14.04.2016 – 17.04.2016
Da settimane riceviamo da viaggiatori e da internet notizie contrastanti. C’è chi dice che è in allerta rossa, chi è sicuro che fino alla cima non si possa salire; internet riporta che l’allerta è terminata…non ci capiamo più niente. La miglior cosa da fare è quella di verificare di persona. Così dopo aver salutato Marco e il bellissimo alloggio a Bariloche ci mettiamo nuovamente in viaggio per il Cile: direzione Pucón, con in testa un obbiettivo: raggiungere la cima di uno dei vulcani più attivi del Sud America, uno dei pochi al mondo ad avere all’interno del proprio cratere un lago di lava che si mostra in tutta la sua incandescenza a chi temerariamente si spinge fino alla sua cima. Questa lunga descrizione puo’ essere riassunta in due semplici parole: Vulcano Villarrica. Questo famosissimo vulcano ci attrae da sempre e ci ha già affascinato con le numerose storie dei viaggiatori che abbiamo incontrato e che ce ne hanno parlato; ora non resta che provare anche noi a conquistarlo.
Il fantastico ostello di Pucón
Arriviamo a Pucón quando ormai è notte. Fortunatamente l’ostello è vicino al terminal dei bus e quindi lo raggiungiamo facilmente, senza tanti problemi come spesso ci è accaduto: entriamo così all’ “Hashtag Hostel & Tours”. Di primo acchito già ci piace, ma ci vorrà poco per farcene innamorare alla follia. Quindi, per farla corta, che dire di questo ostello? Che è uno dei più belli in cui ci è capitato di alloggiare durante il viaggio. Al nostro arrivo c’era stato da poco un cambio di gestione (le recensioni sul web prima del 1° aprile 2016 non sono quindi da prendere in considerazione) ed i ragazzi nuovi proprietari ci sanno veramente fare e sono delle persone amorevoli. La colazione è ricca e deliziosa e sono così gentili da prepararcela anche nel caso di escursioni che ci obbligano a lasciare l’ostello la mattina presto (vedi 05:00 la mattina). Veramente persone splendide! Inoltre l’ambiente è spazioso e bello, è vicino a tutto e dalle vetrate si puo’ godere della magnifica vista del Villarrica fumante.
Crediamo che non ci sia altro da aggiungere, vi abbiamo trovato la sistemazione perfetta se vorrete venire a Pucón. Ah, abbiamo pagato 7.000 pesos cileni a testa. Comunque al nostro arrivo tutto questo ancora non lo sapevamo e quindi prendiamo semplicemente le chiavi della camerata, mettiamo in ordine le cose vicino ai letti e siamo pronti a riposare.
Maltempo + Allarme eruzione = Niente Villarrica
Il giorno seguente naturalmente lo passiamo ad informarci per il vulcano e scopriamo che per colpa del maltempo e delle bizze del Villarrica ancora non è possibile salire e/o prenotare escursioni ma ci tengono a dirci che a breve questa allerta dovrebbe rientrare e, in caso di un semplice allarme giallo, potremmo finalmente coronare il nostro sogno. La prima giornata passata a Pucón è una giornata uggiosa e freddo e pioggia sembrano volerci dire di riposare per prepararci alla scalata da eroi. Con Oscar (uno dei proprietari) che ci canta tutto il repertorio di Vasco Rossi, le persone con le quali stringiamo subito amicizia e qualche film da guardare tutti insieme la giornata vola che è una meraviglia e quasi quasi vorremmo che la pioggia non smettesse mai.
P.S.: non vi preoccupate se ancora non abbiamo messo alcuna foto, dopo ci rifaremo…
Una passeggiata per Pucón
Il tempo ci concede solo una piccola tregua per uscire e scoprire un po’ meglio il paesino di Pucón, che si rivela semplice ma nel suo piccolo molto carino. Tornati all’ostello scopriamo che stasera ci sarà la serata messicana (tacos, burritos e birra+tequila+sale per tutti) e dopo, per stringere ancora più amicizia, andremo tutti insieme a sbevucchiare e sballettare in un locale lì vicino. Qualche Pisco Sour (bevuta di origine peruviana che vi consigliamo di provare vivamente), tante chiacchere, molte risate e…aspetta aspetta…ma quello non è…? Rincorriamo il ragazzo riccioluto che si è appena buttato in pista, arriviamo alle sue spalle e quando si volta verso di noi resta a bocca aperta: «SANDIP!!!», il ragazzo nepalese che avevamo conosciuto alcuni mesi prima durante uno dei nostri spostamenti travagliati in Brasile per raggiungere Foz Do Iguazù. Ma quant’è piccolo il Sud America!
Il tour al Parco Huerquehue
Dopo la serata passata a chiacchierare con vecchi e nuovi amici rientriamo in ostello per riposare dopo questa giornata di nullafacenza, ma di grande divertimento. Ci svegliamo finalmente con il sole e con una bellissima notizia: da domani si potrà salire sul vulcano! Meglio prenotare il prima possibile. Peccato che ormai siamo rimasti d’accordo con i proprietari dell’Hashtag Hostel & Tours (Oscar e Berna) ed un altro ragazzo (Robert) che l’indomani avremmo visitato il Parque Huerquehue e sfortunatamente l’unico bus che porta al suddetto parco c’è alle prime luci dell’alba, nel nostro caso alle 06:00, ovvero quando i negozi per fissare l’escursione al Villarrica sono ancora tutti chiusi. Speriamo di trovare posto al nostro ritorno.
Come raggiungere il Parco Huerquehue
La mattina quindi ci svegliamo di buon’ora e tutti e cinque insieme andiamo a prendere il bus…che è già strapieno! Paghiamo il biglietto andata e ritorno (3.600 pesos cileni se presi insieme o 2.000 a biglietto) e ci fanno subito salire, anche se dovremmo farci tutto il viaggio in piedi e belli appiccicati. Il parco non è lontanissimo (ma neanche tanto vicino) e in un’ora siamo all’entrata. Dopo esserci sgranchiti le gambe andate in cancrena e pagata l’entrata al parco (2.500 pesos cadauno) ci comunicano che il percorso migliore, il San Sebastian (quello che ci eravamo prefissati di fare) è chiuso per maltempo. Come già detto oggi è una bellissima giornata e c’è un sole che spacca le pietre…ma se lo dicono loro.
Il percorso Los Lagos
Non ci resta che ripiegare su un itinerario alternativo, il percorso Los Lagos che non è bello come l’altro, ma che offre comunque diverse cose da vedere. Noi decidiamo di restare con Oscar e Berna, mentre Robert, che già ha capito che l’andatura dei nostri compagni non è delle migliori, decide di partire per conto proprio, lasciando così noi quattro insieme ad un parco tutto da scoprire. Il tempo trascorre molto bene fra battute, risate, domande per conoscerci meglio, canzoncine infantili cilene (“Hestamos llegando, ciupai-ciupai, a pata pela(da) comiendo empana(das)”) e svariate soste per ammirare il paesaggio e per far riposare i pochi allenati compagni di viaggio. Eh già, siamo un po’ lenti e le parole dell’autista «Alle 17:00 in punto parto, chi c’è c’è e chi non c’è resta qui» cominciano a risuonare nella nostra testa. Il paesaggio comunque è particolare ed i colori dell’autunno cileno rendono tutto molto più bello.

L’utilissima mappa del parco per capire tutti i percorsi

Eppure sembrava una giornata soleggiata stamattina

E infatti il sole poi esce, e guarda che posti

Non so se riuscite a vedere un puntino rosso: ecco, quello è un vero e proprio picchio

Colori che sembrano finti

Mucche che sembrano tori
Ritorno al bus che non c’è
Quando ormai mancano solo un paio d’ore all’ora X (e quindi è l’ora di tornare indietro) non siamo arrivati molto lontani e, a dirla tutta, questo percorso non ci ha convinto del tutto (anche se Robert tornati all’ostello ci dirà che andando più avanti, ahimé, era tutta un’altra cosa). Ormai mancano pochi minuti alle 17:00 e noi siamo ancora lontani dalla fermata del bus. Non resta che fare una cosa: iniziare a correre! Leonardo, il più veloce del gruppo, è in pole position e Fiammetta, che non brilla per senso dell’orientamento, correndo da sola (l’altra coppia la segue da lontano) sbaglia strada e si ritrova circondata da un gregge di pecore in un posto mai visto prima. Ve la facciamo breve: il bus è partito. E senza di noi.
Quindi…ritorno a Pucón in autostop
Vi assicuriamo che ritrovarsi nel bel mezzo del niente, lontani almeno 10 km dalla strada principale, stanchi morti dopo una giornata di trekking (e senza una tenda con sé) non è proprio il massimo. Proviamo a bussare alla casetta del guardaparco ma anche lui è già andato via, allora proviamo a chiamare la compagnia dei bus per tentare un “recupero”. Bernardita (il nome completo di Berna) ci insegna che i cileni sono bravissimi a inventare scuse e ce lo mostra subito parlando con la signora dall’altra parte del telefono. Purtroppo anche questo non funziona. E adesso? Sono già tre quarti d’ora che aspettiamo e in lontananza vediamo due macchine avvicinarsi a noi. Gli ultimi visitatori del parco, o adesso o mai più! Berna, sempre da buona cilena, finge di essersi slogata una caviglia e grazie alla modalità “fare pena alla gente” riusciamo a salire due su una macchina e due su un’altra. Ci siamo salvati in extremis anche a questo giro!
La guida al tour sul vulcano Villarrica
Quanto costa il tour al vulcano Villarrica?
Arrivati in paese è il momento che tanto stavamo aspettando: prenotare la visita al possente Volcano Villarrica. Non stiamo più nella pelle! Corriamo a prenotare e come da noi previsto molte agenzie sono già piene. Ma qui a Pucón c’è un’agenzia per abitante e quindi riusciamo a trovarne subito una che ha proprio due posti liberi per domani. Turismo Norte Sur ci porterà alla cima del vulcano più famoso del Sud America! Alla “modica” cifra di 75.000 pesos cileni a testa.
17.04.2016
Due anni esatti fa Fiammetta stava per diventare Dottoressa per la seconda volta, oggi un’altra grande giornata l’aspetta. Ma anche a Leonardo, eh…
Il tour inzia così…
Ore 04:30 la sveglia suona e ci svegliamo insieme a tutti i ragazzi dell’ostello che oggi faranno il nostro stupendo percorso (ma con agenzie differenti), facciamo colazione insieme e sui divanetti comuni aspettiamo che ci passino a prendere. Tra una chiacchera e l’altra, aprendo distrattamente un quotidiano on-line italiano, ci salta all’occhio una notizia che ci fa rabbrividire (per due ovvi motivi): “Terremoto in Ecuador, il vulcano Villarrica entra in eruzione”. Non vogliamo credere ai nostri occhi, usciamo di corsa dall’ostello e nell’oscurità riusciamo a intravedere la cima del vulcano, color rosso fuoco, che straccia il nero della notte. Temiamo che l’allerta sia nuovamente rossa e che la nostra giornata tanto agognata sia completamente rovinata.
Dopo pochi minuti, però, la svolta; arriva il nostro transfer e il conducente, alla nostra domanda se fosse vero che il vulcano sta per sommergerci di lava, ci “rassicura” così: «Tranquilos, el Villarrica està siempre en erupciòn!» (si capisce in italiano, vero?). Perfetto, si parte! Il primo pit-stop è all’agenzia dove ci vengono forniti i vestiti, uno zaino e tutta l’attrezzatura per la scalata. Quando abbiamo con noi tutto il necessario partiamo finalmente per la nostra tanto amata meta. Arriviamo che sta iniziando ad albeggiare. Il Villarrica è fumante, imponente, affascinante e incute un po’ di timore. L’emozione è alle stelle. Ultimi chiarimenti da parte delle guide ed è il nostro momento…

Oddio, oddio, è proprio lui!
Primo tratto di salita: a piedi o con la seggiovia?
La prima parte di salita la si puo’ fare a piedi oppure usando una seggiovia a pagamento (10.000 pesos), dato che a quanto dicono farla camminando è molto dura. Noi scegliamo lo stesso l’opzione più economica, anche se le guide continuano a farci terrorismo psicologico: a detta loro dobbiamo fare alla svelta e se così non fosse starà a loro decidere se aspettarci per arrivare tutti insieme fino al cratere o lasciarci lì e farci tornare indietro tristi e scontenti. È una questione di sicurezza, lo capiamo, ma mettono un po d’ansia. Ma di sicuro non ci faremo fermare da un’ora e mezzo di camminata in una salita ripidissima piena di sabbia e rocce giganti. O almeno speriamo…

Ecco la salita che gli altri si sono fatti in funivia. Una bella scarpinata.

Si inizia a vedere la neve ed il cratere fumante. Ma ancora manca tanto…
La cima del Villarrica ci sta aspettando!
Il terreno è scivoloso, la terra friabile e con noi c’è una ragazza con un problema al ginocchio che ci rallenta tantissimo. Iniziamo a temere che ci faranno fermare una volta arrivati in cima. Finalmente vediamo la fine ma l’altra ragazza è molto indietro rispetto a noi. Se dobbiamo aspettare lei è la fine. Fortunatamente superato il tratto di salita un’altra guida ci viene incontro e ci prende sotto la sua ala protettrice. Adesso inizia il bello: si inizia a salire sulla neve fresca.
Mentre indossiamo i ramponi ci spiegano che da adesso non si scherza più e che ogni passo potrebbe essere letale. Riborda con questo terrorismo psicologico. Il nostro gruppo però se la cava, siamo tutti atletici e fila tutto liscio. Durante il tragitto ci fermiamo in alcuni punti per riposare e ammirare il paesaggio: da qui si vedono altri vulcani (Quetropillàn, Lanìn e Lonquimay), una vista surreale! Nel frattempo le guide sono sempre in contatto fra loro e con chi deve dare l’ok per farci proseguire fino alla cima. In una di queste soste le nostre guide ci fanno vedere la città e subito dopo ci indicano un fiume in lontananza. In caso di allarme, ci dicono, tutti i cittadini di Pucón devono recarsi oltre quel punto, l’unico dichiarato al sicuro. «E se l’allarme scatta mentre siamo qui?», chiediamo stupidamente…no, non volete conoscere la risposta!

Sempre più vicini e sempre più a bocca aperta

Siamo dentro al tunnel del divertimento
L’ultimo sosta prima della vetta
Finalmente, dopo 4 ore, raggiungiamo l’ultima sosta. Tempo di mangiare un boccone che è già il momento di tirare fuori le maschere anti-gas e prepararci per il momento più atteso, la visita al cratere. Per grande delusione di tutti ogni gruppo ha a disposizione solo 15 minuti per ammirare la cima del vulcano (sempre per un fatto di sicurezza) e noi vogliamo sfruttarli al massimo.

Mamma mia quanto siamo seri!

Da quassù ci sono panorami niente male

Siamo tutti pronti per il vulcano Villarrica

– 3

– 2

– 1
Un emozione indimenticabile!
L’ultima salita non la sentiamo nemmeno. Qui incontriamo Robert che sta già riscendendo ed alla nostra domanda «Com’è? Si vede la lava?» ci risponde «Non vi dico niente, scopritelo da soli…» con una faccia che sprizzava felicità da tutti i pori. Oddio, gli ultimi passi, siamo arrivati, siamo sulla cima del Villarrica!
Il momento in cui per la prima volta ci siamo affacciati sul cratere è sul podio dei momenti più belli di questo indimenticabile viaggio. La lava che si vede in maniera inconfondibile mentre gorgoglia e schizza sulle pareti rocciose in maniera così poderosa da costringerci ad indossare la maschera per proteggerci dai gas, la neve inspiegabilmente fresca e bianca fino a pochi centimetri dal cratere senza sciogliersi, le persone che urlano di gioia come se avessero realizzato il loro sogno più grande. Almeno una volta nella vita un’emozione così è da vivere e assaporare sicuramente. INDIMENTICABILE!!!

In queste foto non vogliamo aggiungere altro
Ci godiamo a pieno i nostri quindici minuti (che zitti zitti facciamo anche diventare venti) ad alta temperatura e quando arriva il momento di scendere vorremmo restare lì per sempre ad osservare uno dei più belli spettacoli della natura mai visti prima. Per distrarci dal dispiacere nel salutare il vulcano un’altra sorpresa ci aspetta!
– INIZIO SPOILER- Se non vuoi rovinarti la sorpresa riprendi a leggere dal capitolo dopo di questo
Dal cratere del Vulcano Villarrica fino ai suoi piedi
Buona parte della discesa ce la lasciano fare così:
Eh già, scivolando sulla neve!!! Una figata unica… e pensare che quando il vulcano è pieno di neve fino ai piedi ti fanno scivolare dalla cima fino in fondo. Per nostra fortuna ci lasciano scendere di culo gran parte della discesa, anche perché appena finisce la neve ci tocca camminare ed i piedi iniziano a fare malissimo. Che avventura incredibile!!!
-FINE SPOILER-

La discesa è ancora più difficile della salita
La “festa” di fine tour
Appena rientrati a Pucón ci aspetta anche un buon aperitivo da sorseggiare tutti insieme: salatini e birra per tutti. Non potevamo chiedere di meglio! Scambiati i numeri con le guide e le altre persone per le foto da inviarci siamo pronti per ritornare all’ostello, preparare le valigie e ripartire per la nostra prossima tappa che speriamo riesca a sorprenderci ancora di più di questa (anche se sarà veramente difficile).
Salutiamo Pucón, il vulcano e la nostra grande famiglia
Ormai sera è giunta ed è quindi il momento di salutare i nostri amici ed il fantastico “Hashtag Hostel & Tours”. Il ricordo del Villarrica e di queste fantastiche persone rimarrà a lungo nei nostri cuori. Adesso, dopo settimane immersi nella natura, paesaggi mozzafiato e incantevoli villaggi isolati, è giunto il momento di tornare alla civiltà. E lo facciamo in grande stile, con la città più colorata del Cile.

Arrivederci Villarrica, arrivederci Pucón…

…arrivederci amici!!!
Un’esperienza indimenticabile e pazzesca!
Ragazzi ma avete fatto una cosa pazzesca!!! E vogliamo parlare della bocca del vulcano in fiamme e voi lassù tra la neve??
Un’emozione bellissima.. sembrava di essere in capo al mondo! La salita è stata dura, ma la vista dalla cima e soprattutto gli zampilli di lava ci hanno totalmente ripagato! Ci emozioniamo anche solo a ripensarci…