La cultura aborigena australiana è un Universo incredibile e fin dal primo momento ne abbiamo subito il fascino. Purtroppo, nel corso della breve storia di quella che oggi viene chiamata Australia, c’è stato chi il “diverso” lo ha voluto assoggettare e distruggere. Chi invece ha avuto l’umiltà di ascoltare, ed ha provato a capire un mondo nuovo, si è trovato di fronte a manifestazioni quasi surreali di umanità. Un viaggio nel centro dell’Australia, per noi, non puo’ prescindere dalla conoscenza di questa ancestrale cultura.
Chi visita Uluru, il luogo sacro aborigeno per eccellenza, deve farlo con rispetto e deve essere pronto ad ascoltare ed immergersi in qualcosa di nuovo e completamente estraneo al nostro modo di vivere le cose. Con questo articolo vogliamo provare, pian piano, ad introdurvi in questo magico mondo ed aiutarvi a vivere quest’esperienza in modo appagante e totalizzante, sempre rispettando la cultura di chi qua ha vissuto per 60.000 anni.
Non vedete l’ora di vedere Uluru? Scopri nel nostro articolo come raggiungerla!
Il cuore spirituale d’Australia
Uluru è uno di quei posti magici che non si trovano molto spesso sul nostro Pianeta. Intorno a questo enorme monolite si concentra un’energia particolare, che puo’ lasciare quasi interdetti. Non succede a tutti di percepirla, ma conoscere quello che state per andare a vivere sicuramente puo’ aiutarvi in questo…
Durante la nostra avventura On the Road lungo la Great Central Road abbiamo letto il libro “…E venne chiamata Due Cuori” di Marlo Morgan. Questo libro ci ha profondamente affascinato e ci ha aiutato a capire che questa cultura, spesso accusata di essere così “troglodita” da non aver lasciato tracce, andrebbe invece rispettata proprio per questo. Durante i millenni nei quali gli aborigeni hanno vissuto nel Paese lo hanno rispettato al punto di non modificarne l’aspetto a loro piacimento. Dormivano dove trovavano un riparo, bevevano l’acqua piovana, mangiavano frutti e bacche e cacciavano solo in caso di estrema necessità. Chi sarebbe il troglodita?
Conoscere per capire
La mancanza di una tradizione scritta non significa che ci sia una lacuna nel bagaglio culturale di questo popolo. Anche se nel “Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta” troverete grande abbondanza di informazioni e notizie, vi invitiamo a documentarvi prima della vostra visita. Noi così facendo abbiamo scoperto, tra le tante altre cose, che almeno una volta l’anno tutte le tribù d’Australia si ritrovavano negli stessi giorni proprio ai piedi di Uluru. Ora però, pensateci bene…le tribù erano numerosissime e vivevano a migliaia di chilometri di distanza l’una dall’altra e altrettanti chilometri li dividevano proprio da Uluru (l’Australia è immensa). Non avevano calendari e nemmeno orologi e non usavano mezzi di trasporto, ma si spostavano soltanto a piedi. Infine ricordatevi che non esisteva la posta ed i piccioni viaggiatori non erano un mezzo utilizzato dagli aborigeni. Ma allora come facevano a sapere quando andare ad Uluru? Ve la buttiamo lì: si dice che gli aborigeni avessero tra di loro un contatto…telepatico.
Scarica gratuitamente la mini-guida (in inglese) del Parco!
Raggiungere Uluru
Vi abbiamo appena parlato di telepatia, perché non parlavi adesso di teletrasporto? Ed invece no, ci dispiace, anche gli aborigeni non arrivavano a tanto. Come già detto infatti, si dirigevano nei luoghi camminando. Però non preoccupatevi, non vogliamo farvi attraversare il deserto australiano a piedi. Nel nostro articolo su come raggiungere Uluru vi abbiamo infatti spiegato per filo e per segno come arrivare fino a Yulara (il piccolo villaggio d’appoggio per l’esplorazione del Parco) e come spostarvi nei vari luoghi. Riassumendo il tutto potremmo dirvi che:
- Il modo più avventuroso per arrivarci è attraversando il deserto con un mezzo a quattro ruote, mentre quello più veloce consiste nel volare ad Alice Springs o, ancor meglio, all’aeroporto di Ayers Rock (come i non-aborigeni chiamano Uluru).
- Vi consigliamo di noleggiare/comprare un auto o prima o appena arrivati a Yulara. Prendendo parte ai tour o prendendo i bus Hop On – Hop Off spenderete molto di più e vi perderete gran parte delle principali attrazioni.
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E leggi anche il nostro articolo su come prepararsi ad un On the Road in Australia
Ma cos’è Uluru?
L’imponenza di Uluru è stupefacente, soprattutto per chi arriva dal deserto. Dopo tanto niente colpisce vedere una roccia così grande, che sembra quasi messa lì appositamente. Lo stesso effetto lo si ha guardando da lontano Kata Tjuta ed il Mount Connor (da molti erroneamente scambiato per Uluru), che in realtà farebbero parte della stessa “catena montuosa” (Uluru non sarebbe infatti un monolite come molti pensano). Sebbene siano così maestosi, la cosa che più sorprende è che la maggior parte della roccia che li forma si trova sepolta sotto terra. Pensate che di Uluru si vedono soltanto 350 metri, mentre ben 7 km si troverebbero nascosti sotto terra. Nel bel mezzo del niente. Pensate a quanto sappia stupendamente sorprendere la natura.
La storia del nome Uluru (e di chi lo porta)
Il nome Uluru, che probabilmente significa “Strana Roccia” è stato scelto dagli aborigeni per riferirsi al monolite più famoso d’Australia, ma alla fine del 1800 i coloni hanno deciso di utilizzare un nome per loro molto più semplice. Fu così che Uluru divenne Ayers Rock (in onore dell’allora Premier del Sud Australia, Henry Ayers) per oltre 100 lunghissimi anni. Nel corso di questi anni gli aborigeni persero il controllo sul luogo per loro più sacro al mondo, senza però mai smettere di sperare di rientrare nuovamente in suo possesso. Dopo anni di negoziazioni e preghiere, finalmente, nel 1985 Ayers Rock tornò in mano agli aborigeni e pian piano tornò a chiamarsi Uluru. Ma gli “australiani” non potevano cedere quello che ormai stava diventando uno dei simboli del Paese e così chiesero in cambio di ricevere in “affitto” quella terra per i successivi 99 anni. Questo è il motivo per il quale oggigiorno all’interno del Parco potrete notare che viene portata avanti un’amministrazione condivisa da aborigeni e non-aborigeni, con ottimi risultati. Dal 1987 Uluru è Patrimonio dell’Umanità UNESCO per l’enorme valore naturale e dal 1994 ne è stata riconosciuta anche la fondamentale importanza culturale. E, soprattutto, è una delle cose più belle che potrete vedere in vita!
Quanto costa e dove acquistare il biglietto per il Parco Uluru-Kata Tjuta
Come per quasi tutti i Parchi Nazionali australiani, per l’ingresso al Parco Uluru-Kata Tjuta avrete bisogno di un biglietto, chiamato “Park Pass”. Quest’ultimo ha un costo di 25,00AU$ a persona (compresa l’auto) e puo’ essere utilizzato per accedere tutte le volte che vorrete nell’arco di 5 giorni. Se avete in programma di fermarvi più a lungo non temete, il Park Pass annuale costa solo 32,50AU$. Puo’ essere acquistato presso l’ingresso principale del Parco, ma se metterete piede qui per la prima volta per ammirare l’alba vi consigliamo vivamente di acquistare il Pass On-line. Perché? Innanzitutto perché così eviterete di iniziare la giornata facendo la fila, che ci sembra già un buon motivo. Ma soprattutto perché, nel caso in cui ci fossero problemi o tempi lunghi per fare il biglietto, non rischiereste di perdervi la pazzesca alba su Uluru. Cosa che è successa a noi il primo giorno a causa della stampante non funzionante della biglietteria…Per fortuna avevamo un’altra mattina a disposizione, ma due sveglie alle 04:00 le avremmo anche evitate volentieri! I biglietti acquistati on-line non dovranno neanche essere stampati, basterà salvarli sul vostro cellulare ed utilizzarli per entrare (scansionando il QR Code alla porta di ingresso). Quindi, non fate come noi: comprate on-line e risparmiate tempo e carta!
Cosa comprende il biglietto per il Parco Uluru-Kata Tjuta
Con il vostro Park Pass potrete entrare all’interno del Parco Nazionale per visitare la splendida Uluru, ma potrete anche spingervi 50 km più avanti per visitare la maestosa Kata Tjuta (conosciuta anche con il nome di The Olgas), che in lingua aborigena significa “Molte Teste”. Potrete ammirare il bellissimo Centro Culturale del Parco (vi suggeriamo di visitarlo prima di tutto il resto) e partecipare alle attività gratuite in compagnia dei Rangers: la passeggiata presso il Mala Walk, quella alla scoperta degli animali del Parco e la presentazione presso il Centro Culturale. Per non parlare degli infiniti tour a pagamento tra i quali scegliere. Ci sono poi bellissimi tracciati che potrete fare a piedi, magari evitando le ore più calde della giornata (quando spesso vengono chiusi per precauzione). E noi volevamo approfondire il discorso proprio su questi ultimi. Andiamo a vedere questi percorsi più nel dettaglio…
I percorsi di trekking a Uluru
Per chi ama camminare Uluru presenta un buon numero di trekking di diversa lunghezza e difficoltà. Il più famoso e percorso è senz’altro quello denominato “Uluru Base Walk“, ovvero l’anello di 10,6km che passa vicino e tutt’intorno ad Uluru e che comprende 3 percorsi più brevi, percorribili anche singolarmente da chi non se la sente di fare il giro completo. In breve sono il Mala Walk (2km a/r) che arriva fino al Kantju Gorge, il Kuniya Walk (1km a/r) con partenza dal parcheggio Kuniya Carpark ed, infine, il Lungkata Walk (4km a/r) che passa a fianco della faccia più fotogenica di Uluru. Noi ci siamo immersi completamente nella Uluru Base Walk prendendo anche tutte le deviazioni (tempo impiegato 3 ore). Un particolarissimo trekking, inutile negarlo, dove anche l’aria che respiravamo sembrava essere diversa però, ad essere sinceri, alla lunga la monotonia prende il posto dell’emozione. Comunque un percorso da fare e vivere!
Esistono altri due percorsi “lontani” da Uluru. Noi purtroppo non siamo riusciti a provarli: uno perché non abbiamo avuto tempo, l’altro perché il tempo lo avevamo sbagliato. Vi stiamo parlando del Liru Walk (4km a/r) che collega il Cultural Centre al parcheggio principale di Uluru (il Mala Carpark) , ed il Dune Walk (600m a/r) che ogni giorno dalle 16:00 è riservato esclusivamente agli autobus turistici che si recano qua per vedere il tramonto su Uluru.
Le passeggiate guidate di Uluru
Nel costo del biglietto d’ingresso, insieme a tutte le meraviglie naturali del Parco, sono comprese anche 3 diverse visite insieme ai Ranger. Potrete prendere parte al percorso guidato Mala Walk (tutti i giorni ore 08:00 da ottobre ad aprile; ore 10:00 da maggio a settembre), dove conoscerete la geologia di Uluru, il suo ambiente naturale e la cultura di chi lì ci vive e ci ha vissuto; se capitate ad Uluru nel fine settimana potrete approfittare delle splendide presentazioni del Cultural Centre (sabato e domenica alle 10:00) fatte direttamente dagli aborigeni Anangu; chi invece si troverà al Parco il mercoledì potrà imparare tutto sui timidi animali che qua hanno trovato il loro habitat naturale (solo il mercoledì alle 15:00 al Cultural Centre).
Per quanto riguarda noi, delle tre visite guidate abbiamo preso parte a quella lungo il Mala Walk. La passeggiata ha una durata di circa 2 ore ed è un ottimo modo per iniziare ad immergersi nella cultura aborigena. Il percorso prende il nome dal piccolo marsupiale della foto qua sopra che vive in questa zona (il Mala appunto); sarebbe stato splendido avvistarne uno, ma incontrarlo oramai è estremamente difficile.
Abbiamo avuto però la fortuna di essere accompagnati da un Ranger aborigeno, Paul, che ci ha raccontato anche della propria storia personale, segnata dal fatto di appartenere alla cosiddetta “Generazione rubata”. Sappiate che fino agli anni ’70 i bambini aborigeni venivano allontanati dalla famiglia e cresciuti in orfanotrofi o missioni religiose secondo la cultura importata nel paese dai coloni. Tutto questo per far estinguere la “razza” aborigena, ormai in rovinoso declino (per colpa dei conquistatori). Solo nel corso degli anni ’90 si è iniziato a parlare di crimine contro l’umanità ed il Governo australiano ha ufficialmente chiesto scusa agli aborigeni. Questo giorno viene ora ricordato tutti gli anni il 26 maggio con la giornata “National Sorry Day”. Le cose sono decisamente cambiate, purtroppo però il razzismo è una realtà ancora molto presente nel Paese…noi intanto mandiamo un saluto ed un grande abbraccio al Ranger e a tutti quelli con la sua stessa storia.
I percorsi di trekking a Kata Tjuta
A chi piace camminare si sarà accorto sicuramente che i trekking ad Uluru sono belli, ma anche tutti in piano e piuttosto facili. Per chi cerca dei trekking più impegnativi e appaganti il paradiso del Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta è rappresentato dai percorsi che si inerpicano lungo le “Molte Teste” (Kata Tjuta) nella cosiddetta “Valley of the Winds“, la Valle dei Venti. Qua potrete destreggiarvi fra salite e discese che corrono lungo percorsi rocciosi per poi condurvi a due punti panoramici con tanto di viste mozzafiato. Potrete così scegliere se raggiungere il Karingana Lookout (5,4km a/r), il Karu Lookout (2,2km a/r) oppure se farli entrambi camminando lungo tutto il Full Circuit Walk (7,4km). Noi che avevamo proprio voglia di sentire le gambe lavorare abbiamo percorso quest’ultimo e possiamo dirvi senza problemi che è il miglior percorso che possiate trovare all’interno del Parco. Non sono molti i luoghi in cui potrete ritrovarvi a tu per tu con la natura, senza molti altri visitatori intorno, e respirare l’energia di questi magici posti. Attenzione però! Cercate di fare questa parte di Kata Tjuta nella prima mattinata, dato che quando il termometro supera i 36°C questi percorsi vengono chiusi.
I migliori punti panoramici per ammirare l’alba ad Uluru e Kata Tjuta
Uluru e Kata Tjuta sono magnifici da dovunque si guardino, ma una loro particolarità li rende ancora più belli da vedere e rivedere. Uluru e Kata Tjuta infatti cambiano il colore a seconda dell’ora del giorno. Ora un po’ più arancione, ora molto più marrone, ora rosso fuoco! Incredibile. Questi enormi “ammassi di roccia” riescono tuttavia a dare il meglio di sé all’alba e al crepuscolo, quando cambiano colore così velocemente da poterlo percepire in tempo reale. Vedere specialmente l’alba su Uluru è una cosa che puo’ segnare a vita. Il cielo stellato, abbracciato dalla notte, pian piano inizia a ritirarsi ed i primi raggi del giorno, delicatissimi, iniziano ad illuminare il contorno del monolite. Poi la luce acquista potenza ed illumina Uluru in tutta la sua bellezza. Ecco, questo è un momento che non potete perdervi per niente al mondo. Quindi prendete pure nota dei nostri consigli:
Il punto panoramico Talinguru Nyakunytjaku
Questo è sicuramente il punto panoramico più famoso per ammirare l’alba su Uluru e Kata Tjuta (in lontananza). Presenta numerose piattaforme su diversi livelli e brevi percorsi che le uniscono, il tutto per farvi trovare il punto d’osservazione migliore per i vostri gusti. Purtroppo però è inevitabilmente strapieno di persone e ritrovarsi a tu per tu con Uluru è decisamente impossibile. Non sappiamo voi, ma alle 04:00 di mattina, prima ancora di aver fatto colazione, i gruppi di turisti che non riescono a mantenere 5 secondi di silenzio o resisterne 3 senza farsi un selfie non è che a noi facciano iniziare la giornata nel migliore dei modi. Per questo motivo abbiamo preferito di gran lunga l’alba che ci siamo goduti in solitaria….
Il punto panoramico Car Sunset Viewing
Si, come avrete capito dal nome, il Car SUNSET Viewing (“Area del TRAMONTO per autoveicoli” nella guida italiana)
sarebbe il punto panoramico perfetto per ammirare il tramonto su Uluru, ma a dirla tutta ha saputo darci tantissimo anche all’alba. Anzi, forse ce la siamo goduta molto di più! Con i turisti che preferiscono dirigersi al Talinguru Nyakunytjaku ci siamo ritrovati a notte fonda, davanti ad un quadro mai visto prima, noi due, la Peggy ed altre due macchine. Un caffè caldo (preparato da noi), nell’attesa del sorgere del sole, e Uluru con i suoi colori difficili da credere reali. Il resto qua non conta più…
Gli altri punti panoramici
Tra gli altri punti panoramici, degni di nota, per ammirare l’alba all’interno del Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta potrete scegliere tra il “Kata Tjuta Dune Viewing” ed il “Bus Sunset and Dune Walking Viewing” (godibile solo con tour dalle 16:00 in poi). Noi non ce l’abbiamo fatta a goderci l’arrivo del sole da qua (purtroppo ci sono soltanto un’alba e un tramonto al giorno) ma sappiate che il Kata Tjuta Dune Viewing ha una vista a 360° sia su Uluru che su Kata Tjuta ed è un luogo meraviglioso anche nel pomeriggio. Non vogliamo immaginarci come possa essere all’alba.
P.S.: se volete partecipare ad un tramonto ad Uluru unico nel suo genere, guardate pure la pagina ufficiale del “Field of Light Uluru”. Si tratta di un’installazione dell’artista Bruce Munro presente nel Parco fino al 31 Ottobre 2021. 50.000 lampadine colorate vi faranno vedere il monolite più famoso d’Australia sotto un altro punto di vista. Unica nota negativa è il prezzo: da 43,00AU$ fino a 650,00AU$. Noi ci abbiamo rinunciato proprio per questo. Fortunatamente l’opera di Munro l’avevamo già vista ad Albany.
I migliori punti panoramici per ammirare il tramonto ad Uluru e Kata Tjuta
Così come l’alba anche il tramonto è un momento magico da vivere al cospetto di queste meraviglie naturali. Noi siamo arrivati davanti a Kata Tjuta dopo 3 giorni di panorami desertici lungo la Great Central Road e proprio nel momento in cui il sole stava per tuffarsi dietro le “Molte Teste”. Eravamo così stupiti che potesse esistere una cosa così imponente in mezzo al deserto che ci siamo scordati subito della stanchezza e ci siamo fermati seduta stante al “Kata Tjuta Sunset Viewing” (“Area panoramica per il tramonto” in italiano) per ammirare il tramonto. Uno spettacolo a dir poco emozionante (anche se i colori non cambiano notevolmente), reso ancora più magico dal fatto di non sapere che visitando Uluru avremmo potuto ammirare anche Kata Tjuta. Una splendida sorpresa, non c’è che dire.
Per vivere questo momento della giornata ad Uluru invece vi consigliamo il già citato Car Sunset Viewing, che rispetto all’alba si trasforma, divenendo molto affollato e confusionario. Al contrario il Talinguru Nyakunytjaku, all’alba invaso dai turisti, al tramonto diventa un luogo più tranquillo e intimo, anche se a nostro avviso lo spettacolo che puo’ offrire la vista dal Car Sunset Viewing rimane la migliore, a qualsiasi ora del giorno.
È possibile scalare Uluru?
Quando abbiamo visitato Uluru alla fine del 2018 era ancora possibile scalare il monolite per raggiungerne la cima. I messaggi degli aborigeni che pregavano però di non farlo erano già presenti e numerosi. Noi, senza pensarci un secondo di più, abbiamo scelto di non salire su Uluru, ma non avete idea di quante persone erano lì in fila pronti a scalare (alcuni addirittura senza maglia). Dal 26 ottobre 2019, finalmente, il percorso che raggiunge la cima di Uluru è stato chiuso definitivamente. Gli aborigeni hanno riavuto definitivamente la loro “casa”.
Ma perché gli aborigeni chiedevano che non venisse scalato Uluru anche quando il percorso era aperto ed era legale farlo? Innanzitutto perché per loro Uluru, la “Strana Roccia”, è il luogo spiritualmente più importante della LORO Australia. Avrebbero dunque voluto che questa spiritualità venisse rispettata e tutelata. Cosa direbbe un credente cristiano se tutti i giorni centinaia di persone si arrampicassero sulla facciata della Basilica di San Pietro?
Oltre a questo va anche aggiunta la solita noncuranza dell’uomo moderno: gli “scalatori” improvvisati hanno raggiunto la cima lasciando dietro di sé le proprie tracce. Il percorso infatti è ben visibile perché passo dopo passo gli scalatori hanno eroso la superficie. Ma queste non sono le uniche tracce: lungo il percorso si trovava tanta spazzatura. Spazzatura che con le piogge andava a depositarsi nelle rarissime pozze d’acqua che si creano nella roccia e che servono per abbeverare gli animali. Questi ultimi hanno risentito enormemente dell’inquinamento di questa preziosa risorsa e per gli aborigeni il rispetto della terra e dei suoi abitanti viene prima di ogni altra cosa. Un altro importante motivo è legato all’alto numero di decessi avvenuti nel tentativo di raggiungere la cima di Uluru: quasi 40 persone sono morte e centinaia sono rimaste ferite. Per gli aborigeni è molto triste che qualcuno perda la vita nella loro casa spirituale. Prendeteci per pazzi, ma secondo noi gli aborigeni sono molto migliori di quello che siamo noi oggi. E poi, diciamocela tutta, la bellezza di Uluru sta nel vedere Uluru stessa, non il paesaggio desolato che ha intorno!
Perché in alcuni luoghi non si possono fare foto?
Un’altra cosa importantissima, alla pari con lo scalare Uluru, è quella che all’interno del Parco, molto spesso, troverete dei cartelli con su scritto di non fotografare quello che state vedendo. Non è che vi stanno vietando di guardare; dovete soltanto NON fotografare. Sembrerebbe abbastanza facile, e invece anche in questo caso molti turisti fanno finta di niente e infrangono questa gentile richiesta pur di portarsi a casa la foto di quello che per loro non è niente più di qualche sasso scolpito dal vento o delle pitture fatte così nel tempo libero. Quello che però per loro non ha valore ne ha invece uno enorme per gli aborigeni. E quella che vi stiamo per raccontare è una storia bellissima…
Come vi anticipavamo, la cultura aborigena veniva e viene tutt’oggi tramandata solo oralmente. Gli anziani sono coloro ai quali spetta il compito di educare i più giovani e trasmettergli il bagaglio culturale della tribù. Tutto questo avviene grazie al cosiddetto “Tempo del Sogno“, ovvero l’insieme dei miti aborigeni riguardanti la creazione del mondo che spiegano le caratteristiche topografiche di molti luoghi australiani. Il racconto delle storie della creazione ed altri miti importanti non possono però avvenire in un momento e posto qualsiasi, ma devono svolgersi proprio in quei luoghi sacri che si chiede di non fotografare. Per farvi capire meglio: molti spazi non fotografabili di Uluru servono ai nonni per far diventare “maggiorenni” i propri nipoti, quando sarà il momento giusto. Un nonno o una nonna vedendo anche per sbaglio una foto di questi luoghi, ma trovandosi lontano da essi, potrebbe essere spinto a dire cose che non dovrebbe dire nel contesto in cui si trova in quel momento. Per noi potrebbe sembrare niente, PER LORO È TUTTO!
Itinerario di due giorni ad Uluru
Non sapete come sia meglio organizzarvi per la vostra visita ad Uluru? Ecco qui il nostro itinerario in breve della visita di tre giorni al Parco Uluru-Kata Tjuta. Noi abbiamo effettuato la nostra visita a dicembre, quindi attenzione, gli orari delle passeggiate e dell’apertura del Parco cambiano in base alle diverse stagioni (controllate sul sito l’ora esatta di alba e tramonto). Inoltre in piena estate i percorsi chiudono nelle ore più calde o al superamento dei 36°C.
Giorno 1:
- 05:00 – 07:30 – Alba su Uluru al Talinguru Nyakunytjaku (andare a seconda dell’orario dell’alba)
- 08:00 – 10:00 – Mala Walk: passeggiata in compagnia del Ranger
- 10:00 – 14:00 – Base Walk (include il Mala, il Kuniya ed il Lungkata Walk)
- 14:00 – 16:00 – Visita al Cultural Centre (invertire con Base Walk se nel fine settimana)
- 16:00 – 18:00 – Riposo o visita pomeridiana al Kata Tjuta Dune Viewing
- 18:30 – 19:30 – Tramonto su Uluru dal Car Sunset Viewing (andare a seconda dell’orario del tramonto)
Giorno 2:
- 05:00 – 07:30 – Alba su Kata Tjuta dal Kata Tjuta Dune Viewing (andare a seconda dell’orario dell’alba)
- 08:30 – 12:30 – Valley of the Winds Full Circuit e Walpa Gorge Walk a Kata Tjuta
- 12:00 – 13:30 – Punto panoramico Bus Sunset e percorso Dune Walk
- 12:30 – 14:00 – Giro nel centro di Yulara (anche se non c’è niente)
- 14:00 – 18:00 – Riposo
- 18:30 – 19:30 – Tramonto a Kata Tjuta dal Sunset Viewing (andare a seconda dell’orario del tramonto)
Giorno 3:
- 05:00 – 07:30 – GRAN FINALE – Alba su Uluru dal Car Sunset Viewing (andare a seconda dell’orario dell’alba)
- 07:30 – 10:00 – Se avete voglia e tempo dirigetevi verso il Mount Conner Lookout (il monolite piatto) ad 1 ora da Yulara
Un Parco assolutamente da visitare
Il problema dei luoghi così famosi come lo è Uluru sta nel fatto che molte volte il viaggiatore arrivi lì con enormi aspettative e molto spesso queste non vengano ripagate (vedi Machu Picchu nel nostro caso). Leggendo ovunque di questa meraviglia terrena e di quanto fosse incredibile eravamo già pronti al peggio…e invece no! Potete guardare quante foto volete e leggere quanti articoli avete voglia di leggere su Uluru ma quando ve lo troverete davanti, quando quell’enorme monolite sarà a pochi passi da voi, sarà proprio in quel momento che capirete che a questo non eravate ancora pronti. Proprio per niente…
Uluru è il simbolo per eccellenza dell’Australia! La vera Australia, quella che gli aborigeni hanno curato e rispettato per millenni e che adesso stanno continuando a lottare per salvare. L’Australia dei paesaggi sconfinati, dei luoghi mistici, dei fenomeni naturali potenti ed inspiegabili. Questa è l’Australia che ci piace. Queste sono le cose che ci fanno gridare «QUANTO È BELLO ESSERE CITTADINI DEL MONDO!».