29.05.2016 – 14.06.2016
Viaggiare è bellissimo.
Viaggiare è libertà. Libertà di scoprire, di scoprirsi, di fare scelte dettate solo dal cuore e non dai doveri imposti dalla società. In questi mesi ci siamo sentiti liberi e felici come mai prima d’ora. Abbiamo realizzato non un sogno, ma tanti, tutti assieme, e adesso che sappiamo come ciò sia possibile non vogliamo più fermarci. Quando siamo partiti non sapevamo niente del viaggio che avremmo intrapreso. Volevamo visitare Buenos Aires, magari cercare lavoro qui e fermarci per un po’, ma poi…poi il viaggio ci è entrato nelle vene e ci ha spinto verso luoghi nuovi, alla ricerca di continue avventure. Abbiamo conosciuto persone stupende in Brasile, siamo riusciti ad entrare appieno dentro la cultura dell’Argentina, ci siamo innamorati follemente del Cile e di tutte le sue facce ed è stato bellissimo sbalordirci come bambini davanti alle meraviglie della Bolivia.
Adesso siamo qua, su di un pullman notturno diretto ad una delle città più conosciute del Pianeta. Per molti è la prima cosa che viene in mente se dici Sud America e tutti quelli che non ci sono ancora stati probabilmente lo hanno inserito nella propria lista dei desideri. Manca davvero poco e grazie al nostro vagabondare riusciremo a raggiungere Cusco, la città che ci aprirà le porte per esplorare uno dei luoghi più magici del Sud America. Dopo le Cascate di Iguazú e il Cristo di Rio un’altra meraviglia del Mondo ci attende: Machu Picchu. O almeno pensavamo che così fosse, perché in realtà Cusco ci ha aperto le porte per altri due posti stupefacenti. Da qui abbiamo infatti raggiunto anche l’Amazzonia (un’altra delle sette meraviglie naturali) ed un luogo che ha superato di gran lunga Machu Picchu nella nostra classifica personale. Curiosi di sapere tutto e subito? Ci spiace, ma a noi piace raccontare le cose con ordine, come se anche questo articolo fosse un viaggio da intraprendere. Perché, se te ne fossi scordato,
Viaggiare è bellissimo.
Benvenuti a Cusco
E quindi ritorniamo sul nostro bel pullman notturno. Vi ricordiamo che anche qui in Perú, come in Bolivia, prima di partire su di un mezzo interregionale è obbligatorio pagare la tassa del terminal (sono solo 3 Soles, ma che boiata). Messi comodi l’autista passa con una telecamera per riprenderci uno ad uno, scandendo ad alta voce anche il numero del nostro sedile. Noi chiediamo chiarimenti e ci viene detto che è fatto per possibili rischi di rapine o…rapimenti. Le storie che ci sono state raccontate dopo su cose realmente successe a bordo di alcuni pullman preferiamo risparmiarvele. Buon viaggio anche a lei signor autista!
Il mezzo inizia a mettersi in cammino e sempre da più lontano salutiamo la bianca Arequipa che ci ha ospitato nuovamente di ritorno dal tour di due giorni nel Canyon del Colca. Il viaggio in 10 ore sarebbe dovuto arrivare a destinazione. Siamo così eccitati che è difficile chiudere occhio e dormire diventa un lusso. Le ore diventano 12, ma a noi basta vedere la scritta “Bienvenidos a Cusco” per scordarci del ritardo.
Che bello, ci sembra un sogno. Se stiamo dormendo per favore non svegliateci, anche perché stanotte non abbiamo chiuso occhio!

Ma allora si scrive Cusco o Cuzco?
Il nostro alloggio (temporaneo) a Cusco
Siamo alla stazione di autobus di Cusco e prima di addentrarci nella storia del glorioso impero Inca ci godiamo un’abbondante colazione al bar del terminal insieme a due ragazze olandesi conosciute nel tour del Colca e ritrovate sul nostro stesso pullman poche ore dopo. Già che ci troviamo tutti e quattro nella stessa situazione decidiamo di fare anche il viaggio in taxi insieme (fino in centro sono 10 Soles in tutto). Alla scelta dell’ostello le nostre strade si dividono, ma chissà, forse le rincontreremo nuovamente. Noi abbiamo prenotato una notte all’ostello “Caja Magica”, un posto che di magico scopriremo avere solo il nome.
Arriviamo in Plaza San Blas e il taxi dice di non poterci portare più vicino di così all’ostello; la Cassa Magica si trova dietro l’angolo, “a una o dos cuadras” da lì. Ecco, ci risiamo…quando in Sud America dicono così preoccupatevi. Dovete sapere che, invece di usare i metri, i latinoamericani usano le cuadras (una cuadra da noi sarebbe un isolato) e dovete anche sapere che, puntualmente, le sbagliano. Dopo aver fatto su e giù per scale e vicoli belli (ma-basta-vogliamo-arrivare) riusciamo finalmente a trovare l’ostello.
Un alloggio non molto promettente
I problemi purtroppo non sono finiti qui. Il ragazzo della reception è uscito a far baldoria la sera prima e adesso giace in stato di coma etilico su un divano. La madre, dopo aver provato a risvegliarlo a forza di ceffoni (senza risultato), deve prendere il suo posto. Peccato che di internet ci capisca quanto noi di fisica aerospaziale. Cosicché la nostra prenotazione non si trova e ci viene comunicato che tutte le camere doppie (avevamo prenotato una matrimoniale) sono occupate. Avevamo prenotato su Booking.com, le mostriamo la prenotazione, ma l’unica offerta che riesce a farci è quella di un letto in camerata. Non abbiamo problemi a dividere la stanza con altri, ma solo se questo significa risparmiare, altrimenti non ha senso. Insomma, dopo discussioni varie riusciamo ad avere un letto a castello in una camera da tre dove il terzo, per fortuna, non arriverà mai (prezzo 30 Soles a testa). Se il buongiorno si vede dal mattino…

Se non siete amanti delle salite odierete con tutto voi stessi Cusco
La festa tipica di Cusco…su internet
Per fortuna appena sistemate le nostre cose tutto riprende colore ed il patio bello verde, la cucina ben fornita, l’ottimo Wi-fi e ogni pianta e oggetto posti con cura ci fanno pensare che non c’è poi andata così male. E poi la colazione è compresa nel prezzo e ce la fanno fare anche ora che siamo appena arrivati. Così, per rilassarci un po’, ci beviamo un mate mentre mordicchiamo (rullo di tamburi) pane, burro e marmellata. Nemmeno il tempo di accorgerci che ci stiamo rilassando che il figlio minore della donna (non quello ubriaco, lui sta ancora dormendo sul divano) decide che le 8:30 di mattina sono il momento perfetto per una lezione di cultura e folklore cuzqueño. Ci mostra così i video del Corpus Christi, una festa tipica di Cusco dove alcuni uomini portano sulle spalle grandi statue di 10 santi e 5 vergini. Gli uomini spostano le statue da una chiesa all’altra nel centro della città e assumere questo ruolo di “portatore” ha una grande importanza. Il ragazzino ci dice che il suo sogno è proprio quello di riuscire un giorno a diventare uno di loro. Non contento, dopo averci mostrato gli ultimi 10 anni di questa festa, continua imperterrito a cercare video su Youtube di feste di cui sinceramente non ricordiamo il nome. I video sono belli, ma obbiettivamente un po’ ripetitivi e con una scusa riusciamo a defilarci. Ci piace da impazzire scoprire le diverse feste e celebrazioni degli altri Paesi, ma c’è un’ora giusta per tutto!
La storia di Cusco
Finalmente. È giunto il momento di visitare il centro della città di Cusco. Prima però, come ogni blog che si rispetti, vi diamo qualche cenno storico sul posto. Cusco (in spagnolo Cuzco e in quechua Qosqo) è per la Costituzione peruviana la capitale storica del Paese, ma, cosa molto più importante, è stata capitale dell’Impero Inca. Finita nelle mani degli spagnoli, la città iniziò a perdere il suo fascino misterioso cosicché Chiese, palazzi e piazze in stile barocco e neoclassico andarono a sostituirsi agli elementi più caratterizzanti della cultura Inca. Questo interessante mix culturale ha fatto sì che le strade cuzqueñe diventassero uno dei luoghi più turistici del Perú, nonché patrimonio UNESCO sin dal 1983. Per questi ed altri motivi è anche conosciuta come la “Roma de América” ma noi, vedendola, non sappiamo precisamente a quale Roma si riferiscano.

Una tipica giornata nella piazza principale
La nascita di Cusco
Curiosa la storia della nascita di Cusco secondo la quale Manco Cápac e Mama Ocllo (figli del Dio Sole), uscendo dal lago Titicaca (più precisamente dall’Isla del Sol che noi abbiamo visitato), lanciarono una sfera d’oro con la promessa che dove si sarebbe fermata avrebbero fondato un nuovo “pueblo”. Indovinate un po’ dove si fermò? E così, nel XIII secolo, Cusco diventò sì capitale dell’Impero Inca, ma anche (almeno così sembra per gli studiosi) la città abitata più antica di tutta l’America. Bravi nel costruire e misteriosi quanto vi pare questi Inca, ma in Europa nel XIII secolo nascevano le Banche ed in Italia un certo Dante Alighieri, tanto per fare un esempio.
Questa è solo una piccola parte della storia di Cusco, il resto lo abbiamo scoperto giorno dopo giorno, visitando i posti di persona. Perciò sì, vi toccherà leggere ancora un po’…
Itinerario per farsi un’idea del centro di Cusco
Il quartiere di San Blas
Il nostro ostello si trova nel caratteristico quartiere di San Blas (ottimo posto per prenotare un alloggio poiché centralissimo) dove si concentrano laboratori e negozi di artigiani che sommati alle stupende strade irte e strette, con antiche case ai lati, lo rendono una delle zone più pittoresche della città. Dopo pochi passi incontriamo la parrocchia più antica di Cusco edificata nel 1563 (scusate, ci vien da ridere)e percorrendo la centrale Calle Hatun Rumiyuq, la strada visitata da più turisti, facciamo il primo incontro con la cultura Inca: davanti a noi l’enorme palazzo appartenuto al sovrano Inca Roca (adesso Palazzo dell’Arcivescovile e Museo di Arte di Cuzco). Ma a nessuno dei turisti sembra interessare l’edificio, anzi, più di una decina di persone sono in fila davanti al muro di pietra che circonda il palazzo in attesa della propria foto. Incuriositi ci avviciniamo e capiamo il perché. Incastrata alla perfezione nella parete si trova la famosissima pietra dai 12 angoli. Da questo subito si puo’ notare la maestria degli Inca nello scolpire ed incastrare piccoli e grandi massi tra loro in modo del tutto asimmetrico. Esistono però tantissime altre pietre Inca dai 12 angoli e ancora più grandi e belle, ma quando una cosa va di moda è più facile meravigliarcisi davanti. Vero turisti?

La “nostra” San Blas

La star di Cusco! È stata atto di vandalismo pochi anni fa ma è stata riportata a nuovo. Comunque non vi sembra uguale a tante altre pietre?
La Plaza de Armas di Cusco
Da qui in pochi passi raggiungiamo Huacapata (“luogo sacro” in Quechua), la piazza principale della città. Gli Inca avevano provato a cambiare nome al piazzale, almeno per una volta, ma solo pochi anni dopo il nome è diventato Plaza de Armas, come tutte le piazze principali del Sud America. Non avessero a confondersi gli spagnoli! Qua si ergono la bellissima Cattedrale, che è possibile vedere da qualsiasi angolo della piazza, e la Chiesa de La Compañía, considerata una delle principali rappresentanti dello stile barocco nel continente americano. Oltre a questo, in Plaza de Armas non mancano panchine, aiuole verdi, fontane (con sopra un monumento all’Inca), negozi, ristoranti, agenzie turistiche e tante, tante, ma tante, persone a piedi. Ed il bello è che la maggior parte non sono turisti.

Soltanto passandoci davanti vi farà tornare il sorriso
Il mercato di San Pedro
Il tempo in questa città ricca di storia e di cose da vedere scorre veloce e ogni angolo nasconde qualcosa da esplorare. Camminiamo a caso, come ci piace tanto fare e passato l’arco Santa Clara, posto poco dopo Plaza San Francisco, ci sembra quasi di tornare indietro nel tempo. Dalle modernità del centro, dove s’incontrano molte persone in giacca e cravatta, ci ritroviamo nel bel mezzo del mercato di San Pedro. Qui si respira aria di vero Perú! Ma anche di carne non tanto fresca. La nostra attenzione viene richiamata da un signore che con un machete taglia a grande velocità e alla perfezione canne da zucchero. Non lo sapevamo, ma la canna da zucchero così tagliata è un ottimo spuntino. Per 4 Soles ce ne taglia una grande quantità, così tanta che dopo un po’ siamo stanchi di masticarla. Ma è così buona e dolce, cosa possiamo fare allora? Ma certo! Ad un altro banchetto un ragazzo, con un apposito macchinario, frulla i nostri pezzi di canna da zucchero ricavandone un succo dolcissimo che ci restituisce in un pratico sacchettino con tanto di cannuccia. Una bevanda naturale super dissetante pronta all’uso.

La “porta del tempo”, l’Arco Santa Clara

Nella zona di San Pedro esiste anche un mercato al chiuso, ma quello all’aperto ha tutto un altro fascino

Macchine rudimentali ma che sanno fare il loro lavoro. Succo di canna ottimo!
Come tutti i mercati del Sud America (evitando sapientemente i reparti che espongono carne) anche questo ci affascina e ci fa desiderare di trovarne simili anche da noi. E invece no, ci dobbiamo accontentare di tutti quei centri commerciali pieni di persone tristi che corrono avanti e indietro. Ci affascina così tanto che proviamo quasi tutto quello che troviamo, tanto che arrivata l’ora della cena siamo già pieni.
Vecchie amicizie italiane ritrovate a Cusco
La sera abbiamo appuntamento con Elena, un’amica che Leonardo ha conosciuto quando viveva in Spagna. Elena è qui con un progetto di volontariato in una ONG peruviana e vive a Cusco da quasi un anno. Chi meglio di lei puo’ darci indicazioni sulle cose da fare e da vedere? Ma non solo, è così gentile anche da ospitarci a casa sua (insieme ai suoi tre coinquilini italiani) per i restanti giorni che trascorreremo in città, senza volere niente in cambio. Visto quanto abbiamo calcolato di spendere per i tour da fare qui, sia benedetta Sant’Elena! Cosicché ci ritroviamo con Elena e Giampiero, uno dei suoi coinquilini, per bere qualcosa e ascoltare un po’ di musica al “KM 0”, sempre in zona San Blas. È qui che scopriremo l’unica e inimitabile bevuta peruviana (anche se i cileni dicono che è loro), il Pisco Sour. Se non la conoscete provatela, è deliziosa! Peccato che il Pisco si trovi solo da queste parti o su internet, ma con spese di spedizione proibitive. Finita la bella serata ci separiamo da Elena e Giampi; stanotte dormiamo nella “Caja Magica” ma domattina è già tempo di traslocare.

Che strano ritrovarsi in Perú
Informazioni rapide su Machu Picchu
Il giorno seguente è un giorno di organizzazione. Ci siamo già appropriati del nostro lettone nel nostro nuovo alloggio (grazie ancora Elenona!) e adesso dobbiamo decidere come e quando raggiungere Machu Picchu in primis e poi dobbiamo anche prenotare i vari tour che vogliamo fare dentro e fuori Cusco. Scopriamo subito che si puo’ arrivare a Machu Picchu in tantissimi modi: a piedi, in bus, in treno o con un tour organizzato. Ognuno di questi ha tempi diversi e prevede una spesa diversa. Noi li abbiamo analizzati tutti attentamente e alla fine abbiamo optato per il treno (mezzo più sicuro rispetto agli autobus, anche se molto più costoso). Il treno arriva fino ad Aguas Calientes e da qui si puo’ proseguire a piedi o in bus fino alla cima dell’antica città Inca. Spiegare tutto adesso sarebbe impossibile. Trovate quindi tutti i dettagli del tour a Machu Picchu nell’apposito articolo! Unico particolare che possiamo svelarvi subito è la spesa: ingresso Machu Picchu, guida turistica, treno per Aguas Calientes e biglietto per la Montaña Mapi ci sono costati più di 180€ a testa.
INCA…RI ASSERPENTATI!

Con tutto quello che lo abbiamo pagato pensavamo che almeno volasse
L’indispensabile “Biglietto Turistico” di Cusco
Per visitare le numerose attrazioni che la città offre abbiamo deciso di acquistare il Boleto Turistico che costa 130 Soles (oppure 70 soles se siete studenti anche non sudamericani), è valido per 10 giorni ed include l’ingresso in 14 (in principio erano 16) siti archeologici o musei. Potete anche decidere di non acquistarlo ma ATTENZIONE: Sacsayhuaman, Pisaq, Ollantaytambo e Chinchero possono essere visitati solo se si ha il biglietto turistico (non esiste la possibilità di pagare solo l’ingresso singolo). Esiste anche la possibilità di acquistare un biglietto di costo inferiore (70 soles) valido per l’accesso ad un circuito fra i 3 proposti ma in questo caso la validità del biglietto è di solo 1 o 2 giorni. Ottima proposta per chi ha poco tempo a disposizione a Cusco. Ricordandovi che con il Boleto Turistico intero è possibile vedere tutti e tre i circuiti, che sono i seguenti:
Circuito 1 (biglietto con validità 1 giorno):
√ Saqsayhuaman
• Qenqo
• Puka Pukara
• Tambomachay
Circuito 2 (biglietto con validità 2 giorni):
√ Museo di Arte Contemporanea
√ Museo di Storia Regionale
√ Museo di Qorikancha
√ Statua di Pachacutec
• Parco di Tipon
• Parco di Pikillacta
Circuito 3 (biglietto con validità 2 giorni):
√ Pisaq
√ Ollantaytambo
√ Chinchero
• Moray
* Le attrazioni con accanto la spunta (√) sono quelle che noi abbiamo visitato e che troverete riportate nell’articolo. Quindi, continuate a leggere!
Il Boleto Turistico puo’ essere acquistato in uno dei 14 luoghi inclusi nel biglietto oppure:
- Counter Central (Avenida El Sol 103, Galerías Turísticas)
- Oficina de Información Turística (Calle Mantas)
Il Centro Qosqo di Arte Nativa di Cusco
La sera stessa abbiamo usufruito del biglietto turistico per assistere ad una spettacolo di balli tradizionali al Centro Qosqo de Arte Nativo che da lì a pochi giorni non sarebbe più stato possibile vedere con questo biglietto (l’altro posto eliminato è il Museo di Arte Popolare). Nessun timore, se volete andare a vederli lo stesso, basta pagare il normale ingresso. Che dire dello spettacolo al centro Qosqo? Preso posto a sedere si aspetta l’apertura del sipario del piccolo teatro. La presentatrice spiega uno dopo l’altro i balli tradizionali che andremo a vedere. I nomi sono difficili da ricordare ma vederli è molto piacevole anche se quasi due ore di spettacolo non sono molto facili da digerire. La cosa più affascinante della serata è il ritorno a casa dal “teatro”. In strada è notte fonda e sui nostri passi uno stupendo edificio illuminato ad opera d’arte si palesa. Si tratta del Qorikancha (in ispanico Coricancha) e del Convento de Santo Domingo. Appena scoperto che lo possiamo vedere addirittura gratis con l’oramai stranominato Boleto Turistico esclamiamo all’unisono «Dobbiamo andarlo a vedere per forza!»

Signori e signore…

…i balli tradizionali peruviani!

Ma la cosa più bella della serata è il Qorikancha illuminato
Tour al “Valle Sagrado”: iniziare a conoscere la civiltà Inca
Il giorno dopo. Siccome ieri avevamo speso poco, ci siamo permessi anche di fissare un altro tour per addentrarci finalmente nel cuore dell’Impero Inca. Oggi andiamo alla scoperta di Pisaq, Urubamba, Ollantaytambo e Chinchero. Il pacchetto completo è meglio conosciuto con il nome di “Valle Sagrado” e la spesa totale per il trasporto e guida personale ai siti archeologici è di soli 30 Soles a persona. Gli ingressi sono compresi nel Boleto Turistico. Se volete includere anche il pranzo a buffet (che noi abbiamo rapidamente escluso) il prezzo raddoppia. Non vogliamo spiegare il tutto nei minimi dettagli, ma possiamo dirvi che con questo tour si scoprono siti archeologici magnifici. Il tempo a disposizione per gustarseli però è risicato. È possibile vedere ognuno di questi posti anche per conto proprio, ma bisogna avere a disposizione più giorni. Se siete interessati basta andare al Centro Turistico in Calle Mantas dove dei ragazzi gentili e preparati risponderanno a tutte le vostre richieste.
Prima tappa: Pisaq, il villaggio di pietra
Il ritrovo per il tour è la mattina in Plaza Regocijo. La prima fermata è ad un mercatino poco fuori Cusco. Alle bancherelle non troviamo niente di interessante e ben presto ci facciamo riaprire la porta del bus per un pisolino. La seconda fermata è sempre per vedere delle bancarelle, al “mercado de Qorao”, posto molto turistico. Da qui visitiamo anche una gioielleria, tappa molto da tour organizzato, dove ci mostrano minorenni maneggiare con destrezza minuscoli pezzi di oro per la creazione di collane e cose varie. Non un buonissimo inizio, diciamo.

Mai sentito parlare di sfruttamento minorile?
Arriviamo però a Pisaq e davanti a noi la prima grande, enorme, costruzione incaica. Un piccolo villaggio costruito con pietre sapientemente incastrate l’una con l’altra e circondato da terrazzamenti dalle dimensioni smisurate. Gli autoctoni amavano lavorare la terra e con questo “progetto” di alta ingegneria potevano coltivare quello che più piaceva loro. Sfortuna però vuole che a quelle altezze così elevate l’uniche cose che crescono forti e rigogliose sono mais e patate. Forse è proprio per questo che in Perú esistono tutt’oggi 3000 tipi di “papas” e 120 di mais. Il tempo che ci lasciano liberi, come già detto, è troppo poco e fatti due passi e qualche foto è già l’ora di ripartire. Fateci l’abitudine, in questi tour si passa più tempo sulle quattro ruote che sulle proprie gambe.

Pisaq, che spettacolo!

I “gradoni” sono stati costruiti con un dislivello tale da poter creare un diverso microclima in ognuno di essi. Condizione necessaria per coltivare diverse colture.

Vista che si ha dal “Sector Q’allaqasa” (3.514 m s.l.m.)

Beh?
Una lunga pausa pranzo ad Urubamba
Quando però si tratta di fermarsi a mangiare il tempo non è più un problema. E così succede alla nostra successiva fermata, Urubamba. Niente da vedere, soltanto una stradona tutta dritta con ai lati case, negozi e sopratutto IL ristorante buffet. Tutti salgono per accomodarsi, noi ci accontentiamo di un bar e una panchina dove c’è un minimo di verde, anche perché qua a Urubamba da vedere non c’è proprio niente.
Seconda tappa: il Parco Archeologico di Ollantaytambo
Dopo un’ora e mezzo, dopo che tutti hanno pranzato con calma, è il momento di andare verso Ollantaytambo, uno dei più bei Parchi Archeologici del Sud America. Pensare che a Pisaq ci hanno fatto stare lo stesso tempo che hanno poi impiegato per il pranzo ci fa tanta rabbia. All’entrata chiediamo subito una mappa perché vogliamo scoprire tutto di questo magnifico posto. È veramente straordinario vederlo da così vicino. La mappa ci viene data (e ci sono tantissime cose da vedere qui dentro) ma il tempo è sempre quello: una ora e mezzo, né un minuto in più né uno di meno. E la prima mezz’ora la “perdiamo” fermi in un punto con la guida che ci spiega le cose. Bene…
Con una sola ora a disposizione è impossibile visitare tutta l’enorme zona monumentale e quindi dobbiamo accontentarci di un piccolo giro che ci lascia con l’amaro in bocca.

Il circuito turistico è enorme e pieno di cose da vedere

Peccato che noi siamo dovuti rimanere fermi in questo punto per mezz’ora

Ollantaytambo da qualche gradino in più. Ma sulla montagna non notate niente di strano?

Quello che vedete è uno storico “magazzino” che gli Inca avevano costruito e che usavano per conservare i loro prodotti. Le cose facili a loro non piacevano.

A grande velocità riusciamo a raggiungere l’Inkamisana. Niente di che, ma la vista è stupenda.
Un consiglio per la tratta Ollantaytambo – Machu Picchu
Arrivati ad Ollantaytambo avremmo potuto proseguire con il treno per Aguas Calientes (la cittadina ai piedi di Machu Picchu) così da non perdere un altro giorno per arrivarci. Ma vi sareste fidati voi di un peruviano che per vendervi il tour vi garantisce che all’orario di partenza del treno sarete alla stazione? Se la risposta è sì, beh, è la risposta sbagliata. Noi non ci siamo fidati e abbiamo fatto bene perché siamo arrivati due ore dopo. Se quindi vi venisse la nostra stessa idea vi consigliamo invece di dividere i due tour e, questo vale in generale, di non fidarvi dei peruviani.
Terza tappa: le terrazze di Chinchero
Abbiamo poi continuato per l’ultima tappa, Chinchero. Ancora terrazzi e ancora la guida che perde troppo tempo a spiegare cose già dette e ridette. Mentre sta ancora parlando noi ci separiamo dal gruppo e saliamo qualche scalino fino alla piazza centrale del paese. Uno spettacolo. Decine e decine di “cholitas” peruviane che tessono dei bellissimi prodotti che nel frattempo espongono davanti a loro per cercare di trovare qualche acquirente. Torniamo nel gruppo per paura di perderlo, sapendo tanto che saremmo ripassati di lì tutti insieme. E invece no. Dobbiamo andare perché è tardi e ci aspetta una dimostrazione super-turistica di come in Perú riescano a colorare la lana in modo naturale. Non ci vogliamo credere…

I terrazzamenti di Chinchero non fanno gridare al miracolo

Per fortuna la piazza ci regala un “panorama” che non avevamo mai visto fino ad ora. Soltanto che dobbiamo lasciare di corsa il tutto…

…per andare a vedere questa mezza buffonata

Anche se è molto bello capire come da questi prodotti naturali si possa arrivare a colorare in tutte le sfumature possibili

L’unica nota positiva della fuga dalla piazza di Chinchero? Questo tramonto!
E niente, il tour finisce così.
Due luoghi fuori Cusco che meritano sicuramente una visita
Ci svegliamo con la testa già a domani, dato che oggi partiremo per Aguas Calientes e, dopo aver alloggiato una notte lì, saliremo all’atteso, magico, fantastico, sacro, spirituale, misterioso, Machu Picchu! Ma sarà stato davvero così? Vi rimandiamo al link del nostro articolo per scoprirlo. Nel viaggio in bus fino ad Ollantaytambo (il terminal per arrivare qui è in Calle Pavitos) conosciamo una coppia di argentini che tra un discorso e un altro ci dicono che ieri sono stati a Moray e adesso stanno andando alle Salineras. Per motivi personali li aggiungiamo su Facebook e la sera scopriamo dalle loro foto che questi due posti sono di una bellezza incredibile e molto differenti da quelli del Valle Sagrado. Noi non ce la faremo ad andarci, ma se voi aveste tempo un pensierino fatecelo.

È lui o non è lui? Certo che è lui!
Siamo rientrati a Cusco a notte fonda. A causa dell’emozione o, più probabilmente, per la fatica, Leonardo ha la febbre alta e, senza nemmeno avere le forze di raccontare a Elena e agli altri l’esperienza si butta sul letto, addormentandosi in due secondi, nella speranza che l’indomani sia tutto passato (per Leo la miglior medicina al mondo è il dormire).
Il Museo Inca Qorikancha
Ma niente, all’alba la febbre è ancora fra noi. Meglio non strafare oggi, quindi ci limitiamo a visitare il Museo del bel Qorikancha e il gigante monumento all’Indio (Pachacutec). Arrivati davanti il Qorikancha scopriamo però che il Boleto Turistico non l’avevamo capito appieno e che quindi possiamo entrare gratis solo al museo sotterraneo dalle dimensioni di un monolocale. Entriamo, facciamo un giro veloce e riusciamo. Ma ormai la voglia è tanta e quindi paghiamo 15 Soles (molto di più se si vuole la guida) ed entriamo nel vero Qorikancha, ovvero sotto il Convento de Santo Domingo.

Stavolta non potevamo far vincere la nostra tirchiaggine
Questo famoso sito archeologico si trova sotto un Convento perché è stato ritrovato soltanto “grazie“ ad un terremoto che ha aperto le fondamenta del Santo Domingo e gli occhi a molti archeologi. Qui fra tante cose è stato ritrovato anche un tempio Inca, diventato il più importante della città. Una visita in questo posto è d’obbligo e la vista nell’affacciarsi dal terrazzo che da sull’esterno è la ciliegina sulla torta. Tutto molto bello. La cosa più curiosa però è un’ altra. Grazie alle informazioni dateci dal nostro amico peruviano Julio (come Julio chi? Leggetevi l’articolo su Iguzú allora) riusciamo a trovare l’unico errore che hanno fatto gli Inca nel corso della loro storia. Vi avevamo detto che questo popolo si destreggiava nell’incastrare alla perfezione le pietre fra loro. Qui non ci sono riusciti.

Terrazza con vista

Le due pietre combaciano male? Nessun timore, basta fare una lunghissima ma minuscola pietra (grossa quanto l’unghia di un dito) per riparare all’errore, no?
La Statua Inca di Pachacutec
Ora siamo soddisfatti e Leo si sente già meglio, ma non meglissimo. Adesso tocca alla Statua di Pachacutec che si trova alla fine dell’Avenida del Sol (la strada principale della città). C’è un po’ da camminare e al nostro arrivo la statua non ripaga di certo le nostre fatiche. Ma già che siamo qua presentiamo il nostro Boleto Turistico e saliamo fino all’ultimo piano dove si esce all’aria aperta, ai piedi del possente Imperatore Inca. Niente di straordinario ma se avete come noi il biglietto turistico andateci senza tanti ripensamenti.

Pachacutec, la vista te la potevi scegliere meglio però…
Ora siamo stanchi, così stanchi che per tornare a casa prendiamo un taxi. Anzi no, ci facciamo lasciare in Plaza de Armas che c’è presa voglia di un altro tour da fare domani.
La straordinaria Montagna Arcoiris
L’indomani Leonardo non è ancora guarito del tutto (febbre a 38,5°), ma alle 3:00 un bus ci passa a prendere per uno dei posti più belli e poco conosciuti visti fino ad ora. Se Machu Picchu è un luogo carico di magia tanto quanto di aspettative, la Montaña Vinicunca (conosciuta ai più come Arcoiris) è un vero sogno ad occhi aperti. Ma anche per lei ci sarebbe da parlare troppo, meglio rimandarvi al link dell’articolo dove la fa da protagonista.

Non abbiamo usato nessun filtro. Meravigliosa, vero?
Il “ristorante” più famoso di Cusco
Torniamo da uno dei tour più belli del viaggio più contenti che mai e il giorno dopo, come per magia, la febbre è svanita. Siamo pronti ad usare al meglio il nostro Boleto Turistico in questi ultimi giorni. Oggi possiamo dormire anche di più, ma ci svegliamo comunque di buon’ora e ci mettiamo d’accordo con i nostri “coinquilini” per una colazione/pranzo tutti assieme. Il posto che scelgono è il Jack’s Cafe. Sicuramente non l’avrete mai sentito nominare ma appena verrete a Cusco sarà il primo bar/ristorante che vi risalterà all’occhio. File interminabili in attesa di entrare non si vedono in nessuno dei musei della città, soltanto qui. Per fortuna noi siamo con persone del posto che sanno che è meglio prenotare la mattina presto e così arriviamo e ci sediamo. Ordiniamo dei toast e dei panini (giganti) che scopriremo essere esageratamente buoni. Per non parlare del caffè; quanto tempo che non bevevamo un espresso fatto come si deve! Ora iniziamo a capire un minimo la fila fuori. Unici nei? I prezzi non da Perú (ma non sentirsi male il giorno dopo non ha prezzo), il conto da pagare solo in contanti e, per gli amanti di internet, non c’è il Wi-fi. Per il resto da provare sicuramente, soprattutto se stanchi della solita colazione sudamericana.
Divertenti curiosità di Cusco
Usciti di lì andiamo a digerire in un mini parco insieme a Elena e dopo un bel po’ di chiacchere ci dividiamo. Lei deve fare delle commissioni e noi dobbiamo goderci al meglio questi ultimi giorni a Cusco. Siamo qua già da tanto tempo, ma fare una passeggiata per le vie del centro è sempre di nostro gradimento, soprattutto perché c’è un particolarità di questa città che adoriamo: nelle strade principali si trovano negozi di souvenir, agenzie turistiche, centri estetici, tatuatori e alimentari. Tutto normale direte voi, ma se ci aggiungiamo che sono tutte attività di uno stesso negozio? Il solo pensiero di un centro estetico che fra una ceretta e l’altra vende viaggi o di un macellaio che dopo aver disossato un pollo usa gli ossi come filo interdentale da dentista ci fa morire dal ridere. E questa non è l’unica curiosità di Cusco…

C’è solo l’imbarazzo della scelta

In giro per Cusco si incontrano anche persone con indosso le maschere tradizionali della città

I cani qui (come in tutto il Sud America) vivono liberi senza padrone. E alla fin fine non sembrano stare così male.

Se siete amanti del tonno Cusco è il posto giusto. Peccato ci sia SOLO il tonno come tipo di pesce.
Cuy, il piatto tipico peruviano
La nostra girata turistica finisce in Plaza San Francisco e, come se avessero sentito la nostra pancia brontolare, hanno imbandito la piazza di bancarelle. Si sta svolgendo il “Tradicional Festival Gastronomico del Chiriuchu“. I venditori riempiono la piazza vendendo cibi e dolci tradizionali fatti in casa, non possiamo non assaggiarli. C’è anche il Cuy, il piatto forte della cucina peruviana. Cosa sarebbe? Da noi la conosciamo come cavia, o ancor meglio Porcellino D’India, e qui ne mangiano a tonnellate! Forse è da qui che Fiammetta ha iniziato a diventare vegetariana (oggi lo è al 100%) ma Leonardo è così curioso che lo vuole provare per forza. Dicono tutti che è una delizia, ma Leo non è del tutto d’accordo; poca carne e quella poca è piuttosto dura. E cosa berci con un piatto tipico peruviano? Ma certo, l’Inka Cola! Dovete sapere che il Perú fino a poco tempo fa non importava la Coca Cola poiché tutti preferivano questa dolciastra bibita gialla: l’Inka Cola. Anche Leo, dopo averla scoperta a Arequipa, non ne puo’ più fare a meno. Naturalmente la Coca Cola ha risolto il problema comprando la fabbrica che produce l’Inka Cola.

Alla vista non è da leccarsi i baffi ma il tutto non era per niente male. Ah, il pezzo di Cuy (uno intero costa troppo) è quello in altro a sinistra.
Il panorama su Cusco da San Cristóbal
Pasteggiato 100% peruviano iniziamo a prendere strade sempre più in salita. Vogliamo raggiungere la Chiesa di San Cristóbal poiché dalla sua piazza esterna si ha una bella vista su tutta la città. Ma non solo; a due chilometri (di bella salita però) dalla suddetta piazza si puo’ raggiungere facilmente il centro cerimoniale (non fortezza come molti dicono) Sacsayhuaman (3.600 m.s.l.m.). Se la salita vi spaventa nessun timore, esistono anche taxi o autobus che lo raggiungono.

Plaza de Armas vista da San Cristóbal
Alla scoperta del Sacsayhuaman
L’imponente sito archeologico è compreso nel Boleto Turistico e da solo puo’ valere tutta la spesa di quest’ultimo. Le dimensioni e le geometrie del posto sono veramente impressionanti e c’è bisogno di tempo (quasi un’ora e mezzo) per visitarlo tutto. Bellissima soprattutto la vista che si ha su tutta Cusco seguendo il cartello del “Mirador Point”. Sacsayhuaman è molto conosciuto anche tra i peruviani poiché la sua verde e ridente spianata è lo scenario centrale dell’ “Inti Raymi”, tradotto con “Festa del Sole”, la festività più grande del Perú. Le popolazioni incaiche veneravano, infatti, come loro principale divinità il Dio Sole. Se capiterete a Cusco intorno al 24 giugno sapete già cosa fare.

Qualcuno ha detto pietre giganti?

Qui ha luogo il culmine della “Festa del Sole”

Il “Mirador Point” si è conquistato la foto principale dell’articolo
L’altro punto panoramico di Cusco: il Cristo Blanco
Abbiamo ancora qualche energia da donare all’esplorazione e quindi dal sito di Sacsayhuaman camminiamo per altri 5 minuti fino ad arrivare al Mirador Cristo Blanco dove un altro punto panoramico ci sta aspettando e, non ci vogliamo credere, un altro Cristo Redentore uguale a quello di Rio ci attende a braccia aperte. Sarà già il quarto che incontriamo in questo viaggio! A parte questo particolare la vista da qui è meno bella del “Mirador Point” ma già che siete arrivati alla “fortezza” Inca potete passare anche di qua, no?

Ancora tu?

La vista di Rio però non si puo’ paragonare alla tua, ci spiace
Altri Musei della città
Il Museo di Storia Regionale
Gli ultimi giorni che ci rimangono li passiamo a zonzo per Cusco e tra pranzi fra amici, passeggiate di gruppo e spese collettive riusciamo a ritagliarci anche qualche momento per sfruttare il più possibile il nostro Boleto Turistico. Siamo partiti col visitare il Museo Historico Regional (Museo di Storia Regionale), ma rispetto ad altri musei visti in precedenza questo non è niente di eccezionale. Il museo si trova all’interno di un’antica casa coloniale dove ha vissuto anche l’Inca Garcilaso de la Vega, importante scrittore, figlio di un conquistador spagnolo e una principessa Inca. Se è il vostro primo museo sulla storia, l’arte e sugli artefatti Inca venite pure a vederlo, ma se già ne avete visti altri potete passare oltre che tanto più o meno espone e racconta cose che già avrete visto e rivisto sicuramente.

La corte interna del Museo Historico Regional
Il Museo di Arte Contemporanea di Cusco
Siamo entrati anche al Museo De Arte Contemporáneo (Museo di Arte Contemporanea), un minuscolo museo ma con un bellissimo patio con fontana. Le opere esposte sono approssimativamente 280 e sono tutte di rinominati artisti contemporanei, che però noi non avevamo mai sentito nominare (l’arte contemporanea non fa per noi). I quadri esposti però non sono niente male e quindi ci sentiamo di consigliarvi una visita veloce in questa piccolo ma interessante edificio.
Tempo dei saluti
Con la fine dei Musei finisce anche la nostra permanenza nella capitale Inca. Abbiamo passato quasi due settimane in quel di Cusco (ce ne siamo approfittati un po’ troppo della gentilezza di Elena) e possiamo dire ormai di conoscerla più che bene. Qui abbiamo provato emozioni forti, vissuto momenti intensi ed elaborato pensieri contrastanti su tutto ciò che abbiamo visto. Cusco e Machu Picchu non ci hanno certo lasciato indifferenti, ma adesso questa implacabile fame di emozioni ci spinge a proseguire.
Vi avevamo detto che da Cusco avremmo raggiunto due “Meraviglie”, ma la Montagna Arcoiris, INGIUSTAMENTE, non si è guadagnata ufficialmente questo “status”. La seconda Meraviglia, questa volta appartenente alla categoria “Meraviglie Naturali”, è l’Amazzonia! Vi ricordate che avevamo già provato a raggiungerla partendo dalla Bolivia, più precisamente da La Paz, senza però riuscirci? Bene, è giunto il momento del riscatto. Malaria non ti temiamo, Puerto Maldonado stiamo arrivando!

“Siamo a un passo dall’essere tutto”
Ah, una cosa che non vi avevamo ancora detto; Cusco è una città troppo turistica, quindi se venite qua e non avete dei lineamenti da peruviano iniziate a fare allenamento con i “No, gracias”. I venditori ambulanti di tutto-e-di-più, i procacciatori di turisti per le agenzie, gli estetisti, i tatuatori (ci hanno chiesto anche questo per strada) e chiunque abbia un qualcosa da vendere non vi daranno pace…MAI!