Da sempre, l’uomo nasce e ben presto sviluppa dentro di sé un irrefrenabile desiderio di movimento. Questo desiderio lo porta a muovere i primi passi, poi a ergersi fiero sulle proprie gambe. Per molti con l’età adulta questo desiderio si trasforma in amore incondizionato per il viaggio e per tutto ciò ad esso legato. Per altri diventa strumento di salvezza. Ci si muove per scappare dalle carestie, da terre inospitali, da pericoli che mettono a rischio la propria vita.
Che sia per volontà o necessità, quando ci si muove si spera sempre di trovare una bella accoglienza, di scoprire nuove terre, nuovi modi di vivere, assaporarne i diversi sapori e colori e, magari, riuscire a lasciare una piccola traccia del proprio passaggio. Il nostro è quindi un mondo di migranti e l’immigrazione non è un fenomeno attuale, ma qualcosa che fa parte di noi e della nostra storia, da sempre.
Ci teniamo a sottolineare che con questo articolo toccheremo un argomento che mai come in questo periodo è frutto di polemiche e odio da tastiera. Per questo non esterneremo pareri personali e cercheremo di evitare discorsi che potrebbero essere fraintesi, riportando soltanto dati ufficiali e raccontando nient’altro che una nostra bella esperienza, che nel suo piccolo è riuscita ad arricchirci e ci ha spinto a riflettere.
È con grande piacere, quindi, che oggi vi portiamo a vedere la nostra Firenze con nuovi occhi. Gli occhi di chi arriva da terre lontane e che ha fatto di Firenze la sua nuova casa. Oggi vi portiamo alla scoperta del progetto Migrantour.
Che cos’è il Migrantour?
Il Migrantour, lo si puo’ capire bene dal gioco di parole del nome, è un tour dove al posto di una tradizionale guida turistica troverete ad accompagnarvi delle persone arrivate da lontano nel nostro Bel Paese per vari motivi. Non si tratta di guide turistiche professionali, dotate di patentino, ma accompagnatori interculturali; è così che amano definirsi. Provengono da tanti Continenti diversi (manca ancora qualcuno che arrivi dall’Oceania) e sono di nazionalità differenti. Così, oltre che a scoprire nuove storie delle città di cui credevate già di conoscere tutto, potrete anche ricevere un chiaro esempio di quanto l’integrazione possa esser bella ed utile. Un’integrazione di quelle a braccia aperte, positiva, che riesce ad arricchire noi, loro e le nostre città.
Come nasce il Migantour
La prima città a dare vita a questo bellissimo progetto è stata Torino, nel 2010, grazie al supporto della “Cooperativa Sociale Onlus Viaggi Solidali” ed in collaborazione con varie ONG, tra cui Oxfam Italia e Fondazione ACRA. L’interesse suscitato è stato grande e così il progetto è stato sviluppato ulteriormente fino alla creazione nel 2014 del vero e proprio progetto Migrantour (qui il link alla pagina). Le città coinvolte sono sempre di più e ad oggi si contano Milano, Genova, Bologna, Roma, Firenze, Napoli, Cagliari, Pavia, Catania, Marsiglia, Parigi, Valencia e Lisbona.
Nel 2016 il Migrantour è stato premiato nell’ambito del “World Responsible Tourism Award” come una delle pratiche di turismo più innovative a livello internazionale. Pensate che dal 2010 ad oggi soltanto a Torino, Milano, Firenze e Roma oltre 11.000 persone hanno partecipato a queste passeggiate. Speriamo che l’elenco delle città ed il numero dei partecipanti cresca sempre di più!
I.TA.CÀ presenta Migrantour
Come siamo venuti a conoscenza di questo grande progetto? Nello scorso articolo vi abbiamo raccontato di Bologna e del Festival del turismo responsabile, IT.A.CÀ, di cui AITB è media partner. Uno degli obbiettivi del turismo responsabile è quello di far conoscere i cambiamenti del territorio, distruggendo i pregiudizi e gli stereotipi grazie al dialogo fra culture diverse.
Con gli altri associati di AITB abbiamo partecipato a diversi eventi del Festival e noi due abbiamo scelto la presentazione del Migrantour (di cui ancora non sapevamo niente) che ha avuto luogo in Sala Piazza. Qui hanno parlato alcuni degli accompagnatori di ogni città italiana dove questo progetto è presente (Milano, Genova, Bologna, Roma, Firenze, Napoli, Cagliari, Pavia, Catania) ed hanno raccontato al pubblico le loro esperienze personali e quanto questi tour abbiano fatto bene sia a loro che ai locali.
Tornati a casa dopo la gita fuori porta a Bologna e alla Rocchetta Mattei non abbiamo perso tempo: abbiamo inviato subito una mail per poter partecipare in prima persona. Avevamo proprio voglia di vedere Firenze raccontata da chi questa città l’ha scelta; per amore o come ancora di salvezza.
Vi mettiamo anche il filmato di presentazione del Migrantour Firenze, preso direttamente da Youtube. È anche grazie a questo se la nostra curiosità è salita alle stelle:
Perché il lavoro del Migrantour è importante
Migrantour ci aiuta a vedere le nostre città con occhi nuovi, diversi, con gli occhi di chi arriva qui, pieno di paure e le lascia andare, spinto dalla curiosità, per esplorare e conoscere tutte le novità che lo circondano. Serve per capire che l’integrazione porta arricchimento, non solo problemi, sui quali spesso preferiamo concentrarci.
Serve per aumentare il senso di appartenenza. Sentirsi accettati, accolti e ben voluti è il primo passo verso lo sviluppo di un legame che è fondamentale per un’integrazione positiva. Chi si sente di appartenere ad un luogo farà di tutto per proteggerlo, salvaguardarlo e custodirlo. Sapete cosa ci hanno raccontato a tal proposito? Tutti gli accompagnatori che lavorano in Migrantour si sono talmente affezionati alla propria città italiana che durante gli incontri ognuno ne tesse le lodi e si instaura così una sorta di gara “La mia città è la più bella d’Italia”, della quale tutti si sentono i legittimi vincitori. Ma ci pensate? Che cosa bella è?
Poi pensate solo per un momento a chi dall’Italia è partito per trovare una vita migliore in giro per il mondo. Come si sarebbe comportato se lo avessero diviso dalla famiglia, per strada tutti lo avessero guardato in cagnesco, gli avessero puntato sempre il dito contro, lo avessero voluto fuori da quella sua nuova terra?
E infine, pensate ad un mondo privo di scambio di culture, di sapori e di storie. Non vi sembrerebbe alquanto triste? Chiusi dentro i nostri confini, non vi sentireste in gabbia? Non la sentite quella voglia dentro di voler conoscere il mondo e chi gli appartiene? No? Allora ci spiace, ma da ora in avanti dovrete smettere di bere il caffè e mangiare pastasciutta…
Dati statistici sull’immigrazione
Ritornando all’evento Migrantour di IT.A.CÀ a Bologna, è stato molto interessante l’intervento di Sara Marazzini di ACRA, che ha fornito alcuni dati ufficiali per farci aprire gli occhi su qual è la reale situazione della migrazione in Italia. Vi anticipiamo che molti potrebbero rimanerci davvero male…
Iniziamo subito col dirvi che in Italia ci sono 61 milioni di abitanti in totale e tra questi la popolazione straniera non supera i 6 milioni (9%). Di questi 6 milioni meno di 490.000 (0,9%) sono irregolari (no clandestini, che è diverso). E provate ad indovinare quante sono le persone con origine italiana nel mondo? Oltre 60 milioni! Ogni anno, dal 2008, oltre 200.000 italiani emigrano (siamo il 7° paese al mondo per numero di emigranti) e all’incirca lo stesso numero di stranieri residenti in Italia viene naturalizzato, diventando così cittadino a tutti gli effetti.
Ma vogliamo parlare di questi continui sbarchi di immigrati? Certamente! Le persone arrivate in “nave” sono state 170 mila nel 2014, 154 mila nel 2015, 181 mila nel 2016, 119 mila nel 2017 e 16.551 al 26 giugno 2018. Dal luglio 2017 gli sbarchi sono nettamente diminuiti e bisogna pensare che la maggior parte di loro ha proseguito il proprio percorso migratorio verso altri Paesi. Quindi, probabilmente, molti di questi in Italia sono soltanto sbarcati e mai rimasti.
Per non parlare delle richieste d’asilo rifiutate dall’Italia: il 53% nel 2015, il 56% nel 2016 e il 52% nel 2017. Tutti gli anni più della metà delle “domande” viene scartata fin dal principio.
Non pensate che ci stiamo inventando tutto. Basta andare sul sito del Ministero dell’Interno per avere dati precisi e veritieri. Vi mettiamo qui, per esempio, il link alla pagina delle statistiche sugli “Sbarchi e accoglienza dei migranti”.
Eppure guardando i telegiornali e leggendo le notizie che tutti i giorni ci vengono riproposte in loop, anche noi credevamo che questi numeri fossero molto più critici. E invece no! Non è che sotto sotto vogliono farci fare una guerra con chi ha ancora meno di noi? Come abbiamo detto in principio non vogliamo creare discussioni, però, caro concittadino, informati bene prima di odiare il prossimo tuo. E ricordiamoci che la ruota gira, e come un tempo eravamo noi quelli in fuga, un giorno potremmo tornare ad esserlo. Anzi, è da un po’ di tempo che si parla della Brexit e della chiusura delle porte della Gran Bretagna ai cittadini UE. Come ci sentiremmo ad essere l’immigrato mal voluto di qualcuno?
Ma adesso basta con queste cose, anche perché non vediamo l’ora di raccontarvi il nostro tour alternativo di Firenze…
Come funziona il Migrantour a Firenze
A Firenze sono stati pensati ben tre percorsi diversi, ognuno dei quali volto ad approfondire determinati aspetti della quotidianità: c’è quello incentrato soprattutto sulle zone ad alto tasso d’immigrazione, quello sui cibi e culture straniere ed infine, non per importanza, quello religioso. A nostro parere uno più interessante dell’altro. Partecipando a tutti e tre si avrà una panoramica completa di quanto bene ci faccia aprirci alle altre culture.
Ogni tour parte da un diverso punto di Firenze ed ha una durata di più o meno due ore, nelle quali, oltre ad ascoltare gli accompagnatori, potrete anche approfondire con loro cose che non avevate mai osato fare prima (come per esempio discutere del Burka con una guida islamica o del Ramadan con una musulmana). Varie soste e vari racconti vi addolciranno la passeggiata ed il tutto a prezzi che cambiano a seconda del tipo di tour richiesto (ma sempre con costi contenuti).
Se siamo riusciti ad attirare la vostra attenzione e volete anche voi prendere parte al Migrantour vi basterà cliccare qui, scegliere la città di vostro gradimento e prenotarvi alla mail di contatto per la prossima passeggiata. Mentre se siete voi stessi dei migranti venuti da lontano e morite dalla voglia di raccontare la vostra storia e la vostra nuova città italiana a dei “turisti” non vi resta che inviare un messaggio sul form ufficiale del progetto per avere maggiori dettagli.
Adesso andiamo a vedere molto velocemente tutti e tre i tour in cosa consistono.
Il tour sulla migrazione: “Sulle tracce dei viaggiatori di ieri e di oggi”
Questo tour parte da Piazza Santa Maria Novella, per poi addentrarsi in una delle vie con la maggiore presenza di cittadini di origine straniera: Via Palazzuolo. Jackline, la nostra fantastica accompagnatrice del Kenya, comincia il tour raccontandoci della storia della piazza per poi portarci al cospetto di questa targa:
Non poteva scegliere luogo migliore per iniziare il tour. Poco dopo abbiamo l’occasione di conoscere il fantastico lavoro svolto dall’associazione “Gli Anelli Mancanti”. Qui i volontari offrono tanti servizi e danno un grande contributo all’integrazione. Scuola di italiano, inglese, francese, arabo, nonché sportelli dove avvocati e dottori mettono a disposizione gratuita le proprie conoscenze, sono solo alcune delle mansioni svolte a titolo gratuito. Un luogo di incontro e di arricchimento reciproco. Non possiamo che dire un “Grazie infinite!” a tutti coloro che hanno regalato anche una sola ora del loro tempo a questa e a tutte le altre associazioni simili sparse per il mondo.
Il tour si conclude con una passeggiata fra i negozi di Via Palazzuolo: c’è la macelleria Halal (= Legittima, per il popolo musulmano), il parrucchiere specializzato nei capelli Afro ed il piccolo ma accogliente bar di Ayan, arrivata tanti anni fa dalla Somalia. Questo locale è l’ultima tappa del nostro percorso, ma per tutte le persone che arrivano in città dall’Africa (e non solo) e cercano un aiuto è la prima, importantissima, méta.
Il tour gastronomico: “Mercato, cibi e culture”
Quando si lascia il proprio paese arriva sempre il momento in cui, oltre alla nostalgia per la propria terra, arriva irrimediabilmente quella per il cibo. Ecco allora che questo tour ci porta alla scoperta del mercato coperto di San Lorenzo, dove migranti di diversi paesi hanno aperto bancarelle con i prodotti tipici della propria tradizione. La cucina è infatti uno degli aspetti che fa parte della nostra cultura.
Ma cos’è la cultura? Possiamo dire che sia qualcosa che resta e resterà per sempre uguale? No, la cultura è un qualcosa che cambia e si evolve continuamente, grazie anche ai diversi spunti che ci vengono portati da fuori. Ed il linguaggio fa parte della nostra cultura? Verrebbe proprio da dire di sì, perciò i nostri accompagnatori Erii (giapponese), Candy (filippina), Georgie (romeno) e Zakaria (algerino) raccontano aneddoti su questo importante aspetto dell’identità culturale. Perciò partecipate a questo percorso per conoscere persone, prodotti e culture di diverse parti del mondo.
Il tour religioso: “Circolo di solidarietà e di religioni”
Questo percorso parte da Le Murate (un ex-convento, poi convertito in prigione, che oggi ospita tanti giovani ed eventi culturali) per poi entrare nel mercato di Sant’Ambrogio e nei negozi indonesiani adiacenti. Il percorso poi esce dai flussi turistici per portarci alla scoperta degli importanti luoghi di culto delle diverse confessioni religiose presenti in questo quartiere. La visita alla Sinagoga ed al Centro di preghiera islamico di Via Borgo Allegri sono l’anima di questo percorso. Questo è l’unico che non abbiamo ancora avuto modo di provare personalmente, ma dicono che sia uno dei più affascinanti, e avendo conosciuto la bravura e le passione di questi ragazzi è impossibile non aver voglia di andarci il prima possibile!
Ringraziamenti doverosi
Ringraziamo di cuore gli ideatori del progetto Migrantour, Anna Bartoli di Oxfam e tutti gli accompagnatori che abbiamo conosciuto durante le passeggiate. Il vostro lavoro è prezioso ed importantissimo, ci aiuta a tenere gli occhi aperti, ad interessarci degli altri, a vivere la nostra città con più consapevolezza.
Grazie agli aspiranti accompagnatori, che stanno facendo il corso per iniziare a raccontare la loro personale storia, dandoci nuove prospettive sulla città.
Grazie a chi vorrà partecipare a queste passeggiate ed aprirsi un po’ di più al mondo.
Ci sembra doveroso aggiungere il racconto di Jackline (kenyota), che dopo l’uccisione di Idy Diene, a Marzo 2018, aveva deciso di non fare più i tour in città per la troppa paura. Lei è cittadina italiana a tutti gli effetti, ma mentre puo’ cambiare il suo stato di residenza, non puo’ invece cambiare colore della pelle. Sono state la risposta anti-razzista di Firenze e l’abbraccio delle persone che nell’integrazione ci credono a farle cambiare fortunatamente idea. Perciò grazie Jackline per il tuo coraggio. Grazie a tutti voi per il vostro coraggio. Essere accettato senza pregiudizi al giorno d’oggi è assai difficile, ma voi lo state rendendo sempre più facile.
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”
– Dichiarazione Universale dei Diritti Umani –
Credo sia proprio come dite voi ragazzi: chi si sente parte di una comunità fa di tutto per difenderla e proteggerla, per valorizzarla e renderla migliore. E’ questa la chiave per cambiare le cose, per cercare di rendere l’Italia un luogo dove chi arriva possa sentirsi benvoluto, e chi accoglie orgoglioso di farlo!
Grazie per aver condiviso questa bellissima iniziativa, ci eravamo già informati dopo aver letto il vostro articolo dedicato a Bologna e alla prossima edizione emiliana ci piacerebbe partecipare. 😉
Se vogliamo essere accolti nel mondo non possiamo che fare lo stesso. Aprirci al mondo e alle sue culture ci rende persone più ricche e questi ragazzi ce lo dimostrano! Sì, sicuramente un’esperienza da provare!
Fiammetta grazie per aver condiviso questa esperienza perché personalmente non ne ero a conoscenza. Già mi avevi incuriosita con il post su IG, infatti sono andata a sbirciare sul sito ed ho scoperto che ci sono operatori anche a Napoli. Ho tanta curiosità di scoprire un punto di vista che definirei autentico e veritiero. Come dici tu “ne tessono le lodi” ed è bellissimo, meraviglioso! Sono sicura che nei loro occhi vedrei una luce diversa rispetto ad un accompagnatore turistico locale ormai “abituato” a snocciolare il solito copione. Direi che il loro senso di appartenenza sia maggiore e più autentico del nostro e sono anche convinta che sarebbero capaci di far innamorare del mio Paese anche una persona disillusa come me ?
Buon WE!
Grazie per aver letto! È un’esperienza che ognuno di noi dovrebbe fare nella propria cittá! Si scoprono tante cose nuove e le storie emozionanti di chi è arrivato qui. E si vede anche il bello dell’Italia, che non guasta mai…specialmente in questo periodo!!!
Sono sempre convinta del fatto che restare chiusi nel proprio orticello, essere privi di quella curiosità che ti porta a voler scoprire chi e ciò che è diverso portino ad avere paura. Eppure viviamo in un’era che ci permette di avere accesso molto più facilmente alle notizie e alla scoperta del mondo. La chiusura è offuscamento della ragione!
Esatto. Viaggiare apre la mente e deve aiutare a capire meglio anche queste dinamiche. La paura nella vita porta solo problemi, l’integrazione é la vera risposta. Poi non possiamo indignarci per le cose che noi stessi stiamo facendo. Chiudiamo le porte ma vogliamo essere accolti a braccia aperte altrove…