiamo alloggiato (il costoso “Ingenia Holidays One Mile Beach“) e ci avviciniamo subito al Worimi National Park andando verso Anna Bay e alla sua Birubi Beach. Questa spiaggia è la parte più orientale, nonché l’accesso più facile, dei 2.500 ettari di sabbia conosciuti come Stockton Beach. Lasciata l’auto nel parcheggio di sabbia della Birubi Beach capirete subito perché vi abbiamo portati fin qua: davanti a voi avete uno scenario che mai avreste pensato possibile. Da una parte il deserto, con dune alte fino a 70 metri, dall’altra il classico oceano australiano color turchese. Il tutto reso ancora più particolare dalla presenza di cammelli pronti a portarvi sulle loro gobbe (anche se noi ve lo sconsigliamo).
Quando hanno una realtà particolare gli australiani sanno come sfruttarla e quindi all’interno del Parco troverete molto altro. L’accesso a piedi è gratuito ma se avete una 4×4 e volete divertirvi a guidare tra le dune potete benissimo farlo acquistando un pass di Beach Driving (quello per 3 giorni ha un costo di 33AU$, mentre l’annuale costa 88AU$) oppure prenotando un giro turistico dove voi sarete i passeggeri. Se poi non avete mai “snowboardato” sulla sabbia qua ne avrete l’occasione, come avrete l’occasione di provare tantissimi altri tour (avvistamento balene compreso). La cosa divertente? Sulla pagina ufficiale si legge che il Worimi National Park “is a special Aboriginal place near Newcastle”, infatti gli australiani lo hanno così a cuore che puoi guidare senza problemi sulla spiaggia, però dietro equo pagamento.
Pausa pranzo sul lago Wallis
Ripartiti dalle splendide dune di Port Stephens c’è da guidare un po’ verso la prossima tappa: 275 km (3h 20′) verso Nord percorrendo la A1 ci dividono dalla nostra prossima tappa. Purtroppo questo tratto è privo di attrazioni degne di nota, perciò preferiamo deviare lungo la “The Lakes Way” all’altezza del centro di Bulahdelah per goderci perlomeno il paesaggio.
Per pranzo ci concediamo una breve sosta lungo le sponde del lago Wallis, che ci delizia con la vista delle sue acque turchesi e delle spiagge bianche che lo circondano. Tranquillo però che quando parlavamo di emozioni non ci stavamo riferendo a tutto ciò. Stavamo già pensando alla nostra prossima fermata, il Koala Hospital di Port Macquarie.
Port Macquarie ed il suo ospedale speciale
Port Macquarie è sicuramente una tappa immancabile, ed indimenticabile, di questo itinerario poiché qua si trova uno dei più importanti ospedali per la fauna selvatica australiana, dove viene curata una delle specie più caratteristiche nonché a rischio: i koala. Questo splendido marsupiale è stato infatti dichiarato “funzionalmente estinto” ossia gli esemplari sono così pochi e con una vita così sedentaria che senza un nostro aiuto in pochi anni potrebbero non esistere più. Prima di visitare l’Australia pensavamo che i koala, come i canguri, fossero un po’ ovunque ma purtroppo ci sbagliavamo. Vederne, soprattutto in libertà, non è così facile. Noi ne abbiamo avvistati alcuni nella bellissima Kangaroo Island e nella piccola Raymond Island (visitata durante l’itinerario costiero da Sydney a Melbourne). Purtroppo, dopo i devastanti incendi che fra il 2019 ed il 2020 hanno distrutto gran parte dell’habitat naturale dei koala e hanno ridotto ancor di più il loro già preoccupante numero, scovarli tra gli alberi è diventata una vera impresa. Proprio per questo il Koala Hospital di Port Macquarie vi saprà far emozionare.
Raggiungete dunque Port Macquaire e, più precisamente, il Macquaire Nature Reserve e dopo 275 km dalla nostra partenza sarete giunti a destinazione. Se davanti alla vostra auto parcheggiata si vede un bell’edificio color crema siete nel posto giusto. Quella villetta è la Historic Roto House e se vorrete potrete entrare a dare un’occhiata gratuitamente. Si tratta di una costruzione in stile Vittoriano datata 1891 (per l’Australia un sito storico) molto ben preservata. Così ben tenuta che all’interno troverete ancora la tavola apparecchiata oltre a foto, descrizioni e cimeli della famiglia Flynn che qua ha vissuto. I residenti dicono che è come fare un salto indietro nel tempo, noi vi consigliamo di andarlo a vedere prima del Koala Hospital altrimenti perderà anche quel suo poco fascino.
Visita al “Koala Hospital” di Port Macquarie
Infatti proprio di fronte all’Historic Roto House troverete il “Koala Hospital Port Macquaire” ed il suo ingresso vi metterà subito di buon umore. Non vogliamo svelarvi molto sulla visita perché non si puo’ spiegare a parole, ma vi basterà sapere un paio di cose. L’ingresso all’ospedale dei koala è totalmente gratuito ma vi invitiamo a comprare un souvenir nel loro caratteristico shop, a fare una donazione (anche se non lo visiterete) o ad adottare a distanza un koala. Tutto questo servirà a supportare il grande lavoro dei volontari che gestiscono il centro. Volontari che hanno salvato e guarito centinaia di koala, specialmente durante gli incendi. Il lavoro del Koala Hospital che salva, cura e reintroduce in natura gli esemplari guariti è d’importanza fondamentale. Non solo per l’Australia ma per tutti noi.
Prossima fermata Bellingen
Adesso potete anche godervi una passeggiata nel piccolo centro di Port Macquarie e visitare le sue spiagge e le attrazioni sparse lungo la costa. Se avete ancora qualche ora di luce a disposizione potrete ripartire verso Nord e cercare di raggiungere Bellingen (“Bello” per gli amici) a circa 145 km e 1h 30′ di distanza. Per arrivarci dovrete fare una piccola deviazione dalla strada principale all’altezza di Raleigh, lasciando la A1 e prendendo la B78. Quasi sicuramente arriverete nel tardo pomeriggio, perciò vi consigliamo di fermarvi 5 km prima al Burdett Park, un’area sosta su erba che mette a disposizione bagni (senza doccia), acqua potabile e spazi coperti, dove godervi la cena al sacco, il tutto al costo di una piccola donazione.
Giorno 3 – Da Bellingen a New Italy via Dorrigo (245 km)
Il terzo giorno del nostro itinerario da Sydney a Brisbane è pieno di cose interessanti da fare e vedere. Inizia con una visita al Dorrigo National Park ed alla cittadina di Bellingen, che vi terranno occupati per tutta la mattina, mentre la sera potrete proseguire verso Nord fermandovi alla Muttonbird Island, ammirando la Big Banana di Coffs Harbour e godendovi una passeggiata fra i canguri della Moonee Beach Nature Reserve prima di raggiungere la patriottica New Italy per un’altra notte quasi a costo zero.
Il Dorrigo National Park, alla ricerca del Lyrebird
Per chi avesse deciso di trascorrere la notte a Bellingen, o nei suoi dintorni, consigliamo di svegliarsi di buon’ora e raggiungere, 30 km ad Ovest, il Dorrigo National Park (aperto tutti i giorni dalle 09:00 alle 16:30; ingresso a donativo). Vi vogliamo portare in questo Parco dato che offre la rara opportunità di avvistare il Lyrebird (l’Uccello Lira o Menura), simbolo dei Parchi Nazionali del New South Wales, oltre a tantissima altra fauna in libertà
Recatevi quindi al centro informazioni Dorrigo Rainforest Centre e fate tesoro dei consigli e delle mappe (scaricabili anche da qui) che vi verranno dati sui tantissimi percorsi presenti. Noi abbiamo scelto quelli più corti e vicini all’ingresso, affacciandoci così sul bel panorama che offre il ponte sospeso Skywalk Lookout e percorrendo poi, più di una volta, il “Lyrebird Link Track” (800 m a/r) e il “Walk with the Birds” (circuito di 500 m) con la speranza di avvistare il maggior numero di animali possibili, Lyrebird compreso. Pensate che solo avventurandovi in questi due brevi percorsi potrete avvistare fino a 150 specie di volatili differenti.
Abbiamo così avvistato “bush turkeys” (i tacchini del bush), giardinieri satinati, “goannas” e tantissimi altri tipi di volatili e fiori mai visti prima. Tuttavia nessuna traccia del menura. O meglio: abbiamo incontrato un esemplare femmina, ma tra i due sessi c’è una gran bella differenza. E non stiamo parlando solo della coda, molto più bella ed appariscente nei maschi. Quando è a riposo la coda ha le sembianze di una lira (ecco spiegato il nome) mentre quando vogliono darsi delle arie la aprono facendola diventare una ruota, particolare quasi come quella del pavone. Ma la differenza più grande è la vocazione “canora” del maschio. Per mettersi in mostra ed attirare le femmine è in grado di imitare un gran numero di suoni, rumori e versi di altri animali ascoltati personalmente. Uno spettacolo al quale avremmo assistito volentieri e che auguriamo a voi di poter vivere. Nel dubbio che questo non succeda lasciamo al grande Attenborough il compito di mostrarvi quanto la natura non smetta mai di sorprendere.
Le attrazioni principali di Bellingen
Dopo il Dorrigo National Park non resta che tornare sui nostri passi e visitare Bellingen. Vi diciamo subito che ci aspettavamo qualcosa di più da “Bello“, come l’hanno simpaticamente rinominata gli australiani, che ne lodano la particolare avvenenza. Per loro però basta un centro abitato con qualche edificio “antico” (di almeno 100 anni), due negozi e qualche caffè particolare per farne méta imperdibile dei loro pellegrinaggi domenicali. A noi invece sono bastati una passeggiata per il centro ammirando l’Hammond and Wheatley Commercial Emporium (orribile negozio storico del 1900) e una visita al caffè The Old Butter Factory e alla sua ben studiata e molto interessante galleria d’arte, con artisti dal vivo, per ritenerci più che soddisfatti del suo centro.
Ma poco fuori il nucleo del paese c’è anche una cosa che non dovrete assolutamente perdervi: superate il Bellingen River, prendete Dowle Street e tenete le orecchie aperte. Seguite il richiamo della natura e scoverete così l’albero dove riposano le simpatiche e rumorose “flying foxes“. Conosciute in Italia come volpi volanti, sono pipistrelli fruttariani (quindi inoffensivi) tanto grandi quanto carini. Sarà un piacere guardarli appesi a testa in giù.
Muttonbird Island e Coffs Harbour
Che siate amanti o meno degli animali, in Australia è sempre emozionante avvistare qualche specie rara e proprio per questo cerchiamo sempre di recarci laddove questo sia possibile. Motivo per il quale, ripreso il cammino per Brisbane, abbiamo raggiunto la Riserva Naturale Muttonbird Island (38 km da Bellingen) con l’intento di avvistare i rari volatili che danno il nome a quest’isola. Su questo pezzo di terra si stima la presenza di oltre 5.000 coppie di muttonbirds, anche se noi sfortunatamente di berte codacorta (questo il nome in italiano) ne abbiamo avvistata soltanto una mentre dormiva con metà corpo fuori dalla tana. La passeggiata all’interno della Riserva, affacciata da un lato sul porto e dall’altro sull’oceano aperto, è stata comunque un toccasana.
Muttonbird Island si trova sulla costa di Coffs Harbour, centro abitato da cui siamo passati solamente con la macchina (ci è sembrata uguale identico a tanti altri). Tornati sulla strada principale A1 verso Brisbane, poco dopo essere usciti da Coffs Harbour, sulla vostra sinistra potrete scorgere la Big Banana. Cos’è? Beh, la riproduzione gigante di una banana, il frutto più coltivato da queste parti. Vi avevamo già raccontato di questa fissazione degli australiani per quelle che ormai sono conosciute da tutti come le “Big Things” (150 statue di dimensioni esagerate raffiguranti qualsiasi cosa) e la Big Banana è una di queste. Con ancora del tempo a disposizione potreste fare una piccola deviazione per il Forest Sky Pier, un punto panoramico sospeso nel vuoto (ancora una volta) che vi farà affacciare su Coffs Harbour, su Muttonbird Island e sull’infinità dell’oceano.
A spasso fra i canguri nel Moonee Beach Nature Reserve
Sembra impossibile ma dopo una giornata con così tante cose da fare avrete ancora del tempo per un’ultima sosta. Se l’itinerario da Sydney a Brisbane è il vostro primo vero viaggio in Australia morirete dalla voglia di vedere il simbolo indiscusso del Paese: il canguro. Per farlo non vi resta che dirigervi verso il Moonee Beach Nature Reserve (18 km a Nord di Coffs Harbour), un parco a picco sull’Oceano dove tantissimi canguri pascolano indisturbati dalla presenza dell’uomo. Percorrete uno dei suoi due sentieri (noi abbiamo scelto il “Look At Me Now Headland Headland Walk” di 1,6 km) e avrete l’opportunità di osservarli da vicino (ma non troppo) nelle loro attività preferite: saltare, mangiare, dormire e lottare. Il tutto in una cornice naturale molto piacevole. Ricordatevi poi di portare il binocolo, poiché questo è il posto perfetto per avvistare le balene in inverno e un sacco di volatili in primavera. Ora, finalmente, è giunto il momento di trovare un luogo per riposare.
Sentirsi come a casa a New Italy
Quando stavamo programmando il nostro itinerario da Sydney a Brisbane il nome “New Italy” ha attirato da subito la nostra attenzione. Non l’avevamo mai sentita nominare e eravamo troppo curiosi di scoprire in cosa consistesse. Quando poi abbiamo scoperto che qui si poteva dormire a donativo, beh, abbiamo deciso che non potevamo non trascorrerci almeno una notte. Abbiamo quindi fatto altri 140 km di A1 da Moonee Beach fino a che non abbiamo intravisto una moltitudine di festoni tricolore. Sembrava di essere ritornati in Patria.
New Italy è un minuscolo agglomerato di case (gli abitanti sono 187) e niente, a parte il nome, ricorda il nostro Bel Paese. Noi però siamo venuti fin qua per due cose: la Rest Area con bagno e acqua potabile a offerta e soprattutto per il Museo di New Italy (aperto tutti i giorni dalle 09:00 alle 16:00; ingresso libero). La mattina dopo, però, il suo interno ci ha sorpreso: un’infinità di storie, foto, vestiti e oggetti suddivisi per Regioni italiane a ricordare i nostri connazionali immigrati che nel corso dell ‘800 raggiunsero l’Australia per cambiare vita. New Italy, in particolare, fu fondata da alcune famiglie venete che giunsero nella zona nel 1882 e, acquistando un’azienda agricola, riuscirono a dar vita a “Cèa Venessia” (Piccola Venezia, poi diventata New Italy). Il museo vi aiuterà a fare un salto nel tempo e vi condurrà alla scoperta della cultura italo-australiana di quei tempi, quando gli immigrati in cerca di fortuna eravamo noi.
Giorno 4 – Da New Italy a Brisbane via Byron Bay e Gold Coast (230 km)
Abbiamo sempre sentito parlare di Byron Bay (e del suo celebre faro Cape Byron Lighthouse) come uno dei luoghi più interessanti d’Australia. Lo stesso vale per Gold Coast, méta prediletta per qualsiasi giovane australiano, dove sembra che sia impossibile annoiarsi. Noi sappiamo già che le due città non sono nelle nostre corde ed in più il meteo oggi è terribile, perciò decidiamo di prendercela con calma e fare qualche fermata in più durante il viaggio (qualcuno ha detto “Big Things”?). Voi sentitevi liberi di pernottare sia a Byron Bay che nella Gold Coast ma, per favore, non invitateci.
Il Big Prawn di Ballina
Ci svegliamo prestissimo (oggi sarà il giorno più impegnativo di tutto l’itinerario) e raggiungiamo quasi subito Ballina (50 km a Nord di New Italy) ed il gambero gigante (il Big Prawn) del quale i suoi abitanti vanno tanto fieri. Ci fa un po’ tristezza sapere che questo tipo di attrazioni sono la principale méta turistica per un gran numero di città australiane, ma riusciamo subito a consolarci con una bella doccia calda gratuita, messa gentilmente a disposizione dal “Kentwell Community Centre” di Ballina.
Cosa vedere a Byron Bay
Dopo questa doccia rigenerante siamo pronti per visitare Byron Bay. 36 km dividono quest’ultima da Balllina e lungo la strada abbiamo iniziato a cercare “Cosa vedere a Byron Bay” su Google. Ci siamo così accorti che le prime 10 posizioni sono occupate dal celebre faro, da ben 7 spiagge e da una fattoria didattica chiamata “The Farm“. Va bene che Byron Bay negli anni ’70 è stato un ritrovo per tutti gli hippy australiani, ma così ci sembra un’atmosfera fin troppo rilassata. In poche parole non c’è moltissimo da vedere per chi è solo di passaggio e per apprezzarla a fondo bisognerebbe dedicarle del tempo o, perché no, trasferircisi. Questo però non è nei nostri piani e quindi scusateci se non parleremo benissimo di Byron Bay. Il cielo nel frattempo sta diventando sempre più nero. Noi non demordiamo e vogliamo raggiungere almeno le attrazioni sul podio della “Top Ten” di Byron Bay. Come non iniziare dal suo faro quindi…
Il faro “Cape Byron Lighthouse”
Al numero uno di qualsiasi classifica su Byron Bay spicca il suo faro, il Cape Byron Lighthouse. Per raggiungerlo potrete parcheggiare l’auto gratuitamente all’inizio del “Cape Byron Walkin Track” e da qua camminare per 2 km in salita oppure raggiungere l’edificio in auto pagando il parcheggio (8AU$ l’ora il più vicino, 4AU$ il più lontano e gratuito se si possiede un “NSW Park Pass“). Noi raggiungiamo il faro in auto e scendiamo a corsa non vedendo l’ora di scorgerlo nella sua posizione, a picco sul mare, tanto amata da chi lo visita. Lo vediamo in lontananza, ci guardiamo l’un l’altro e ci chiediamo se abbiamo sbagliato posto…
Visitato il declamato Cape Byron Lighthouse alla fin fine siamo contenti: primo perché non ha piovuto e secondo perché abbiamo fatto una lunga passeggiata. Il faro purtroppo però non ci ha convinto. Forse i 30.000 km di strada già percorsi e le decine (e decine) di fari australiani visti prima di questo non riescono a farci godere appieno la bellezza dei suoi paesaggi con vista oceano. Nonostante tutto possiamo sempre dire di aver raggiunto il punto più a Est dell’australiana continentale.
La spiaggia Byron Beach ed il centro di Byron Bay
Il tempo non è più dalla nostra, inizia a piovere. Siamo quindi costretti a scartare le tante spiagge disseminate per tutta Byron Bay limitandoci a visitare solamente la Byron Beach, a poca distanza dal faro. Questo piccolo arenile è molto conosciuto tra i surfisti ma anche tra chi non surfa: da qua è infatti possibile scorgere le balene (da ottobre a giugno) ed è molto facile avvistare dei delfini a poca distanza dalla riva. Solo questa cosa potrebbe ravvivare una giornata grigia come questa, ma oggi non è il nostro giorno fortunato: niente all’orizzonte, nemmeno i surfisti. Non ci resta che andare in centro.
Parcheggiamo lungo il campo sportivo su Cowper Street (l’unico con 4 ore di sosta gratuite) e ci dirigiamo verso il centro di Byron Bay, distante 700 metri. La via centrale Jonson Street e le sue traverse sono piene di gente, negozi, bar e ristoranti di tutti i tipi. La maggior parte delle persone, anche se fuori è un tempo da lupi, passeggia in canottiera, pantaloncini e tavola da surf sotto il braccio. Insomma, Byron Bay è proprio come ci si immagina una città australiana. Il problema però è sempre lo stesso: a parte le persone molto caratteristiche, il centro è uguale identico a tutti gli altri in giro per l’Australia. Scusaci Byron Bay ma non fai proprio per noi.
Coolangatta e Tweed Heads, il confine tra New South Wales e Queensland
Dopo aver passeggiato per il centro della cittadina hippy siamo pronti a salutarla, e con lei siamo pronti a lasciare anche il New South Wales per entrare nel nostro settimo Stato Federale australiano, il Queensland. Ovvero: li abbiamo visti tutti! E l’Australia vuole farci celebrare questo evento in un modo del tutto particolare. A 68 km (di niente d’interessante) a Nord di Byron Bay si trovano infatti Coolangatta e la sua città gemella, Tweed Heads, con la quale condivide parchi, strade ed economia. Fin qua tutto normale, direte voi. Ma se vi dicessimo che Coolangatta è sotto lo Stato del New South Wales mentre Tweed Heads sotto quello del Queensland? Un confine tra Stati (anche se Federali) nel bel mezzo di due centri abitati non ci era mai capitato prima d’ora. Impossibile non fermarsi allo “State Border Monument” per scattarsi una foto ricordo.
Ma quali sono le curiosità più divertenti di questo confine? Beh, innanzitutto bisogna sapere che il New South Wales osserva l’ora solare ed invece il Queensland no. Cosicché dalla prima domenica di ottobre di ogni anno lo Stato di Coolangatta andrà un’ora avanti rispetto a quello di Tweed Heads, creando umoristiche scenette. Basti pensare alla notte di Capodanno, quando gli abitanti della zona possono festeggiare ben due volte in 60 minuti l’inizio del Nuovo Anno spostandosi solo di pochi passi.
Miami ed i suoi punti panoramici su Gold Coast
Siete finalmente in Queensland e dopo nemmeno 15 km dal confine potrete fermarvi a Miami. Piuttosto differente dall’omonima americana, ma dirigendovi verso il Don MacSween Park avrete più di una piacevole sorpresa. Il parco difatti si trova a ridosso della Miami Beach e, quindi, dell’oceano, ed ha al suo interno tavolini coperti, barbecue gratuiti, acqua potabile e bagni pubblici con doccia calda. Una manna dal cielo per i viaggiatori. E non è finita. Se raggiungerete il Don MacSween Park da Marine Parade vi invitiamo ad arrivare perlomeno al punto panoramico rialzato “North Burleigh Lookout“. Così facendo avrete la vostra prima vista sul caratteristico skyline di Gold Coast e, cosa più particolare, passerete dalla celebre scalinata arcobaleno “Miami Rainbow Stairs“. Una volta tornati sui vostri passi affacciatevi su Miami Beach (mooolto differente dall’omonima americana) e decidete voi se ripartire subito o rimanere là ancora un po’.
Cosa vedere a Gold Coast (e cosa no)
L’ultima sosta del nostro viaggio, la città di Gold Coast. Da Miami i grattacieli si avvicinano sempre di più fino a che, 10 km dopo, non arriviamo al loro cospetto. Dopo aver visitato la città degli hippy siamo giunti in quella dei gaudenti. Méta prediletta da giovani e meno giovani in cerca di divertimento, Gold Coast è in poche parole la Riccione australiana ma con qualche grattacielo in più. Peccato che la raggiungiamo alla fine dell’alta stagione e mentre imperversa un temporale che offusca la visuale, facendo scomparire i suoi alti edifici. Per strada nessuno, spiagge semi-deserte, locali e ristoranti chiusi. La nostra impressione sulla città è perciò del tutto opposta a quella usata per pubblicizzarla. Ma forse è meglio così, abbiamo una scusa in più per non fermarci a lungo.
La pioggia ci concede una tregua e ne approfittiamo per esplorare Surfers Paradise, il quartiere più rinomato e frequentato di Gold Coast, nonché suo CBD (Central Business District). Le sue strade piene di locali e la sua famosissima spiaggia Surfers Paradise Beach sono però vuote. Pertanto non ci resta che salire sull’attrazione più gettonata della zona, il grattacielo più alto d’Australia (la Q1 Tower, alta 322 metri), ed ammirare lo skyline cittadino dallo “Skypoint Observation Deck” situato al 77° piano.
Lo Skypoint Observation Deck: salire sul grattacielo più alto d’Australia
Il costo per accedere allo Skypoint è di 27AU$ a persona (19AU$ dai 3 ai 13 anni) e si potrà accedervi una sola volta nell’arco della giornata, scegliendo l’orario che si preferisce. Per chi vuole ci sono anche biglietti per più giorni e per 77AU$ si potrà “scalare” il grattacielo con lo “SkyPoint Climb“. In qualsiasi caso bisognerà controllare gli orari di apertura e chiusura per verificare che non ci siano chiusure al pubblico per cerimonie private. Noi optiamo per il normale biglietto e saliti in ascensore raggiungiamo il 77° piano in 42.7 secondi spaccati. Eravamo già stati in un edificio australiano del genere a Melbourne (lo Skydeck) ma mettendo piede sulla terrazza panoramica (chiusa) della Q1 Tower è impensabile non rimanerne colpiti.
La storia ed i problemi di Gold Coast
Soltanto da questa altezza ci rendiamo conto di quanto particolare sia il territorio di Gold Coast. Il Nerang River passa per la città e si ramifica innumerevoli volte creando laghi e altri fiumi che si suddividono a loro volta in canali sempre più piccoli. Nel mezzo a tutto ciò svettano imponenti i grattacieli e, poco più in là, il verde dei parchi, il giallo della sabbia ed il blu dell’oceano, che fanno sembrare tutto ancora più incredibile (peccato per il grigio del cielo). Per capire come tutto questo sia possibile è meglio tornare indietro nel tempo. Nel 1874 Gold Coast era un insieme di paludi, stagni e fiumiciattoli circondati da mangrovie, ma con il boom del turismo negli anni ’50-’60 fu finalmente bonificata ed i vari acquitrini trasformati in specchi d’acqua e canali che ad oggi raggiungono i 260 km di lunghezza (incredibile!). Da lì in poi sono arrivati i grattacieli e, con loro, le isole artificiali su cui sono state costruite residenze di lusso.
Sfortunatamente però non è tutto “Gold” ciò che luccica ed infatti la città di Gold Coast ha seri problemi ambientali. I suoi mega edifici sono costruiti a due passi dalla spiaggia, sulla sottile striscia che divide l’oceano dai corsi d’acqua, e questo sta portando sempre più all’erosione del terreno che potrebbe mettere a rischio qualsiasi edificio in zona. Inoltre si stima che entro il 2100 il livello dell’oceano su questa costa salirà di minimo 80 cm. Capite perciò che Gold Coast è già data per spacciata. Ma qua sembra che siano tutti tranquilli: loro continuano a costruire e vivono felici e contenti. Meglio quindi ripartire prima che ci crolli tutto addosso…
Il grande arrivo a Brisbane
Mancano altri 80 km per giungere a Brisbane e terminare così il nostro lungo itinerario sulla costa Est australiana. In questo ultimo tratto non troverete molti punti d’interesse perciò potrete arrivare alla capitale del Queensland tutto in una tirata (ponendo sempre attenzione alle Toll). Anche perché da Sydney a Brisbane ve ne abbiamo fatte vedere di cose! Che vi sentiate hippy, hipster, festaioli, gente di mare o amanti della natura in questo viaggio avrete senz’altro trovato come soddisfare i vostri gusti. Adesso non ci resta che esplorare Brisbane e speriamo che lo vogliate fare insieme a noi.