L’Australia è un paese ricco di risorse naturali, minerali e metalli preziosi. Quando gli europei hanno scoperto questo Nuovo Continente e le sue ricchezze sono arrivati in massa dando inizio alla cosiddetta corsa all’oro e avviando lo sfruttamento attraverso la costruzione di miniere. Possiamo affermare, senza cadere in errore, che queste ultime hanno delineato il profilo attuale dell’Australia e del Western Australia in particolare. Ci sono ricchezze nel sottosuolo? Allora si scava e poi si costruiscono case e servizi a dismisura per ospitare chi lavora in miniera. Negozi, pub, ristoranti per il tempo libero…ed aeroporti. Sì, perché le miniere spesso si trovano a migliaia di chilometri di distanza dalle città principali e allora c’è anche chi lavora ininterrottamente per 15 o 20 giorni e poi se ne torna a casa, in aereo, per due settimane di riposo in famiglia (sono i cosiddetti FIFO: “Fly In – Fly Out workers”).
Il problema però sorge quando il sottosuolo è ormai prosciugato; il lavoro in miniera si esaurisce e cosa succede? Accade che le città dove prima vivevano gli operai si svuotano. Alcune sopravvivono, anche senza i lavoratori, altre invece muoiono lentamente, fino a trasformarsi in città fantasma, o per meglio dire “Ghost Town”. Nel nostro girovagare per l’Australia abbiamo incontrato tanti villaggi minerari, più o meno abitati, ma il nostro sogno era proprio quello di vederne uno completamente abbandonato.
Ghost Town…all’improvviso!
Grazie ad un improvviso temporale, che stava per scombinare i nostri piani di viaggio, il nostro sogno è finalmente diventato realtà. Dopo aver visto da lontano una miniera, tutt’oggi in funzione, ci siamo inaspettatamente ritrovati a camminare fra le vie deserte della Ghost Town di Gwalia e l’emozione è stata incredibile. Perché sognare è bellissimo, ma realizzare i propri sogni in una giornata dove tutto sembra andare storto…è impagabile!
Le miniere dal nostro punto di vista
Forse da questa introduzione non si capisce il nostro vero pensiero sulle miniere e volevamo essere chiari fin da subito. Per noi non dovrebbero esistere! E l’Australia su queste ha basato la propria economia. Bello poter visitare una Ghost Town, meno le miniere a cielo aperto. Anche perché lo sfruttamento delle risorse ha forti ripercussioni sull’uomo e sulla natura. Viaggiare in lungo e in largo per questo enorme Paese ci ha permesso di venire in contatto con realtà non sempre piacevoli, ma ciò ci ha aiutato a capire meglio le sue contraddizioni. Un Paese che vuole attrarre turisti nella Barriera Corallina più grande al mondo ma che allo stesso tempo permette ad Adani (multimiliardario indiano) di costruire una miniera di carbone che riverserà i propri scarti in Oceano, a pochi passi da questa Meraviglia Naturale. Un Paese dove anche uno dei più bei Parchi Nazionali al Mondo (il “Kakadù National Park”) ha al suo interno una ex-miniera di uranio (sì, avete capito bene, URANIO) non ancora bonificata. Ma il nostro viaggio nell’Australia delle miniere (iniziato nel “Karijini National Park”) ci è stato utile anche per capire queste dinamiche e per cercare di trasmetterle a chi, con meno tempo a disposizione, potrebbe ignorarle del tutto.
Scopri di più su Adani e sulla campagna #STOPADANI
Come raggiungere Kalgoorlie
Prima di visitare la Ghost Town di Gwalia vogliamo portarvi a Kalgoorlie, una città nata e sviluppatasi proprio grazie alle miniere. Kalgoorlie non fa parte della lista delle principali attrazioni da visitare nel Western Australia e difficilmente vi troverete a passare di qui solo perché avete in mente di visitarla. Kalgoorlie infatti è una città molto isolata e si trova a ben 600 km di distanza da Perth, la capitale dello Stato Federale. Per raggiungerla in maniera diretta dall’interno dovrete prendere la Statale 94 (Great Eastern Highway) e percorrerla tutta fino a Coolgardie, per poi fare gli ultimi chilometri in direzione Kalgoorlie. Essendo così isolata e piena di oro ha anche, naturalmente, un aeroporto che la collega a Perth in un’ora di volo.
Noi però l’abbiamo raggiunta in un altro modo. Siamo arrivati a Kalgoorlie dopo uno splendido itinerario lungo la costa. I chilometri da Perth a Kalgoorlie sono così diventati 1.500, ma vi promettiamo che una volta fatto questo percorso la vostra felicità sarà alle stelle. Passerete infatti dai luoghi più belli del Western Australia come Busselton, Margaret River, Albany ed Esperance. Ed è proprio da quest’ultima (splendida) cittadina che dovrete andare verso Nord per raggiungere la città mineraria.
Qua trovi i consigli per un perfetto On the Road australiano!
Perché visitare Kalgoorlie?
Cos’ha di così speciale questa cittadina? In verità…non molto! I principali visitatori sono soltanto di passaggio da Kalgoorlie, situata lungo la strada che conduce a Laverton, punto di partenza per la Great Central Road. Quest’ultima si sviluppa per oltre 1.000 km, perlopiù sterrati, che tagliano in due l’Australia, attraversando deserto e riserve aborigene, con la compagnia di cammelli selvatici e paesaggi surreali. Un’Avventura che noi, che amiamo i viaggi fuori dagli schemi, non potevamo certo farci sfuggire. Adesso che l’abbiamo fatta non possiamo che straconsigliarvela. Chi quindi intende percorrere questa strada, sia partendo da Perth che da Esperance, si troverà per forza a passare per Kalgoorlie. Visitandola potrete farvi un’idea molto precisa di come siano nate le città minerarie, di quale sia il loro aspetto e, soprattutto, di come una miniera possa modificare, per sempre, l’aspetto del paesaggio nel quale si inserisce.
Il lago salato Lake Lefroy
Se siamo riusciti a convincervi a raggiunge la città mineraria partendo da Esperance non possiamo che consigliarvi anche una veloce sosta al “Red Hill Lookout” di Kabalda, circa 50 km prima di Kalgoorlie. Questo punto panoramico è il migliore per godersi una vista spettacolare su un enorme lago salato, il Lake Lefroy. Purtroppo però per arrivare faccia a faccia con il lago dovrete avere una 4×4 e un po’ di tempo a disposizione. Noi l’abbiamo ammirato solo da lontano, nel periodo in cui il Lake Lefroy era totalmente in secca. Dicono che raggiunga il suo massimo splendore dopo la stagione delle piogge, prima che l’acqua evapori nuovamente. Naturalmente non eguaglia in bellezza la meraviglia del Salar de Uyuni, il deserto di sale più famoso al mondo (e per noi anche il più bello), ma merita sicuramente una fermata. Specialmente se siete partiti da Esperance e avete già guidato per circa 3 ore e ½ attraverso la regione denominata Goldfields-Esperance, incontrando solo tanta terra rossa e nient’altro sul vostro cammino.
Il Lake Lefroy è una sosta perfetta anche per chi è alla ricerca di divertimento all’aria aperta. Infatti abbiamo scoperto, ahimé solo successivamente, che qui è possibile praticare anche il “Land Sailing”, un particolare sport del quale non avevamo mai sentito parlare prima d’ora…
Che cos’è il Land Sailing?
Il “Land Sailing”, in italiano conosciuto meno poeticamente come “Carro a Vela”, è uno sport nel quale ci si muove su un mezzo a ruote, dalle dimensioni ridotte, dotato di una vela mossa dalla potenza del vento. Noi ne siamo rimasti subito affascinati e cercando un po’ sul web abbiamo trovato questo interessantissimo articolo di David Ingiosi che vi consigliamo di leggere se volete farvi una cultura su questo sport ancora poco praticato (e conosciuto). Il Lake Lefroy è una delle migliori location al mondo per praticare questo sport e sono stati in tanti a tentare di superare il record di velocità sulla sua superficie. Potreste anche avere la fortuna di capitare qua durante una di queste rincorse al record! Se così non fosse non preoccupatevi, potreste anche decidere di prenotare delle lezioni private e testare voi stessi il brivido della velocità. Lasciato il Lake Lefroy è giunto il momento di visitare la cittadina di Kalgoorlie.
Kalgoorlie, la capitale dell’oro d’Australia
Kalgoorlie è una parola aborigena che significa “Luogo delle pere setose”. Naturalmente, agli europei venuti in Australia alla ricerca di ricchezze, delle pere setose non gliene fregava un fico secco (per rimanere in tema ortofrutticolo). Quello che cercavano era l’oro ed in questa zona ne trovarono veramente tanto. Alla fine del 1800 venne dunque creata la città di Kalgoorlie, con l’intento di ospitare i lavoratori delle miniere. Più trovavano l’oro e più i villaggi di minatori crescevano tutto intorno. Purtroppo però l’oro prima o poi finisce e ad oggi, in tutta la regione Goldfields-Esperance, Kalgoorlie è l’unica cittadina mineraria che ancora sopravvive.
Cosa vedere a Kalgoorlie: il centro storico
La Great Eastern Highway si trasforma in Hannan Street appena varcato il cartello di Kalgoorlie. Hannah Street è anche la via principale del paese e, anche se qui non troverete chissà cosa, noi vi consigliamo di concedergli almeno una passeggiata. Sarà divertente camminare tra le varie attrazioni, interrogandosi su come si svolgesse la vita quando di oro in città ce n’era in abbondanza.
Nella via principale troverete il Visitor Centre, supermercati, agenzie per i tour, bagni pubblici, acqua potabile, il “Museum of the Goldfields” e “Questa Casa” (ve lo spieghiamo dopo cos’è). Tra tutti questi, se avete tempo a disposizione, merita una veloce visita il museo. Con una piccola donazione potrete farvi un’idea di come si svolgesse la vita a Kalgoorlie nell’era dell’oro: storie, aneddoti sui minatori, pepite d’oro e repliche degli appartamenti vi faranno capire molto di più sulla zona.
Per un luogo fresco e tranquillo dove mangiare e riposarvi prima di rimettervi in viaggio vi consigliamo “Hammond Park”, un’oasi verde in questa arida parte d’Australia. Hammond Park si trova a 3 km dal centro e con verde a perdita d’occhio, tavolini all’ombra, barbecue, bagni pubblici, zero spazzatura e bellissimi pavoni liberi è il miglior luogo per ricaricare le pile. Ed è tutto gratuito. Unica grande, ENORME, pecca è la presenza di diverse gabbie contenenti pappagalli ed altri volatili australiani, così belli e facili da vedere liberi, che proprio non capiamo perché debbano essere tenuti in cattività.
Cosa vedere a Kalgoorlie: “Questa Casa”
Kalgoorlie, come tutte le città minerarie australiane, ha un aspetto fermo nel tempo: edifici storici, decorati in legno, con terrazze e tetti dalle forme ricercate, alberghi in grandissima abbondanza, tantissimi pub e…bordelli! Eh sì, perché i minatori, lontani da casa, dovevano sì dormire, mangiare e bere, ma anche trovare un modo per scaricare la “tensione”. Cosicché la prostituzione, ritenuta necessaria per quei poveri lavoratori, è rimasta a lungo legale in questa città ed in gran parte del Western Australia. Il bello è che a Kalgoorlie due bordelli cittadini sono ancora in funzione ed è addirittura possibile visitarne uno con una visita guidata.
Vi stiamo parlando di “Questa Casa”, la più antica casa aperta d’Australia, dove per 25AU$ una guida esperta vi guiderà alla scoperta del bordello e delle sue strampalate storie (clienti, decessi particolari, guerre tra prostitute, ecc…), così interessante da essere stato eletto uno dei migliori tour d’Australia. Noi abbiamo deciso di non andarci, ma se siete interessati sappiate che le visite guidate sono tutti i giorni alle 15:00 ed hanno una durata di 1h e 15’. Solo per persone maggiorenni. Se poi volete usufruire dei normali servizi di Questa Casa dovrete andarci durante il normale orario d’apertura, ma stavolta i prezzi non ve li sappiamo dire…
Cosa vedere a Kalgoorlie: la miniera d’oro “Super Pit”
Kalgoorlie offre la possibilità di visitare una delle più grandi miniere d’oro d’Australia, conosciuta come “Super Pit”. La “Super Pit” è unica nel suo genere poiché è stata una delle prime a sfruttare una nuova tecnologia di scavo che ha permesso di arrivare all’oro non più attraverso tunnel sotterranei, ma grazie ad un’enorme voragine a cielo aperto. È grazie a quest’innovazione che Kalgoorlie è riuscita a restare in piedi, rimanendo l’unica fra le cittadine nate durante gli anni della corsa all’oro.
Tour alla Super Pit di Kalgoorlie
Per chi ha sempre desiderato vedere da vicino una miniera d’oro, la Super Pit è il posto perfetto. Sono infatti disponibili tour all’interno della miniera, il cui costo si aggira sui 50AU$ a persona per 1 ora e ½ (qui trovi più info) oppure 70 AU$ per 2 ore ½ (anche qui trovi più info).
In Bolivia avevamo rinunciato, per validissimi motivi, ad assistere alla visita all’interno della miniera di Potosì e quindi ci siamo comportati ugualmente quando si è presentata la possibilità di visitare quella di Kalgoorlie. Anche perché finanziare chi si occupa di distruggere il paesaggio non è che ci sembrasse un’idea molto allettante. È comunque possibile vedere la Super Pit anche gratuitamente, da fuori, per rendersi conto di quanto la sua costruzione abbia inesorabilmente modificato il paesaggio.
P.S.: fino al 2016 era la più grande miniera d’oro d’Australia, ma dopo aver perso il suo titolo, surclassata dalla “Newmont Boddington Gold Mine” di Boddington (Western Australia) è divenuta “La più grande miniera d’oro VISITABILE di Australia”. Ve lo avevamo già spiegato che gli australiani hanno un piccolo problema con i primati?
Il Super Pit Lookout
Di entrare nella miniera a cielo aperto non ce la siamo sentita, ma almeno guardarla da fuori era una cosa che volevamo fare. Per fortuna che nelle sue vicinanze c’è il “Super Pit Lookout” (aperto tutti i giorni 7:00-19:00), punto panoramico gratuito che si affaccia sull’immensità della cava. Qualsiasi nostra descrizione non potrà mai prepararvi a quello che vi troverete davanti.
Al Lookout troverete anche informazioni sui metodi di estrazione dell’oro (nel passato e nel presente) e dei video esplicativi che vi mostreranno le numerose esplosioni che qua avvengono giornalmente. E queste esplosioni potrete vederle anche voi dal vivo, proprio da quassù…
Esplosioni alla Super Pit di Kalgoorlie
È il motivo che la rende famosa fra i viaggiatori: la possibilità di assistere alle esplosioni programmate. Se capiterete all’orario giusto al Super Pit Lookout potrete così vedere con i vostri occhi una parte della miniera esplodere, creando nuovi solchi e/o nuove strade. L’ora per assistere allo scoppio cambia ogni giorno, perciò per sapere l’orario preciso delle esplosioni dovrete chiamare il giorno stesso la “KCGM Public Interaction Line” al numero 08 9022 1100.
Noi abbiamo raggiunto il punto panoramico poco dopo l’orario dell’esplosione. Ci incuriosiva poter assistere in diretta allo scoppio, ma alla fin fine vi assicuriamo che osservare la miniera dall’alto, in qualsiasi momento, è sufficiente per rendersi conto di quanto l’uomo possa spingersi oltre per la ricerca dell’oro (con o senza dinamite in aiuto).
Il villaggio di Menzies
Adesso che la nostra visita a Kalgoorlie è terminata siamo pronti per dirigerci a Laverton, punto d’inizio della nostra grande Avventura lungo la Great Central Road. 360 km separano la capitale dell’oro da Laverton, nostra tappa finale per oggi. Visto che dobbiamo fare tutta questa strada forse sarebbe meglio trovare qualche altra sosta sul percorso. Detto, fatto! 120 km a Nord di Kalgoorlie troviamo una minuscola cittadina di nome Menzies.
La sua via principale è ottima per sgranchirsi le gambe ed alle porte della città è possibile visitare un cimitero Patrimonio dello Stato, ovvero il “Menzies Cemetery”. Non siamo grandi frequentatori dei Campi Santi, ma quello di Menzies ci ha da subito incuriosito. Qui si trovano tombe che risalgono agli inizi del 1900, appartenenti ai primi pionieri e coloni della regione. Guardando le lapidi ci si rende ancora più conto di quanto a quei tempi il fatto di trovarsi lontano da tutto e da tutti contribuisse a rendere il tasso di mortalità infantile e giovanile particolarmente elevato. Con i dottori che abitavano a giorni di cammino dalla cittadina bastava un semplice raffreddore per ottenere un posto al cimitero di Menzies…
Sosta obbligata a Leonora
Trovandoci ormai in piena estate (che in Australia inizia il 1° Dicembre) non avevamo per niente preso in considerazione il maltempo. Stiamo per raggiungere la cittadina di Leonora (120 km da Laverton) quando il cielo inizia a farsi scuro. In pochi minuti si scatena un temporale che ha quasi le sembianze di un ciclone. Le strade si trasformano in fiumi e proseguire diventa alquanto pericoloso. Decidiamo di fermarci proprio a Leonora, anche se trovare una sistemazione diventa quasi impossibile. Il campeggio è stato distrutto completamente dal temporale e sembra che tutti gli altri alloggi siano stati presi d’assalto dai vari lavoratori della zona. Vaghiamo un po’ alla ricerca di un alloggio per la notte fino a quando non passiamo davanti a dei cartelli con su scritto: “Ghost Town of Gwalia”. Ghost Town? Cosa? Stavamo per passare accanto ad una città fantasma senza fermarci a visitarla? Ebbene sì, in Australia anche questo puo’ succedere.
Dove dormire a Leonora
Il temporale è ancora troppo forte, così lasciamo perdere (per adesso) la visita alla città fantasma di Gwalia e continuiamo la ricerca di un alloggio a Leonora. Finalmente, dopo una serie interminabile di chiamate, troviamo una camera nel motel “Leonora Motor Inn”, ma la paghiamo a caro prezzo: 70AU$ per una doppia con bagno privato e TV. Tutto l’edificio è misero e costruito in lamiera. Il tempo non sembra voler migliorare e farci cogliere da una tempesta in questa struttura di latta ci preoccupa alquanto. Siamo ormai quasi rassegnati a passare la serata chiusi in camera quando come per magia il sole torna a splendere. Non abbiamo dubbi su cosa andare a vedere adesso…
Le “Ghost Towns” australiane
Per chiunque sia appassionato di luoghi abbandonati l’idea di visitare una Ghost Town è un vero sogno ad occhi aperti. Per Fiammetta, che si innamora alla vista di un semplice casale in rovina (durante la Via Francigena li avrebbe voluti comprare tutti), un desiderio quasi irrealizzabile. Nonostante il numero di città fantasma in Australia sia molto elevato, queste si trovano quasi sempre in zone molto isolate e difficili da raggiungere e spesso non sono ben conservate.
Come già detto, durante gli anni della grande caccia all’oro le città nascevano e morivano come funghi. I lavoratori si fermavano in città fino a quando trovavano risorse a sufficienza, ma appena l’oro iniziava a scarseggiare si spostavano nuovamente, lasciando alle loro spalle ghost town che non sempre sopravvivevano all’azione erosiva del tempo. Il caldo torrido, i cicloni e le condizioni atmosferiche estreme in generale, unite alla scarsa qualità dei materiali con cui si costruivano le case, hanno fatto sì che molte di queste Ghost Town scomparissero del tutto. In alcuni (rari) casi invece si sono conservate in maniera impeccabile. Gwalia è uno di questi e noi non vediamo l’ora di esplorarla…
Nascita, vita e morte di Gwalia
La cittadina, nella quale vivevano anche moltissimi italiani, fu costruita quando alla fine del 1800 nella zona venne scoperto l’oro. Per molti anni, grazie all’abbondanza delle estrazioni, continuò a prosperare, ma intorno alla metà degli anni ’60 venne presa la decisione di chiudere la miniera. Dopo la notizia della chiusura definitiva gran parte della popolazione raccolse le poche cose che possedeva, in fretta e furia, e lasciò la città. La popolazione passò improvvisamente da 1200 abitanti a soli 40 e così la ridente cittadina iniziò la sua breve ma inesorabile trasformazione in quella che oggi puo’ essere definita a tutti gli effetti una Ghost Town. Con l’avvento delle nuove tecnologie si decise di aprire nuovamente la miniera alla ricerca dell’oro, ma la città di Gwalia non venne ripopolata, anche a causa della vicinanza con Leonora, dove ormai si erano spostati tutti i servizi. Una storia che si è ripetuta chissà quante volte e chissà quante altre volte ancora dovrà ripetersi. Se però volete conoscere in maniera più approfondita Gwalia non vi resta che andare sul sito ufficiale.
Visitare la Ghost Town di Gwalia
Gwalia si trova a soli 3,5 km dal centro di Leonora ed oltre ad essere una città fantasma è un bellissimo museo a cielo aperto. I membri dell’associazione “Friends of Gwalia” si sono impegnati per far sì che la città si conservasse e che tutti i visitatori potessero avere un’idea, quanto più precisa possibile, di come fossero le case, i negozi e tutti gli edifici presenti all’epoca. La cosa meravigliosa è che visitando la Ghost Town di Gwalia si ha la possibilità di entrare all’interno di quasi tutte le costruzioni, arredate a regola d’arte. Entrando nelle case si trovano ancora i vestiti sulla sedia, accanto al letto e negli armadi, tavole apparecchiate e strumenti della vita quotidiana, come una vecchissima lavatrice. Nell’ospedale letti e materiali per la cura dei pazienti restano a disposizione di medici che non torneranno mai più. Nell’officina meccanica le auto attendono di essere aggiustate e rimesse in carreggiata. Sembra che gli abitanti abbiano abbandonato le proprie case all’improvviso, per fuggire da un imminente pericolo. Un luogo incredibile! Potremmo passare ore intere ad esplorare ogni angolo della città; a Gwalia abbiamo trovato la nostra Chernobyl (senza rischi radioattivi).
Il Museo della Ghost Town di Gwalia
Sulla cima della collina adiacente alla città fantasma si trova anche il “Gwalia Museum” (ingresso a donazione; aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 16:00), il museo vero e proprio che conserva cimeli autentici. Per conoscere la storia di Gwalia, presso il museo potrete anche noleggiare le audio-guide ad un costo di 2AU$ a persona. All’interno del “Gwalia Museum” si trova anche la “Hoover House”, un Bed & Breakfast molto carino, ma anche molto caro (i prezzi si aggirano sui 160AU$ per una doppia). Sfortunatamente sia il Gwalia Museum che il B&B erano chiusi per ristrutturazione durante la nostra visita.
Quanto costa l’ingresso alla Ghost Town di Gwalia
L’ingresso alla Ghost Town di Gwalia è totalmente gratuito, ma chi lo desidera puo’ fare una piccola donazione nell’apposita cassetta, che servirà per aiutare i “Friends of Gwalia” nei lavori di ristrutturazione e di conservazione. Noi abbiamo contribuito molto volentieri e speriamo tanto che sempre più persone possano visitare Gwalia e, perché no, realizzare il proprio sogno di esplorare una città fantasma australiana!
La caccia all’oro è conclusa
In questo articolo vi abbiamo guidato attraverso un viaggio nel tempo, soffermandoci in luoghi che hanno contribuito a creare l’immagine dell’Australia così come la conosciamo oggi. Luoghi ed oggetti sono apparsi davanti ai nostri occhi come fotografie. Sono stati impressi ed immobilizzati in un passato lontano e possono fornirci solo piccoli indizi della loro vera natura. Dopo aver avuto un primo assaggio con Kalgoorlie, avere l’opportunità di ammirare Gwalia, un’intera cittadina ferma a 60 anni fa, è un’emozione che ci ha lasciato un segno indelebile. Non ci resta che ringraziare il temporale che ha reso tutto ciò possibile.
Ma si sa…la natura dà e la natura toglie! La mattina successiva ci svegliamo con la terribile notizia che la Great Central Road non è al momento praticabile, poiché chiusa causa allagamento. E non si sa ancora se, e quando, riaprirà. Ma tutto questo è meglio se ve lo raccontiamo nel nostro prossimo articolo…
Gwalia posto molto particolare, e la Hoover House e` decisamente consigliata anche se non e` economica.
Sulla via per Leonora (via Menzies) non vedo menzione di Lake Ballard, posto bello con possibilita` di campeggio.
Un piccolo appunto pero`…
Scrivete che le miniere non dovrebbero esistere, e su quelle di carbone ad oggi potrei anche darvi ragione. Ma per il resto? Purtroppo senza questi materiali possiamo scordarci lo stile di vita che abbiamo, con smartphone, macchine elettriche e non, etc. etc. Per esempio, una buona parte dell’oro estratto viene usato in apparecchi tecnologici o medicali.
Si potrebbe aprire un discorso molto ampio su un utilizzo piu` razionale delle risorse, ma non penso sia questa la sede adatta 😉
Complimenti ancora per questi blog di viaggio.
Grande Federico, è proprio una soddisfazione ricevere i tuoi complimenti 😊 sul Lake Ballard hai assolutamente ragione, lo avevamo anche segnato su WikiCamps ma non riusciamo a ricordarci perché non vi ci siamo fermati…aggiungeremo anche questo e perciò grazie ancora!
Per quanto riguarda le miniere non possiamo che essere d’accordo con te su entrambe le cose: ci dilungheremo troppo a parlare di questo argomento e senza materie prime estratte dalle miniere la vita di oggi sarebbe completamente differente. Però, per farla sintetica e molto utopica, vengono estratti quantitativi enormi di materiali per apparecchi o oggetti meramente estetici, senza i quali potremmo vivere ugualmente bene. Perciò sì, per noi è proprio un fatto di spreco delle risorse, senza contare i danni che questi scavi comportano ai paesaggi, alla natura e alle persone (soprattutto i lavoratori). Ma così è e sarà ancora per chissà quanto, perciò meglio godersi Gwalia e i dintorni senza pensarci troppo 😊 un abbraccio Federico, ci piacciono molto i tuoi commenti di critica-consiglio.
Essendo un FIFO worker da qualche anno, conosco questo mondo e quello che ci gira attorno. In Australia ci sono regole abbastanza stringenti sulla rehabilitation dei siti minerari, quello che mi preoccupa davvero è quello che succede in Cina o Africa.
Secondo me la definizione di “Chernobyl d’Australia” spetta più a Wittenoom, piuttosto che a Gwalia. Ho fatto tempo a vedere quella cittadina cosiddetta fantasma, dal passato triste, quando era già stata cancellata dalle mappe, ma non completamente rasa al suolo. La gorge alle sue spalle è magnifica. Ci sono ripassato il mese scorso, adesso è completamente sealed off e non si può più andare nella gorge.
Vi consiglio di leggervi la sua storia, e guardate quanto (poco) dista da Weano Gorge e dal Karijini Eco retreat. Se volete più dettagli o alcune foto, fatemi sapere.
P.s. Hancock gorge prende il nome dalla famiglia Hancock, consiglio di leggere qualcosa a proposito di Lang Hancock.
Certo, abbiamo fatto un esempio generale, ma nel mondo minerario pensiamo anche noi che l’Australia sia avanti anni luce rispetto al resto del mondo. Purtroppo però, come hai detto anche te, abbiamo assistito ad altre realtà, come in Bolivia e Colombia e ti assicuriamo che si tratta di uno dei lavori più deleteri, per l’uomo e la terra, che esista.
Per il resto invece per noi è tutta una novità: mai sentito parlare di Wittenoom e Lang Hancock e non vediamo l’ora di leggere e scoprire qualcosa al riguardo 😊 per la prossima volta che torniamo in Australia, ora sappiamo a chi chiedere per luoghi sperduti e nuove avventure. Un abbraccio grande Federico, sei stato gentilissimo!
no worries!
Se avete bisogno di consigli chiedete pure senza problemi.
Nel Western Australia, oltre al Gibson Desert, sono stato anche nel Kimberley, inclusi Lake Argyle, Kalumburu, Mitchell Falls e Horizontal Falls.
Quella dello sfruttamento massiccio del territorio per poi abbandonarlo è uno dei mali degli ultimi secoli ed è un peccato che nonostante gli errori del passato non si agisca diversamente. Quando penso alle città fantasme dei grandi Paesi immagino un silenzio surreale, cespugli rotolanti e serpenti che strisciano 🙂
A parte l’immagine un po’ da film, sicuramente un’esperienza che rimane impressa. Una delle tante che l’Australia ha saputo regalarvi e che ci avete magnificamente raccontato
Il silenzio surreale c’era davvero ma i cespugli e i serpenti mancavano ? noi speravamo di trovare anche un Saloon con le porte a spinta ?
Passando ad argomenti più seri la pensiamo esattamente come te: non possiamo continuare a sfruttare ogni centimetro del Pianeta per poi passare al seguente quando non ha più niente da offrire.
Comunque siamo felici che tu abbia apprezzato il nostro racconto ? grazie mille ❤️
Certo è proprio curiosa la cittadina di Gwalia; sembra veramente una Chernobyl australiana. Adoro girovagare per posti del genere anche se questo è veramente fantastico. Ho visitato paesi fantasma dove le abitazioni sono vuote, prive di ogni oggetto, ridotte per lo più a ruderi abbandonati. Viceversa Gwalia sembra ancora vitale. Passeggiare per il paese è come fare una visita nel passato e ammirare lo stile di vita di circa cento anni fa
È proprio questo che ci ha affascinato di Gwalia, una città abbandonata ma ancora “viva” ? ne abbiamo visti altri di luoghi abbandonati in Europa ma, come hai detto te, tutto era stato rubato o vandalizzato. Gwalia invece è (e speriamo rimanga) un museo a cielo aperto ?
“questo articolo” come “questa casa” è troppo troppo interessante! Tanta roba e tanto materiale per scrivere storie e magari raccontarne davanti al fuoco ai vostri nipotini ? Sarei stata ore ed ore ad esplorare i villaggi abbandonati! Ma quella benna è colossale!!!! O_O Ragazzi il vostro è stato veramente un viaggio di vita memorabile, complimenti! Un abbraccio!
Se i nipotini un giorno vorranno ascoltarci avremmo tante cose da raccontarli ? saremmo stati a giornate intere ad esplorare il villaggio fantasma. Ci affascinano troppo i luoghi abbandonati ? e grazie mille per i complimenti Orsa, noi ce la mettiamo sempre tutta per rendere un viaggio memorabile ? un abbraccio anche a te!