06.05.2016 – 08.05.2016
Sono già passati tre mesi dalla nostra partenza e dopo un piacevolissimo zig-zag fra Argentina e Cile è arrivata l’ora di incamminarci verso il 4° paese che conosceremo durante il nostro viaggio: la Bolivia. Cosa sapevamo delle Bolivia prima del viaggio? In realtà non molto. È un paese ingiustamente poco conosciuto, che nasconde paesaggi meravigliosi, luoghi incantevoli e persone altrettanto fantastiche. In Bolivia tutto è Folklore. Se fino ad adesso in alcuni momenti non ci sembrava di essere poi così lontani da casa, qui invece ci immergiamo in un mondo del tutto nuovo e meravigliosamente diverso. Lasciamo l’Argentina con il cuore pieno di ricordi e con le mani piene del marchio indelebile che ha lasciato nelle nostre menti: un termos pieno di acqua calda e scorte di Mate da gustare a piacimento. Mentre Tupiza dall’altra parte del confine ci sta aspettando…

Basta caffè solubile, da oggi vogliamo solo loro
Passare il confine Argentina-Bolivia a piedi
Vi abbiamo già anticipato troppo, anche perché dobbiamo ancora salire su di un bus che dalla piccola ma grande Tilcara ci porterà fino a La Quiaca, l’ultima città argentina prima della Bolivia. Quest’ultima per noi è ancora un mistero. Dopo un rilassante viaggio, a base di Mate e lettura, arriviamo a destinazione e ci accorgiamo da subito che quella dove siamo scesi è una vera città di forntiera. Il caos regna, c’è gente ovunque, i venditori ambulanti, uno sopra all’altro, insieme ai cambia valute insistenti, rendono difficile capire dove dobbiamo andare. Chiediamo informazioni e ci spiegano che da qui possiamo facilmente raggiungere a piedi la frontiera, che dista circa un chilometro dal terminal.
Ci incamminiamo così sotto il caldo sole argentino, con i nostri zaini e con tanta voglia di mettere un nuovo timbro sul nostro passaporto. Immaginatevi in pieno agosto, alle due di pomeriggio, a camminare in un centro città. Vi ci vedete? Bene, ora aggiungetevi due zaini (uno davanti ed uno dietro) di 25 chili totali. Ecco, questi siamo noi in questo momento.
Passiamo dal centro di La Quiaca, ma è l’ora della siesta e tutti i negozi sono chiusi. L’afa e la stanchezza iniziano a farsi sentire ma, lamentele a parte, in pochi minuti raggiungiamo il confine. Davanti a noi la dogana. Sbrigate le pratiche doganali, stranamente molto veloci (in Italia non ci siamo abituati), mettiamo finalmente piede nel nuovo Paese: Villazón è la nostra prima città boliviana. Ma anche qua siamo solo di passaggio. La nostra destinazione è Tupiza, ma dobbiamo ancora capire come arrivarci.

Come dogana di Stato ci aspettavamo qualcosa di meglio
Come raggiungere Tupiza da Villazón
Il primo impatto in Bolivia è come l’ultimo ricordo dell’Argentina: c’è un gran caos, gente ovunque, venditori ambulanti uno sopra all’altro, cambia valute insistenti, ma in più si scorgono anche scritte “EVO SÍ” ovunque. Ma questo ve lo spiegheremo con calma dopo. Stanchi ma lucidi di testa decidiamo che la migliore idea è quella di farci indirizzare verso la stazione degli autobus più vicina per non perdere più tempo di quello che abbiamo a disposizione. Dopo un’altra ventina di minuti e un’altra camminata arriviamo alla stazione dei bus tanto agognata. Peccato che il primo bus in partenza partirà fra due ore e noi non abbiamo proprio voglia di aspettare.
Il taxi (remis), il miglior mezzo per spostarsi
Se pensate di trovare notizie od orari dei bus su internet vi sbagliate di grosso, ma questo non deve certo scoraggiarvi, infatti anche noi impariamo subito che qui spostarsi da una città all’altra non è mai un problema. Il modo si trova, basta non essere maniaci dell’organizzazione, o troppo ansiosi, e buttarsi un po’, scoprendo le cose mentre si fanno. E difatti troviamo subito un’opzione di ripiego: proprio di fronte al terminal ci sono delle simpatiche signorine che urlano a squarciagola nomi di città, come se stessero vendendo qualcosa al mercato. Quel “soave” «Tupiza Tupizaaaaaa!» (dal vivo è troppo più bello) sarà veramente difficile toglierselo dalla testa! Il compito di queste fantastiche signorine è quello di trovare più gente possibile per riempire dei remis (qui i taxi li chiamano così) che vi condurranno fino alla città boliviana da voi prescelta. Noi ci avviciniamo a quella voce ammaliante che con un tono più credibile ci dice il costo per raggiungere Tupiza: 18 pesos boliviani ciascuno per per ben 90 km di cammino. Niente, veramente niente.
Il costo del treno non lo abbiamo potuto scoprire ma sicuramente la macchina ci consente di velocizzare un po’ il viaggio e questo non ci fa altro che piacere. Così saliamo in macchina e la prima cosa che vediamo è il cruscotto, completamente ricoperto da un finto pellicciotto leopardato con tanto di spennacchi penzolanti, tipo quelli delle tende (che andavano taaaaaanti anni fa). La macchina più trash sulla quale siamo mai saliti in vita nostra! Scopriremo poi che in Bolivia questa dev’essere una moda molto in voga dato che chiunque qui mostra con fierezza il parabrezza della propria vettura. Il remis fortunatamente si riempie in un attimo e in poco più di 1 ora e ½ arriveremo “alla nostra” Tupiza Tupizaaaaa.
Una curiosità su Evo Moralez, presidente della Bolivia
Nel percorso continuiamo a vedere “EVO SÍ” da qualsiasi parte (strade, muri di case, sassi, montagne, giardini) e non tenendoci più il dubbio chiediamo all’autista il perché. In poche parole si basa tutto sulla politica e cercheremo di raccontarvela in breve. Evo Moralez è ad oggi l’attuale presidente della Bolivia. La sua carica di presidente è stata rinnovata due volte e per legge non potrebbe candidarsi per la terza volta. Cosa fare allora? Ma certo, un bel referendum per poter chiedere al popolo: “Volete che sia ancora io il vostro presidente?” I seguaci di Evo hanno ben pensato di scrivere il loro sì non solo su carta, ma anche su tutto ciò che si trovavano davanti. Il referendum non è passato ma le scritte infestanti rimarranno lì per chissà quanto tempo ancora.
Consigli su dove dormire (e non) a Tupiza
Nel frattempo noi siamo arrivati a Tupiza, ci rimettiamo lo zaino in spalla e cerchiamo a naso un ostello che possa fare al caso nostro. Non potendone più di camminare la scelta ricade sul primo alloggio che incontriamo. Peccato che facendo così la scelta dell’ostello a questo giro la canniamo completamente: “Hostal Valle Hermoso”. All’inizio sembra tutto perfetto dato che qua in Bolivia, visti i prezzi esageratamente bassi, possiamo permetterci di dormire in una stanza doppia. Letto matrimoniale, televisione e doccia privata per soli 81 pesos a testa, ma al calare del sole tutto si fa più chiaro…il Wi-Fi inizia a non funzionare, c’è la cucina ma non ci si può cucinare e nemmeno possiamo accendere un fornello per scaldare l’acqua per il nostro amato Mate. Ma la cosa peggiore deve ancora venire. Decidiamo infatti che dobbiamo abbandonare l’ostello il prima possibile quando i proprietari scoccate le 22:00 ci chiudono dentro e ci impediscono addirittura di andare a comprare un po’ di acqua per dissetarci.
La mattina dopo, come già calcolato, fuggiamo a gambe levate dall’ostello e cercando ne troviamo uno molto più confortevole: “Hotel La Torre”. Qua il Wi-Fi funziona, la cucina è grande e spaziosa e le camere accoglienti (anche qua camera privata per 80 boliviani) e poi…ah, non vi avevamo ancora detto del perché siamo voluti venire a Tupiza? Beh, da qui parte uno dei tour più emozionanti al mondo e questo è uno degli Hotel/Agenzia turistica migliore della città nell’organizzarlo. Tupiza è il miglior posto per visitare il più grande deserto di sale del Mondo: il “Salar di Uyuni”!
Il miglior tour da Tupiza per scoprire il Salar di Uyuni
Avrete l’imbarazzo della scelta per visitarlo; agenzie di viaggi ovunque. Ma il nostro consiglio è quello di farlo con l’ostello/hotel dove dormite poiché svegliarsi, fare colazione e salire in macchina è una delle cose meno faticose che conosciamo. Ci teniamo a dirvi che anche da San Pedro de Atacama o da tanti altri posti è possibile raggiungere Uyuni, ma da quanto abbiamo potuto constatare partire da Tupiza è la scelta migliore: più giorni di tour, meno soldi da sborsare e la possibilità di vedere l’alba sul salar. Volete sapere più o meno come funziona? Allora, 4 notti e 5 giorni di tour con colazione, pranzo, cena, spostamenti, guida, alberghi e CUOCA PERSONALE con un fuoristrada per quattro turisti a…rullo di tamburi…1.250 boliviani. Credevamo fosse uno scherzo. Comunque ancora non è il momento di approfondire l’argomento. Nel prossimo articolo ne saprete senz’altro di più.

Una piccola grande anticipazione della nostra prossima tappa. Bella, no?
Escursione a cavallo di Tupiza
Non vediamo l’ora, il minuto, il secondo di partire e quindi organizziamo tutto subito. C’è un tour libero già per l’indomani: perfetto! Paghiamo felici e contenti quei pochi soldi e iniziamo a fantasticare sulle altre due persone che staranno con noi per cinque giorni. Speriamo bene. Però…e oggi che facciamo? Sotto consiglio dell’agente di viaggi decidiamo di approfittarne per organizzare una bella passeggiata a cavallo. La prima per Leonardo e per Fiammetta è come se lo fosse. Quante cose nuove in questo viaggio! Sempre all’onestissimo prezzo di 300 boliviani ci assicuriamo tre ore da passare insieme al nostro puledro. Dopo pranzo ci passano a prendere e ci portano alla scuderia, dove ci presentano Gustavo, la nostra guida, che ci aiuta subito a salire e sistemare l’attrezzatura in sella ai due cavalli: Fiammetta monta Tocata e per Leonardo c’è Capitol.

Ecco Fiammetta e Tocata

E chi di loro due è Capitol?
Al galoppo verso il Canyon dell’Inca di Tupiza
Apprese le basi per una buona cavalcata (almeno così credevamo), Gustavo sale su Cervantes e siamo pronti per trottare alla scoperta della Quebrada de Palmira, della Puerta del Diablo e del Cañon del Inca. Dei luoghi stupendi che visti da sopra un cavallo hanno quel qualcosa in più. La guida ci appare subito simpatica ma più simpatico è il suo fantastico cane che lo segue sempre, facendo con lui ed i cavalli anche i tour di più giorni. L’escursione a cavallo è veramente bella, ma quando con un comando della voce di Gustavo i cavalli partono all’impazzata al galoppo per Leonardo inizia a diventare stupenda, per Fiammetta un po’ meno carina (con i piedi fuori dalle staffe il suo unico appiglio sono le briglie). Il ritorno è molto più doloroso per entrambi, il sedere duole in una maniera incredibile. Finalmente arriviamo al punto d’incontro con l’auto che ci riporterà all’hotel. Parlando dell’avventura appena trascorsa Leonardo scopre di non aver capito niente di come si va a cavallo: per tutto il tour lui non è mai andato una volta a tempo con il cavallo! Il dolore di culo adesso è spiegato. Sarà per la prossima.

Non è per niente facile fare delle foto in groppa ad un cavallo. L’idea del posto, dunque, non rende alla perfezione ma, credeteci, è veramente da vedere.

Noi quattro più il compagno cane (di cui purtroppo non ricordiamo il nome)

Il Cañon del Inca

Piccolo riposino…

…di nuovo in sella…

…e via verso casa per un’altra avventura!
Dove poter mangiare tipico boliviano a Tupiza
Per festeggiare la tanto attesa prenotazione per il deserto di sale decidiamo di fare un giro per il centro e fermarci (addirittura) a cena fuori. Al ristorante “El Alamo” possiamo così provare i “Doritos” boliviani, il “Llama a la plancha” e il “Pique macho”, ovvero i piatti forti di queste zone. Dopo giorni di malnutrizione ci sembrano la cosa più buona mai assaggiata prima e pensando che il tutto ci è costato 200 pesos sembra tutto ancora più saporito.

Impiattamenti degni di Masterchef
Per concludere
Il tempo rimanente, prima che chiudano i negozi, lo passiamo nel centro città ad acquistare qualche provvista extra per il mega tour di domani (foglie di coca obbligatorie). Possiamo dirvi senza tanti giri di parole che Tupiza non è certo il più bel luogo nel quale siamo stati fino ad ora, l’abbiamo scelta solo come punto ideale per il nostro tour a Uyuni, ma qui è la gentilezza dei boliviani a fare la differenza.
Mentre stiamo cucinando scambiano due parole con una coppia di tedeschi con cui entriamo subito in sintonia. Tra una chiacchera e l’altra scopriamo che anche loro domani faranno il tour di Uyuni. Insieme a due italiani. Ok, abbiamo trovato i nostri compagni d’avventura. Sono giovani, sono simpatici e hanno voglia di scoprire il Mondo come noi. Perfetto, possiamo partire. Quando arriva domani?