Ieri, nella tappa che ci ha portato fino a Siena, abbiamo salutato molte delle persone con cui nei giorni precedenti avevamo stretto bei rapporti, parlando e condividendo l’esperienza del cammino. È normale quindi che un po’ di malinconia si faccia sentire, anche se ci stiamo dirigendo verso la bellissima Val d’Orcia. La Francigena però ha in serbo per noi un’altra grande lezione: non ci si deve concentrare su ciò che si è appena lasciato, ma è bene godersi appieno il presente, in attesa di ciò che ci riserva il futuro. E durante il cammino il futuro riserva sempre nuovi incontri emozionanti! Chi si sarebbe mai immaginato che di lì a poco avremmo conosciuto tantissime altre persone e stretto legami indissolubili? Oggi, mentre iniziamo una nuova tappa ne siamo ancora inconsapevoli. Usciamo dall’ostello e abbiamo al nostro fianco proprio coloro che diventeranno l’essenza del nostro viaggio, le protagoniste femminili della Francigena. Vi abbiamo fatto aspettare fino ad adesso ma ora è giunto il momento di conoscerle.
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Silvia e Stefania
Stefania nella vita organizza fiere ed è bravissima anche ad organizzare il cammino. Mentre siamo con lei non dobbiamo preoccuparci di cercare un luogo dove dormire o mangiare; lei chiama, indaga, e prenota per tutti. Le Pubbliche Relazioni sono il suo pane quotidiano. È una donna forte ed energica, piena di passioni, sempre con la battuta pronta, e non si ferma mai un attimo. Impossibile non amarla.
Silvia ha un bellissimo rapporto con la tecnologia, cioè è una di quelle poche persone che al giorno d’oggi ancora non ne sono schiave. Niente app, mappe on-line o Whatsapp. Viaggia con la sua guida, o quello che ne rimane (ha eliminato le pagine che non le servono), e più volte tenta di abbandonare (in buona fede) anche quella in qualche ostello. È una persona “buona” e genuina, di quelle che non puoi far altro che adorare dal primo istante in cui le vedi.
Arrivederci Siena
Per descriverle accuratamente ci servirebbe un giorno intero, ma 300 km ci separano ancora da Roma, quindi non mancherà l’occasione di tornare a parlarvi di loro. All’alba di un nuovo giorno siamo quindi pronti per lasciare Siena alla volta della Val d’Orcia e di Ponte d’Arbia in compagnia delle nostre Silvia e Stefania. Come (quasi) sempre non troviamo come uscire dalla città, ma una gentile professoressa trovata all’alba in Piazza del Campo ci riconduce sulla retta via, direzione Porta Romana, indicandoci anche un buon bar dove fare il primo spuntino della giornata. La prima parte del percorso di oggi ci vede camminare con una perfetta guardiana che vigila sulle nostre spalle, Siena, sempre meravilgliosa (altrimenti non sarebbe Patrimonio UNESCO), ma più ci allontaniamo da lei e più i paesaggi perdono d’interesse. Una cosa ci rincuora, oggi il percorso sarà tutto perlopiù in discesa, a meno che non ci perdiamo come per uscire dal centro di Siena.

La Torre del Mangia all’alba è il miglior buongiorno che uno possa desiderare
Val d’Orcia, dove sei?
Nella tappa odierna arriveremo quasi a toccare il confine della bellissima Val d’Orcia, la Toscana da cartolina, ma mentre aspettiamo molto fiduciosi di sapere cosa la tappa ci riserverà ci ritroviamo ad attraversare la zona industriale di Isola d’Arbia dove dominano prevalentemente il cemento e il mal odore.
Come se non bastasse i cartelli della Via Francigena ci indirizzano verso un sottopassaggio dove malauguratamente sono state messe delle transenne che impediscono il paesaggio. Gli addetti ai lavori sono stati molto gentili a mettere cartelli del tipo “Accesso consentito ai soli autorizzati”, ma non lo sono stati abbastanza da indicare a noi pellegrini che strada percorrere. Voi che avreste fatto? Noi abbiamo deciso di rientrare nella categoria “autorizzati” e così ci siamo arrampicati. Dopo aver scavalcato con un pizzico di temerarietà (e anche un po’ di difficoltà) le recinzioni proseguiamo per il percorso ufficiale.
Nuovi incontri
Finita finalmente la zona industriale e costeggiata la stazione di Isola d’Arbia arriviamo ad un gruppo di case che deduciamo essere il centro abitato del paese. Qui troviamo l’unico bar della tappa di oggi, il “Bar Il Pino”, ed altri due pellegrini già seduti a fare colazione sulle sedie del bar. Uno di loro è Antonio, l’altro non lo abbiamo mai visto prima: si chiama Tim, è un inglese trasferitosi in Australia che ha deciso di prendersi una pausa dalla monotonia del lavoro. Siamo partiti credendo di rimanere da soli, ma passate poche ore siamo già in sei. La Francigena unisce, impossibile negarlo.
Rifocillati e riposati è già tempo di lasciare Isola d’Arbia. Pochi chilometri ancora ed il paesaggio inizia a cambiare ed il brutto ricordo delle fabbriche viene portato via dalle dolci colline che tanto caratterizzano questa zona.

Qui abbiamo trovato anche gli ultimi girasoli oramai pronti per la raccolta. Dev’essere bellissimo passarci in piena estate, con le piante nel pieno della loro vita.
Verso la Val d’Orcia, paesaggi da cartolina
Non siamo ancora all’interno del Parco della Val d’Orcia, ma già ci sembra di camminare all’interno di una cartolina. Percorriamo strade di campagna che corrono lungo i crinali di bellissime colline. Siamo a settembre ed il colore predominante della stagione è il giallo; il grano, raccolto durante l’estate, indora i dolci pendii che ci circondano. Una meraviglia unica, superabile solo da se stessa, magari in primavera, quando il verde delle piante appena venute alla luce sfuma nell’azzurro del cielo. Passeggiando per queste dolci colline è facile immaginare come mai la Toscana è così conosciuta ed apprezzata sia in Italia che nel resto del Mondo.

La nostra prossima sosta la faremo a quel grande edificio poco più in là
Camminiamo già da diverso tempo ma la natura rende il nostro lungo percorso una splendida gita all’aria aperta. È già ora di pranzo e, quasi come se fosse messa lì appositamente per desinare, giungiamo alla Grancia di Cuna, un bellissimo complesso la cui storia inizia nel XII secolo. Ci demoralizziamo non poco quando scopriamo che ad oggi la Grancia è semidistrutta e totalmente circondata da impalcature, che più che provvedere al restauro crediamo siano lì per prevenire crolli. A parte questo il resto del mini-borgo è un piacere per gli occhi e, nel nostro caso, per la pancia. Ci accomodiamo infatti sulle due panchine vicino alla Grancia ed attingiamo dalle nostre scorte (non ci sono altri bar o ristoranti dopo Isola d’Arbia) per rifocillarci un po’. Prima di ripartire scopriamo con grande gioia che un “fontanello storico” davanti alla panca che abbiamo scelto come ristorante è ancora funzionante e ci divertiamo a riempire le nostre borracce.

Addentrarsi più di così dentro la Grancia puo’ essere molto pericoloso

La fontana a pompa è fantastica da provare e l’acqua che ne esce è veramente ottima

Tappa che fai, viandante che trovi!
Verso Ponte d’Arbia
Riprendiamo il cammino, lasciando la Grancia di Cuna nella speranza di tornare un giorno e vederla sotto nuove vesti. Usciamo dall’unico archetto del borgo, superiamo la Chiesa di San Jacopo e Cristoforo e dopo poche decine di metri ecco che davanti a noi iniziano nuovamente a profilarsi le immagini da cartolina che tanto ci piacciono. Stavolta mostrandosi ancora più belle di poco fa. Difficile per noi spiegarlo a parole. Vedere per credere.

Collina di Windows scansati proprio!

Tra Leonardo ed Antonio è sbocciato l’amore

Anche se Val d’Orcia ancora non è, tutto questo è esageratamente bello!
Ci fermiamo più e più volte ad apprezzare appieno le gioie che questa tappa ci regala. Come se non bastasse la giornata è bellissima ed è un piacere camminare con il filo di vento che scorre lungo le crete senesi. Difficile non sentirsi felici. Lo stato d’animo però cambierà a breve…
Purtroppo per raggiungere Ponte d’Arbia dobbiamo discendere dai bei colli toscani, camminando per una strada dove il vento non soffia proprio. Il sole è ancora alto nel cielo e stavolta batte in pieno sulle nostre teste. Dopo Grancia di Cuna non abbiamo trovato altre fontanelle e giungiamo a 2 km da Ponte d’Arbia con la stanchezza che inizia a farsi sentire. Per temprare ancora maggiormente il fisico questi ultimi chilometri costeggiano i binari del treno, con poco o nulla da mostrare. Questo è il punto più duro della tappa, ma la fine perlomeno è vicina.

Davanti a noi un’infinita strada dritta

Tanto vale riposarsi ogni tanto

Qualcuno ha avvertito Leonardo?
Arriviamo così a Ponte d’Arbia, dove però non avevamo fatto i conti con una breve deviazione. Per far sì che i camminatori non percorrano il trafficato ponte della città (senza marciapiede) si devono seguire i cartelli per il Ponte del Pellegrino. Peccato però che la passerella ciclo-pedonale fatta apposta per noi viandanti ci faccia fare un discreto “giro pesca”, così largo che a questo punto della giornata ci mette del tutto K.O. (ammettiamo che questo giudizio potrebbe essere influenzato dal sole che picchia come se fossimo in pieno agosto). Una cosa però fa sì che valga la pena trovare le forze per la variante: alla fine di quest’ultima troverete un grande recinto con dentro degli asini dolcissimi.

Il vecchio ponte, non molto sicuro…

…e quello nuovo, apposito per i pedoni. Inaugurato nel 2016 sembra ancora immacolato.
Ponte d’Arbia o Buonconvento?
Ci eravamo dimenticati di dirvi che oggi, durante il cammino, abbiamo incontrato due pellegrini francesi che stavano percorrendo la Francigena nel verso opposto. Dopo le varie domande di rito ci hanno suggerito di non fermarci a Ponte d’Arbia ma di continuare altri 5 km per alloggiare a Buonconvento. La loro motivazione è che Ponte d’Arbia non ha niente da offrire mentre Buonconvento è un bellissimo borgo tutto da ammirare. Noi però decidiamo lo stesso di fermarci sulle sponde del fiume Arbia. Le nostre motivazioni? Siamo stanchi morti!
Il Centro Cresti, oasi di pace del pellegrino
Abbiamo anche qualche difficoltà a capire dove si trovi l’ospitale che abbiamo prenotato stamani. Evidentemente la stanchezza inizia a farsi sentire. Perché non succeda anche a voi, dopo aver attraversato il Ponte del Pellegrino basterà percorrere la strada sterrata sulla sinistra fino a che non troverete il ristorante pizzeria “Il Ponte”. Quando sarete qui non vi resterà che attraversare la strada ed entrare nella strada bianca alla vostra destra. Se avete seguito questi passaggi…BRAVI! Siete giunti al “Centro Cresti“. E non date retta ai due ragazzi francesi, mai scelta fu più giusta.

Foto presa in prestito dal sito del “Centro Cresti”
Il giorno successivo, vedendo Buonconvento (uno dei 227 borghi più belli d’Italia), un po’ ci è dispiaciuto non aver passato qua il resto del pomeriggio, ma anche il “Centro Cresti” merita sicuramente un soggiorno, anche solo per verificare il lavoro dei volontari e l’amore e la cura che pongono nell’accoglienza. Quando si viene accolti così non si puo’ che parlarne bene. In cambio di un’offerta avremo a nostra disposizione un posto letto, un’enorme e perfettamente attrezzata cucina ed una ancora più grande sala da pranzo. Inoltre fuori, nel grande cortile a nostra disposizione, ci sono lavatoi e stendi biancheria.
Ponte d’Arbia
Ci riposiamo un po’. Leonardo, stranamente, dorme (ha accusato la nottata di ieri) mentre Fiammetta, insieme a Silvia e Stefania, raggiunge il piccolo alimentari in centro per comprare il necessario per la cena. Il centro di Ponte d’Arbia è tutto lì: un alimentari (piccolo ma ben fornito), un bar, un ristorante e alcune case. Un piccolissimo paesino di provincia dove tutto è a portata di mano…e di piedi! Uscite dall’alimentari decidono di prendere un aperitivo nel bar del piccolo paese e qui le tre donzelle incontrano un compagno pellegrino che da oggi si unirà a noi sul cammino per Roma. Il suo nome è Claudio, è il primo pellegrino che conosciamo che sia partito da Canterburry (saltando alcune tappe che sia chiaro). La cosa che più ci inorgoglisce di lui è che si è voluto mettere alla prova, intraprendendo la Via Fracingena, poco tempo dopo aver sofferto di gravi problemi di salute. Per questa ragione e data la difficoltà nel seguire il cammino in Francia, non ha potuto percorrere l’intero percorso a piedi, ma adesso è determinato più che mai ad arrivare fino a Roma. Insomma, il miglior modo per dire al suo corpo che lui è ancora qua e nel migliore dei modi!
Tutti a tavola!
Fatta la spesa è giunto il momento di tornare all’alloggio ed iniziare a preparare la cena. Come una vera e propria brigata ognuno fa qualcosa e così poco dopo è già tempo di gustarcela tutti insieme. Il menù per stasera prevede bruschette (pane abbrustolito, aglio e olio), pasta al pomodoro fresco, frutta, acqua e vino.

Il capo brigata Stefania alle prese con il condimento per la pasta
Seduti a tavola si sono aggiunti a noi anche Mauro e Carlo, due (nuovi) amici di Prato che percorreranno un tratto di Francigena per il weekend e Guido e Maurizio, due professori che hanno una grande esperienza nei cammini. L’ultimo pasto della giornata lo passiamo così con una bella compagnia. Purtroppo però abbiamo preparato la pasta in quantità industriali e non riusciamo a finirla. Come potremmo fare? Ci si accende la lampadina! Così, mentre usciamo per andare al bar del ristorante “Il Ponte” per un caffè, ci portiamo anche la pasta avanzata. Pasta, ma sopratutto pomodori, che poco dopo i ciuchini saranno più che felici di assaggiare.
Ieri alla cena a Siena eravamo 17. Stamani appena svegli eravamo noi 2 soli. Stasera siamo in 11.
Qualcuno ha ancora il timore di restare solo sulla Francigena?
Ora però è meglio andare a letto…

…che domani è un altro (splendido) giorno!
Informazioni Utili(ssime)
- Riserva d’acqua necessaria: si puo’ partire leggeri con 1 litro, basta poi fare il pieno a Grancia di Cuna
- Fontanelle sul percorso:
– Siena
– Grancia di Cuna - Ristoro sul percorso: bar, alimentari e fontanelle appena partiti in centro a Siena, bar a Isola d’Arbia, bar/alimentari/ristoranti al termine della tappa a Ponte d’Arbia
Dove dormire a Ponte d’Arbia lungo la Via Francigena
- Centro Cresti (Via Cassia, Ponte d’Arbia)
A donativo con uso cucina
www.centrocresti.it +39 327 7197439 - Affittacamere Martelli – Casa del Pellegrino (Via Cassia, sul ponte di Ponte d’Arbia)
20€ mostrando la credenziale (soggiorno minimo 2 persone) / 30€ doppia uso singola
Colazione,biancheria, Wi-Fi e bagno privato
www.affittacameremartelli.altervista.org +39 0577 806262
Alternative a Ponte d’Arbia nei dintorni della Via Francigena
- Airbnb: questo sito offre un’ottima alternativa alle accoglienze pellegrine. Sul sito si puo’ fare la ricerca dell’alloggio cercando sulla mappa, rendendo così più facile selezionare gli alloggi che sono sulla Francigena. Se vi iscrivete seguendo questo link (www.airbnb.it/c/fraise) avrete anche 25€ di sconto sul vostro primo alloggio spendendo più di 65€ (e noi riceveremo 15€ spendibili sul sito…perciò GRAZIE da Tips4tripS!)
- Affittacamere il Pozzo (Via Cassia Sud, 302 Isola d’Arbia)
+39 348 2937126
Dove dormire a Buonconvento (5 km dopo Ponte d’Arbia) lungo la Via Francigena
-
Parrocchia SS Pietro e Paolo (Via del Sole,13)
+39 0577 806089
Alternative a Buonconvento nei dintorni della Via Francigena
- La Sosta a casa di Anita (Via del sole, 80)
Pagina Facebook +39 3405989804 - Agriturismo Pievesprenna (Loc. Pieve Sprenna, Serravalle)
www.pievesprenna.com +39 0577 808422 - Agriturismo La Ripolina (Loc. Pieve di Piana)
www.laripolina.it +39 335 5739284
Grazie per le foto e il dettagliato resoconto. Lo scorso ottobre ho fatto la Francigena Ultramarathon da Siena ad Acquapendente e ho fatto il pieno di emozioni e sensazioni, come aver la tessera gratis per tutte le attrazioni di un luna park.
Vi seguirò nel vostro camminare fino a Roma perché mi piace molto come scrivete e le foto che pubblicate.
Giusto fra un mese partirò anch’io.
Buona passeggiata! (il “buen camino” lo lascio agli spagnoli)
Grazie a te Piero per le belle parole! E complimenti, la Ultramarathon dev’essere veramente un’esperienza fantastica, ma richiede una preparazione non indifferente! Che tappe percorrerai fra un mese? In Primavera i paesaggi saranno sicuramente ancora più belli!
Allora…buona passeggiata!
Grazie! Parto dalla soglia di casa, a Torino, fino a Roma. Non ho molto tempo a disposizione, per cui conto di viaggiare spedito e unire le tappe più corte. Questa stagione ha lo svantaggio della maggior pioggia, ma non c’è ancora tutto il verde che “chiude” la vista nei tratti boscosi e non ci sono zanzare!
Che bello, anche noi siamo partiti da casa di Leonardo a piedi ed è stata una bellissima sensazione! Vedo che in tanti la stanno già percorrendo in questi giorni, quindi spero proprio che passato il freddo polare dei prossimi giorni inizi una bella primavera! Buona passeggiata e goditi ogni momento!!!