22.05.2016 – 24.05.2016
Come già detto altre volte, per noi la Bolivia è stata una grande sorpresa; oltre al tanto amato Salar de Uyuni questo Paese è riuscito a stupirci anche con i suoi paesaggi, con le sue “metropoli” Potosí, Sucre e La Paz (due delle quali sue capitali) e soprattutto con la gentilezza e la generosità che solo una Nazione così povera puo’ regalare. Il bello è che è già pronta a stupirci nuovamente…
Introduzione al Lago Titicaca
E così, dopo una settimana immersi nella movida paceña, siamo pronti a tornare nuovamente in contatto con cio’ che ci ha fatto innamorare di più del Sud America, la sua natura sfaccettata e a dir poco incredibile. A poco più di 100 km dalla capitale, infatti, si estende uno dei laghi più famosi al mondo che, volendo tesserne le lodi, è anche il più alto lago navigabile al mondo (3.812 m.s.l.m). Impossibile non averlo sentito nominare nemmeno una volta nella vostra vita. Lettori e lettrici, sì, la nostra prossima tappa sarà il Lago Titicaca.
Le sue acque bagnano sia la Bolivia che il Perù, trasformandolo in una dogana naturale fra i due paesi. Se poi ci aggiungete che fra le sue sponde si nascondono gioielli di inimitabile bellezza sembra messo lì apposta per noi (e per tutti quelli che dalla Bolivia vogliono passare in Perú). Grazie Pacha Mama!

Lo chiamano lago ma molte volte sembra più un bellissimo mare
La miglior scelta per conoscere il Lago Titicaca
Dopo aver studiato alcuni percorsi possibili per scoprire la costa boliviana del lago scegliamo come punto d’appoggio il paesino di Copacabana. No, non siamo tornati in Brasile! Qua in Sud America dovrete farci l’abitudine: trovare nomi originali è problematico. Presa la decisione non ci resta che trovare un trasporto per arrivarci.
Spostarsi da La Paz a Copacabana
Mai stato così facile trovare un mezzo di trasporto come a La Paz. Usciamo dalla nostra camera d’ostello, scendiamo una rampa di scale e all’entrata dello stabile una piccola ma organizzata agenzia di viaggi ci aspetta. Basta pagare 80 pesos boliviani ed un bus ci passerà a prendere addirittura sotto “casa” il giorno seguente: direzione Copacabana!
Sono le 06:45 in quel di La Paz e come da copione il signore dell’ostello ci chiama dicendoci che un pullman ci sta aspettando fuori dalla porta. Le curve non mancano mai, ma almeno stavolta l’autista è di quelli bravi e possiamo così goderci appieno il panorama, non accorgendoci nemmeno delle ore che passano.
Lo Stretto di Tiquina lungo il Lago Titicaca
Sono le 09:50 sull’Estrecho de Tiquina e noi dobbiamo separarci momentaneamente dal nostro pullman per salire su un motoscafo coperto che ci traghetterà sul lago Titicaca (Titikaka per quelli del luogo) fino all’altra sponda. Il nostro bus intanto viene caricato su un altro mezzo che all’apparenza sembra molto meno affidabile del nostro.

Abbiamo perfino pregato purché il pullman arrivasse incolume dall’altra parte…

Per il trasporto di persone sembrano molto più sicure
Da San Pedro de Tiquina a Copacabana
Raggiunta l’altra sponda, ovvero San Pedro de Tiquina, ci vuole un po’ di tempo prima che arrivi anche la barca con il nostro bus e così nell’attesa proviamo quanto più “fingerfood” boliviano possibile tra le varie bancarelle delle cholitas del luogo. Risaliti sul pullman accanto a noi troviamo due persone che prima non c’erano. In pochi secondi i due concitati turisti ci spiegano l’accaduto. Hanno tardato un po’ per riprendere i documenti (appena si arriva a San Pedro c’è un controllo di frontiera) ed il loro bus è ripartito senza aspettarli, portandosi via con sé le loro valigie. Con l’aiuto del nostro autista i due malcapitati riescono nella loro impresa e noi possiamo goderci le ultime ore di viaggio in tranquillità.
Sono le 10:35 in quel di Copacabana ed abbiamo raggiunto la nostra destinazione.

Eccoci a Copacabana. Ogni paese boliviano che si rispetti deve avere il mercatino…
Dove dormire a Copacabana
Nemmeno il tempo di scendere dal pullman che inquadriamo subito l’ostello che fa per noi: “Hostal Olas del Titicaca”. Non perché abbia qualcosa di eccezionale ma soltanto perché è a due passi dalla fermata del pullman (siamo un po’ stanchi) e ci hanno chiesto un prezzo onestissimo per notte (55 bolivianos per tutta la camera). Scopriremo poi che al suo interno avremo una camera matrimoniale con bagno privato, una cucina sulla terrazza con tanto di vista panoramica e che saremo vicini a qualsiasi punto d’interesse del paese. Possiamo quindi essere più che soddisfatti della scelta, una volta su dieci il nostro fiuto è infallibile!
Cosa vedere nella piccola Copacabana
Riposate le gambe su di un comodo materasso per alcuni minuti siamo già pronti a ripartire e la gentile ragazza che lavora alla reception ci spiega cosa c’è da vedere in questo piccolo ma incantevole paesino. Bastano una mappa, un po’ di spiegazioni e qualche “X” in qua e in là per farci tornare il sorriso e l’energia giusta.

Nel centro di Copacabana spicca la Cattedrale, impossibile non vederla
Le Isole Fluttuanti di Copacabana
Ci incamminiamo verso la prima méta e neanche il tempo di dire “Bau” che un simpatico amico-guida a quattro zampe si unisce a noi (il quinto in questo viaggio). Visto che ormai ci stiamo abituando molto bene alle usanze sudamericane, ci vengono in mente solo nomi originali, e il nostro nuovo cucciolone lo rinominiamo “Flotante” come “Las Islas Flotantes” alle quali ci stiamo dirigendo. Flotante ci guida per tutto il viaggio d’andata, attraversando con noi tutto il paese e percorrendo chilometri su chilometri. Dopo averne percorsi 7-8 sotto il sole raggiungiamo finalmente Las Islas Flotantes de Chañi ed il curioso Mirador del Inca.

Flotante è già pazzo di noi. E noi di lui!

Destinazione raggiunta: Islas Flontates. Anche se pensavamo fossero meglio…

Menomale che ci sono il Mirador del Inca e il nostro Flotante a tirarci sù il morale

Almeno la vista dal Mirador del Inca merita senza dubbio

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Navigare sul Lago Titicaca
Tornare indietro a piedi ora diventa un incubo ma per fortuna siamo capitati nel posto giusto all’ora giusta e troviamo una barca che ci traghetterà sul Lago Titicaca fino al porto di Copacabana, a pochi metri dall’ostello (10 bolivianos a testa). Peccato che ci sia il marinaio sbagliato ed i cani qua non siano ammessi; dopo varie coccole e foto assieme dobbiamo così abbandonare il nostro nuovo amico (è sempre brutto quando arriva questo momento). Flotante ci saluta con il classico musino triste di cane e noi facciamo altrettanto. Avremmo voluto portarvi tutti con noi in Italia!

La taxi-barca ci fa vedere Copacabana da un punto di vista inedito
L’imperdibile tramonto dal Cerro Calvario di Copacabana
Grazie al tempo risparmiato riusciamo a raggiungere Copacabana nel tardo pomeriggio, giusto in tempo per la nostra tabella di marcia. Il sole sta iniziando a calare e noi non ci vogliamo assolutamente perdere il classico tramonto nel punto panoramico più bello della città: vetta del Cerro Calvario aspettaci!

Non l’abbiamo scritto noi, però è bello che qualcuno ci pensi

Prima della cima del Cerro c’è anche il “Mirador Sagrado Corazon De Jesus”. Un punto panoramico che come potete vedere qui sopra è da non perdere.

Se tutti i panorami fossero così, potremmo vedere un tramonto a sera per tutta la vita
La salita è stata dura ma la discesa con il sole tramontato già da diverso tempo forse è ancora peggio. Tornati ai piedi del Cerro riusciamo a meravigliarci anche davanti alle decine di colori che il cielo riflette sul porto. Tempo di riprenderci dallo stupore che ci accorgiamo di aver fatto tardi e che ormai trovare un negozio aperto per fare spesa diventa difficile. Ma dai, stasera trattiamoci bene…andiamo al ristorante! Qui in Bolivia possiamo anche permettercelo.

Quando il buio inizia a calare vedere dove si mette i piedi non è facile
Dove cenare bene e a buon prezzo a Copacabana
Così mettiamo da parte per un giorno la nostra tirchiaggine e ci mettiamo alla ricerca di un ristorante con piatti appetitosi e prezzi non esorbitanti. È così che in una via principale di Copacabana troviamo il “Fogón de la Cabaña” che per soli 55 bolivianos ci fa gustare un ricco menù a base di zuppa, bevuta, dolce e il piatto forte del posto: la “trucha” (trota).
Stanchi morti e con lo stomaco più che pieno non vediamo l’ora di buttarci sul nostro lettone matrimoniale. Per fortuna durante la serata abbiamo già raccolto tutte le informazioni che ci serviranno domani per visitare la tanto decantata Isla del Sol, il pezzo da novanta del lago Titicaca. Non è necessario prenotare niente in anticipo, così ci godiamo la nottata di riposo per svegliarci freschi come non mai l’indomani e partire alla volta del porto.
Isla del Sol, tappa fondamentale del Lago Titicaca
Sono quasi le 8:30, ora di partenza per l’isola (niente paura pigroni ci sono partenze anche alle 13:30), e al porto ci danno il buongiorno decine di turisti in fila a fare i biglietti per le numerose bagnarole pronte per imbarcare passeggeri. Giusto il tempo di pagare il biglietto e comprare qualcosa per il pranzo che è già tempo di salpare.
Prezzi e informazioni generali per raggiungere Isla del Sol
Il biglietto andata e ritorno (anche se noi al porto per sicurezza abbiamo fatto solo l’andata) costa 50 pesos e il viaggio ha una durata di circa 2 ore per la punta Nord e 1 e mezzo per quella Sud. Tante direte voi, ma non preoccupatevi, il tempo passerà in un attimo grazie ai paesaggi che vedrete passarvi davanti. Come già detto, si puo’ scegliere se scendere nella parte Sud dell’isola oppure, come noi, a Nord. Qualsiasi parte scegliate potete a sua volta decidere se rimanere nella zona da voi scelta aspettando la prossima barca o incamminarvi per diversi chilometri verso la parte opposta dell’isola. Potete anche decidere se fare tutto in un giorno o dormire qui uno o più giorni (in ostelli, case o tende sulla spiaggia). In poche parole: a voi la scelta! Noi intanto vi raccontiamo quale è stata la nostra…

Difficile stufarsi di paesaggi così
L’arrivo nella parte Nord dell’isola
Sulla barca facciamo amicizia con alcuni ragazzi che come noi hanno deciso di scendere nella parte Nord, la più lontana, e camminare fino alla parte Sud. Tutto in un giorno. Quindi, quasi per inerzia, ci accorpiamo tutti insieme e sembra quasi scontato che faremo tutto il tragitto insieme. Appena scesi dalla barca nel porticciolo di Cha’llapampa un vecchio abitante dell’isola ci si avvicina per chiedere se avessimo bisogno di una guida per mostrarci e raccontarci le storie dell’isola, il tutto per 25 bolivianos a testa. Noi due iniziamo a farci un pensierino ma gli altri non sono della stessa idea e quindi preferiamo anche noi non contrattare la guida e fare da soli.
Il museo dell’Isla del Sol
Pochi passi e davanti a noi la prima tappa dell’isola, il Museo de Oro de la Ciudad Sumergida Marka Pampa. Il museo costa 10 bolivianos e noi senza pensarci due volte entriamo mentre gli altri del gruppo proseguono senza nemmeno prenderlo in considerazione. Meglio così, non sembravamo essere sulla stessa lunghezza d’onda. Nel minuscolo museo (ma pur sempre caratteristico) si trovano le storie sull’isola (si narra che da una roccia dell’isola, la “Roca Sagrada”, uscirono fuori Manco Cápac e Mama Ocllo, i fondatori di Cusco), vestiti di civilizzazioni passate, nonché oggetti ritrovati nei fondali della misteriosa città sommersa, posto che si trova molto vicino alla Isla del Sol e che si puo’ visitare con un semplice tour (che noi non abbiamo fatto e non sapremmo dirvi nemmeno quanto costava).
La spiaggia più bella dell’Isla del Sol
Una decina di minuti e siamo già fuori dal centro di Cha’llapampa, pronti per raggiungere l’estremo Nord. Pronti via…e già ci malediciamo di non aver portato la tenda con noi, dato che davanti i nostri occhi la Playa Las Sirenas ci lascia a bocca senza parole: su di una splendida spiaggia bagnata da acque turchesi si trovano diverse tende accampate dalla notte prima (ed il tutto è possibile farlo legalmente e gratuitamente). Peccato non averlo saputo prima.

Voi magari una tenda portatevela e godetevi tutto ciò
L’estremo Nord, la parte più interessante dell’isola
Ma non ci demoralizziamo ed iniziamo a salire e salire fino ad arrivare all’inizio del percorso; qui paghiamo il biglietto d’entrata di 15 bolivianos e possiamo partire. Vi diciamo subito che la passeggiata per raggiungere la punta Nord (noi con la barca siamo arrivati a Nord, ma non sulla punta dell’isola), è bellissima e piacevolissima e vi farà scoprire l’isola da tutti i suoi profili. Il percorso attraversa i campi coltivati, mai distanziandosi troppo dalla costa, permettendo di ammirare uno scenario vario e colorato che vi accompagnerà alla scoperta delle antiche rovine fino ad arrivare alla famosa “Roca Sagrada” dove troverete anche la “Mesa Ritual”, ovvero dove avvenivano i sacrifici umani per le divinità.

Che ci crediate o no sull’isola vi sono anche le scuole dell’obbligo

Oramai la tavola non viene più usata per i sacrifici umani, bensì per esporre souvenir

E arrivati davanti la Roca Sagrada vi accorgerete che è…nient’altro che una roccia

Alla vostra destra il villaggio Inca di Chinkana, mentre dritto a voi il Cerro Ticani

Dal vivo è tutto ancor più impressionante
Non c’è solo questo però, anzi. Per ammirare meglio il paesaggio abbiamo raggiunto la cima del Cerro Ticani lì vicino e vi assicuriamo che raggiungere 4.000 metri su di un’isola non è cosa da tutti i giorni. E poi, che vista…

Bella la vista da quassù, non trovate?

Si vede qualsiasi punto dell’isola
La parte centrale dell’Isla del Sol
Dopo aver esplorato il Nord dell’isola ci siamo incamminati verso il nostro traguardo, la punta Sud dove ci aspetta, o almeno speriamo, il villaggio dal quale prendere la barca per il rientro a Copacabana. Pochi chilometri ed un altro baracchino ci chiede di pagare un secondo biglietto per la parte centrale dell’isola (altri 5 bolivianos), percorso che all’inizio sembra tanto interessante quanto quello appena fatto ma che poi si rivelerà quasi sempre simile dato che passerete leggermente più all’interno dell’isola su di un percorso sempre dritto fra rocce e senza traccia di ombra. Sembrerà di non vedere mai la fine.

Qualcuno vede la fine, per caso?

No, a parte gli scherzi, dove è la fine?
La parte Sud dell’Isla del Sol
Per fortuna, al quasi raggiungimento della punta Sud, il paesaggio muta nuovamente e si tornano a intravedere le curve sottili e delicate dei campi lavorati. Ogni tanto dobbiamo fermarci e spostarci al lato della stretta strada per far passare le cholitas o i contadini assieme ai loro muli da soma, ma alla fine raggiungiamo il porticciolo più a Sud dell’isola, Escalinata (il villaggio più a Sud è invece Pilkokaina). Ospiterà sì e no 100 persone, ma è bello da morire. Sfortunatamente la nostra barca sta per partire e non abbiamo tempo di visitarlo con più attenzione.

Forse è per questo che il villaggio si chiama Escalinata
Arrivati al molo ci pentiamo di esserci diretti subito lì. Dopo aver comprato il biglietto del ritorno scopriamo infatti che la barca delle 15:30 (per fare tutto il percorso abbiamo quindi impiegato 5 ore tonde tonde) ha avuto dei problemi tecnici e bisognerà aspettare fino a che non arriverà una nuova barca (che non sappiamo di preciso a che ora arriverà). Passa “soltanto” un’ora e una nuova barchetta è pronta a riportarci a casa.
Il ritorno (da incubo) dall’Isla del Sol a Copacabana
Nel viaggio di ritorno ripensando alla bellezza dell’isola ci mangiamo le mani per non aver pernottato lì almeno una notte, un nostro errore che non ci perdoneremo facilmente. Anche perché in due giorni la visita dell’Isla del Sol sarebbe stata molto più piacevole. E poi a pensare al viaggio di ritorno che c’è toccato…anche la barca di riserva infatti non è appena uscita dal “carrozziere” e perde gasolio a dismisura. Stare sia fuori che dentro la cabina è da voltastomaco per colpa della puzza di petrolio che riempie qualsiasi spazio vitale. La peggiore ora e mezzo mai trascorsa su una barca. Ma con tutto quello che abbiamo visto su quell’isola possiamo anche chiudere un occhio…
P.S.: a chi non dovesse bastare questo Tour diciamo che sia dalla Isla del Sol che da Copacabana è possibile esplorare anche l’Isla de la Luna, anche se non tutti restano soddisfatti del luogo.
Verso il prossimo Paese…
Anche stasera siamo discretamente cotti ed il solo pensiero di dover fare la spesa e cucinare diventa sempre più un incubo e quindi perché non provare un altro ristorante dell’isola? Un’altra girata per il piccolo corso di Copacabana che troviamo un menù fisso dal prezzo ragionevole (65 pesos…in due! Peccato non ricordarsi il nome del posto) e che sembra non essere nemmeno malaccio: minestrina, dolce e una qualche variante di “trucha”. Non si scampa! Mangiati e riposati siamo pronti a dirigerci verso l’ostello per l’ultima notte a Copacabana, sulle sponde del Lago Titicaca. Ma prima non sarà meglio cercare i biglietti per la nostra prossima tappa? Dopo la classica richiesta di diversi prezzi troviamo quella a nostro parere perfetta; la donna che ci lavora è peruviana e noi è proprio nel suo Paese che vogliamo entrare. Ci offre un “pacchetto viaggio” per non farci avere tempi morti nelle prossime destinazioni. Nella nostra testa i peruviani li immaginiamo come delle persone oneste e gentili e perché mai non dovremmo fidarci di lei? Mmm…forse era meglio non darle fiducia, abbiamo molto ancora da imparare sul popolo del Perú…